giovedì 4 gennaio 2018

pc 4 gennaio - AL FIANCO DELLE CORAGGIOSE DONNE IRANIANE

pc 4 gennaio - IL "PROTOCOLLO D'INTESA SU ILVA" SEMPRE NELLA LOGICA DEL RICATTO, E NON E' UN EFFETTIVO PASSO AVANTI

Calenda inizia il nuovo anno con una altra "mossa tattica" sull'Ilva, che però è sempre nella logica di prima, della serie "Io faccio vedere che ti concedo qualcosa (?) ma tu devi ritirare il ricorso". Il Protocollo, infatti, prevede espressamente "la rinuncia ai ricorsi da parte di Regione e Comune, entro 8 giorni dalla sottoscrizione del protocollo, pena la sua risoluzione"; quando si dimostra che mantenendo il ricorso è il governo che deve passare da "minacce di spegnimento" (tra l'altro impossibili e ridicole) a dichiarazioni che vorrebbero tranquillizzare e riprendere i Tavoli, senza cambiare effettivamente nulla e andando avanti per la strada annunciata.

Anche questa bozza - di cui sotto riportiamo i punti principali - non è, infatti, affatto un passo avanti. Da un lato si tratta di messa per iscritto di dichiarazioni già fatte nelle settimane passate, che sono già state considerate negativamente - in particolare i tempi di copertura dei parchi minerali, e l'immunità penale che restano come prima; dall'altro non dice nulla sugli esuberi, mentre ci si inventa una ipotetica Commissione per "interventi di sostegno assistenziale e sociale per le famiglie disagiate delle aree di Taranto e dei comuni limitrofi" - chi sarebbero queste "famiglie"? E perchè un Tavolo su Ilva e bonifiche affronta questo problema - per lenire l'impatto dei più di 3mila esuberi?
Dall'altro ancora su 'decarbonizzazione', 'tecnologia avanzata' si rimanda a "studi", sottolineando, comunque, che devono essere "tecnicamente ed economicamente preferibile rispetto a quella attualmente in uso", cioè devono salvaguardare i profitti del padrone, altrimenti, niente!

Nello stesso tempo, come dice anche il sindaco di Taranto, questa bozza di protocollo (al posto di un "accordo di programma") in realtà si tratta di "un generico protocollo di intesa, che riteniamo non conservi analoga efficacia"; quindi affatto vincolante al di là delle assicurazioni di Calenda.

Ancora una volta a dove vengono gli applausi? Dal fronte sindacale, naturalmente, con la Uil che plaude e invita al ritiro del ricorso."Riteniamo - scrivono Tiziana Bocchi, segretaria confederale della Uil, e Rocco Palombella, segretario generale della Uilm nazionale - che la proposta di protocollo costituisca un atto giuridicamente rilevante". Per i sindacati la lettera è "utile a far ritirare alle istituzioni locali suddette il ricorso al Tar di Lecce". "Il protocollo - continuano - rappresenta il giusto punto di mediazione per poter assicurare un piano di ambientalizzazione per il sito di Taranto idoneo, celere (?!), efficace e, soprattutto, anticipatore rispetto ai tempi finora prefissati". E aggiungono che solo ritirando il ricorso si possono salvaguardare occupazione e produzione del gruppo in questione e che possa assicurare futuro alla più grande azienda italiana della siderurgia".
Dichiarazioni che dimostrano che chi decide per gli operai e per la salute dei cittadini sono il governo e i nuovi padroni, e i sindacati confederali servono solo per far passare i loro piani antioperai e anti popolazione, tra gli operai.
 
LA BOZZA DI "PROTOCOLLO D'INTESA"

13 pagine e 9 articoli. All'inizio del Protocollo viene fatto un lungo richiamo ai diversi provvedimenti, decreti e leggi sull’Ilva varati negli anni, sia la serie degli articoli, al nono punto, poi,

pc 4 gennaio - 280!!! Indagati per fatture false e riciclaggio… a Roma da “Mafia Capitale” a “Evasione Capitale”… si concentra la vera essenza della borghesia al potere

Evasione Capitale: fondi neri per appalti. Indagati 280 tra imprenditori e commercialisti

Gli investigatori la definiscono «evasione Capitale»: un maxi sistema per frodare il fisco, che ha portato la Procura della Repubblica di Roma a iscrivere nel registro degli indagati 280 tra imprenditori, commercialisti e faccendieri, alcuni dei quali già coinvolti nell’inchiesta Mondo di Mezzo. Un intricato «sistema» di false fatturazioni, riciclaggio e autoriciclaggio che avrebbe consentito agli imprenditori di costituire fondi neri che potrebbero essere stati utilizzati per pagare tangenti e manipolare appalti con la Pubblica amministrazione.
L’OPERAZIONE  28 dicembre 2017
Gdf: arrestati 4 imprenditori romani per fatture false e riciclaggio
Fondi neri per appalti pubblici
 ... Si tratta di un fronte dell’indagine che ha già portato all’arresto tre persone: Massimo Tilli,

pc 4 gennaio - ALTRA INDECENTE SENTENZA MASCHILISTA DEL TRIBUNALE DI TORINO... LA LOTTA RIVOLUZIONARIA DELLE DONNE DEVE "SOPRAFFARE" IN OGNI AMBITO QUESTO SISTEMA SOCIALE FINO A DISTRUGGERLO!

