martedì 16 gennaio 2018

pc 16 gennaio - La Cina imperialista in Africa “produce”… grandi fabbriche e migliaia di operai!

Grandi fabbriche tessili e tanto altro con investimenti per centinaia di miliardi di dollari
“A livello internazionale la Cina è il vero nuovo gigante. Agisce come potenza imperialista globale, fa coincidere l’interesse della nuova forma di dittatura borghese con l’apparente interesse generale dell’economia mondiale: “via della seta”, sviluppo dei paesi dipendenti, ecc. E la destabilizzazione Usa di Trump rafforza la Cina.”

(v. pc 14 gennaio - UN BREVE SGUARDO ALLA SITUAZIONE A LIVELLO INTERNAZIONALE - Da un intervento al seminario di gennaio)


I cinesi realizzano in Etiopia delle grandi fabbriche tessili

Una dozzina di parchi industriali sono in costruzione in Etiopia. Uno dei più grandi dell'Africa subsahariana, costruito da un'impresa cinese, è stato inaugurato l'anno scorso a Awasa, a Sud della capitale Addis Abeba e ospita fabbriche tessili. Un altro ha visto la luce a Kombolcha, tra la capitale dell'Etiopia e Gibuti.

Un indirizzo strategico per l'accesso al mare necessario per l'export. Inoltre, è in corso un altro cantiere colossale: la diga della Renaissance (Rinascimento), la più grande dell'Africa, in costruzione sul Nilo blu.
L'Etiopia dà una nuova spinta alla propria economia. I commercianti hanno voluto anticipare l'inflazione. Dopo l'annuncio, il 10 ottobre, della svalutazione del 15% della divisa locale, il dollaro è passato da 23 a 27 birrs. In questo paese di circa 100 milioni di abitanti, la
precedente svalutazione nel 2010 ha segnato gli animi. All'epoca l'inflazione galoppava al 40% secondo la stampa locale, ripresa da Le Figaro.

Nell'anno 2015-2016 il valore dei beni importati in Etiopia è risultato in effetti cinque volte superiore di quello dei beni esportati. Una nota della Banca mondiale ha precisato che la riserva in valuta estera è passata, alla fine del 2015, da circa 4 miliardi di dollari, cioè l'equivalente di due mesi e mezzo di importazioni, a 3,2 miliardi di dollari a giugno 2017, cioè due mesi di importazioni.

Le autorità, soddisfatte per una crescita a due cifre negli ultimi dieci mesi, si accontenteranno quest'anno dell'8% secondo la Banca mondiale. Niente, però, che può preoccupare la loro ambizione di fare dell'Etiopia un paese a reddito intermedio entro il 2025.

Per arrivarci la politica del governo si basa su un secondo piano quinquennale 2015-2020: il piano di crescita e trasformazione che si pone, tra gli obiettivi, quello di modernizzare l'agricoltura che rappresenta l'85% delle esportazioni e sviluppare il settore industriale.

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