Lo sciopero dell'8 Marzo non è uno sciopero sindacale, non è uno sciopero puramente sulle questioni economiche, ma è uno sciopero che si carica di tutti gli aspetti, sia degli attacchi quotidiani da parte dei padroni, del governo, degli uomini che odiano le donne, sia dei bisogni più generali che vengono dal lavoro, dalla precarietà, dalle forme inaccettabili di discriminazione, per e sul lavoro, dalle condizioni di vita sempre più oppressive.In varie città alcuni presidi saranno agli ospedali. Perché? Il governo ci vuole macchine della riproduzione, e nello stesso tempo scarica sulle donne tutti i problemi, i costi che avere figli comporta. C'è una campagna vera e propria nazionale, europea, e in tanti paesi imperialisti, in Italia portata avanti dalla Meloni e anche da altri ministri, dalla Roccella in particolare, Salvini, ecc. che dicono esplicitamente che il problema della natalità è un problema economico per la società capitalista. Cioè, a loro non frega niente delle donne, non gliene frega niente neanche dei bambini – e sicuramente non gliene frega, perché mentre qui parlano di figli, sono nello stesso momento complici nell'ammazzare migliaia di bambini in Palestina, come è avvenuto e continua ad avvenire a Gaza; come lasciano tranquillamente morire nel nostro mare tanti bambini migranti, affermando di fatto con le loro criminali azioni: meglio morti che accoglierli sulle nostre coste.
Quindi, figurarsi se questi possono minimamente preoccuparsi dei bambini. Li vogliono solo come braccia da sfruttare per il capitale, e nel prossimo futuro come corpi per la guerra.
L'altra faccia della medaglia di questa campagna - a volte sono dichiarazioni, a volte sono atti concreti fatti da parte di associazioni pro-vita, e di alcune Regioni, Comuni – è l’attacco al diritto d'aborto, che ancora c’è, anche se non è quello che vorremmo.
L’altro aspetto che viene scaricato sempre più sulle donne, è il carovita. Per le donne, che già fanno il doppio lavoro, fuori e in casa, significa doversi arrabattare molto di più.
Di queste e altre ragioni si carica lo sciopero delle donne.
Centrale nell’8 marzo e nello sciopero è la lotta contro questo governo. Non solo per quello che abbiamo detto, ma soprattutto perché la sua azione peggiore e più pericolosa è sul fronte ideologico.
La Meloni dice: “Io, donna, madre cristiana”. E vuole presentarsi come modello di riferimento, come portatrice dei veri valori delle donne. Ma questi sono i “valori” di destra, valori fascisti che possono andare bene alle ricche, alle borghesi, non sono affatto i valori della maggioranza delle donne proletarie, delle studentesse, delle ragazze, per non parlare delle immigrate che sono ancora di più oppresse e sicuramente discriminate, violentate nei loro diritti, a volte schiavizzate sui posti di lavoro e fuori dai posti di lavoro.
Questi “valori” propagandati dalla Meloni si sono capiti molto bene cosa sono: il moderno fascismo ha generato un moderno patriarcalismo, ancora più pericoloso, invadente su ogni aspetto della nostra vita, perchè frutto della crisi della borghesia putrefatta che per difendersi cerca di dare nuova veste ad un impossibile ritorno al passato.
L'azione di Valditara nelle scuole vuole affermare i valori occidentali, la religione cristiana - addirittura vuole introdurre lo studio della Bibbia nelle scuole - la cultura occidentale imperialista, come i valori giusti, quelli che devono prevalere, che si devono imporre a tutti e alle altre culture. Affermando una chiara politica e azione razzista, di attacco ai popoli, di disprezzo per le loro diverse culture, diverse religioni ecc. Tutte bestialità che noi donne proletarie, internazionaliste dobbiamo denunciare e respingere.
L'altro aspetto che noi vogliamo portare nello sciopero nell'otto Marzo e che non c’è soluzione in questo sistema borghese, i cui esponenti politici pensano solo a conservare la proprio poltrona nel governo e nel Parlamento anche quando sarebbero ad un passo dalla galera – pensiamo alla schifosa Min. Santanchè.
Il governo pensa a ritagliarsi il proprio spazio a livello internazionale, per questo è complice delle guerre, del genocidio in Palestina. Togliendo soldi a tutta la gente per usarli per finanziare l’armamento dell’Italia imperialista.
I nostri bisogni anche minimi non possono trovare soluzioni, e quindi è necessario fare la rivoluzione. E noi donne abbiamo doppie ragioni per farla, perché ci vengono attaccati non alcuni ma tutti gli aspetti e soprattutto aumenta l'oppressione ideologica, l'oppressione sessuale, aumentano i femminicidi, gli stupri. Il moderno fascismo di cui è portatore il governo Meloni spande una ideologia anche di massa verso gli uomini, idee che rendono “naturale” imporre la proprietà privata delle donne, e appena una donna si ribella e vuole rompere queste catene viene uccisa.
Ma le violenze continue sono portate avanti anche da parte dello Stato; nei tribunali ora assistiamo a pene veramente oscene, ridicole, con sentenze giustificative delle stesse azioni omicide, degli stupri da parte degli uomini.
Quindi il problema della necessità della rivoluzione non è perché noi siamo compagne rivoluzionarie, né va vista come una cosa lontana, di là da venire, ma è un'esigenza attuale, perché veramente ci stanno togliendo tutto. Ci costringono a difenderci dai peggioramenti, da provvedimenti brutti, ma ogni giorno a questi se ne aggiungono altri - E non c'è limite al peggio.
Chiaramente l'8 Marzo, come recentemente nelle lotte delle lavoratrici, ci saranno sempre le bandiere della Palestina, perché per noi la solidarietà alle donne palestinesi, il sostegno alla resistenza in Palestina è sempre presente nella mente e di cuore. Noi siamo legate alle donne palestinesi, soffriamo con loro e quando, quelle poche volte in cui loro gioiscono, per esempio quando sono state liberate delle prigionieri palestinesi, gioiamo con loro. Sono nostre sorelle!
E se dobbiamo parlare di “modelli”. Beh, i nostri modelli sono tutt'altro. I nostri modelli sono le donne nel mondo, degli altri paesi che resistono, lottano. Sono le donne combattenti che nonostante abbiano figli – anzi, proprio perché hanno figli che vedono morire o crescere nelle più dure privazioni e sofferenze - sono in linea fila nelle guerre di popolo, come in India, le cui compagne del Partito Comunista dell’India maoista in questi anni col loro coraggio, la loro forza rivoluzionaria, sono un esempio per tutte noi.
Ecco, queste sì sono un modello, queste sono il nostro riferimento, il nostro esempio. Loro che trasformano il dolore, le lacrime in forza, e ci indicano 1a via.
Noi vogliamo che l’8 Marzo sia carico di tutta la nostra voglia di lottare, di rovesciare questa brutta situazione, rovesciare il governo, lottare contro l'imperialismo e le sue guerre.
Insieme alle altre donne possiamo avere una marcia in più che ci viene dal fatto che la nostra condizione di oppressione è a 360°, una condizione che grida che tutta la vita deve cambiare.