Torino, se il marito picchia la moglie ogni tanto «non si può parlare di maltrattamenti in famiglia»

... In parole povere, se le aggressioni non sono «frequenti e continue» non si può parlare di «maltrattamenti in famiglia». Soprattutto se non c’è una sopraffazione sistematica della vittima. La quinta sezione penale del Tribunale di Torino ha così accolto la tesi dell’avvocato difensore Vincenzo Coluccio, che assisteva un 41enne disoccupato finito sotto processo con l’accusa di aver maltrattato la moglie per anni...

http://torino.corriere.it/cronaca/18_gennaio_03/se-botte-non-sono-frequenti-non-si-puo-parlare-maltrattamenti-famiglia-sentenza-torino-df297182-f079-11e7-b9c8-ca7b03c62ba9.shtml?refresh_ce-cp

pc 4 marzo - Solidarietà con i palestinesi

I documenti inseriti in questa settimana
( 24 Dicembre  -  30 Dicembre 2017 )


30 Dicembre 2017
   
Free Ahed Tamimi !
PETIZIONE
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Restano in prigione Ahed, Nariman e Nour Tamimi
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Vignetta di Naser Jafari
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29 Dicembre 2017
   
Refusnik: “Non saremo parte dell’occupazione”
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Israele ha ferito oltre 100 giornalisti da quando gli Stati Uniti hanno fatto la mossa di Gerusalemme
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Israele chiamera' una stazione ferroviaria 'Donald' Trump
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28 Dicembre 2017
   
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Israele ha trasformato la Palestina nella più grande prigione al mondo
Intervista di Mustafa Abu Sneineh a Ilan Pappe
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Giorno della Memoria antifascista e antisionista 2018
Appello
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Lorde cancella il concerto di Tel Aviv dopo l’appello al boicottaggio di Israele
di Daniel Kreps
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A Capodanno regala/ti un testo di storia e critica antisionista
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27 Dicembre 2017
   
Estese le detenzioni di Ahed e Nariman Tamimi
di Jaclynn Ashly
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12 morti e 3666 feriti in due settimane
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"Tuo figlio è un cane."
VIDEO shock del deputato israeliano che insulta le donne palestinesi
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26 Dicembre 2017
   
I palestinesi stanno vincendo la battaglia online per Gerusalemme
di Yousef Alhelou
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Il Guatemala segue il padrone USA: trasferirà l'ambasciata a Gerusalemme
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Il voto all'Onu su Gerusalemme
di Richard Falk
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25 Dicembre 2017
   
Trump prova a rovinare il Natale a Betlemme
di Michele Giorgio
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Lo chutzpah di una ragazza palestinese. Ahed Tamimi
di Gideon Levy
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Sondaggio:  la maggior parte di israeliani vorrebbe le dimissioni di Netanyahu
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24 Dicembre 2017
   
La scalata africana di Israele: Tel Aviv divide il continente
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Nasrallah alla delegazione Fronte popolare per la liberazione Palestina:
“Ora è tempo di affrontare Israele“                                            

pc 4 marzo - Attacco fascista a Mestre - solidarietà antifascista

Il 1 gennaio 2018 alle 1.30 sono state fatte esplodere alcune bombe incendiarie davanti alla sede del Tuttinpiedi di Mestre in Piazza Canova distruggendo la vetrina e danneggiando la serranda.
Il Tuttinpiedi in questi anni ha svolto una serie di attivita' politiche e sociali con gli abitanti del quartiere. Tra le altre:
- iniziative sulle bonifiche e sull'inquinamento del Villaggio San Marco;
- opposizione alle giunte passate e presenti che governano e hanno governato la citta' in modo clientelare;
- iniziative concrete assieme ai bambini stranieri ed italiani ed i loro genitori contro la difficolta' di integrazione con corsi di italiano e doposcuola;
- incontri di informatica autogestita;
- iniziative politiche di denuncia e di controinformazione a sostegno dei popoli oppressi, contro il capitalismo e l'imperialismo, a sostegno dei NOTav, lotte territoriali, contro la repressione.
E' evidente che queste iniziative danno fastidio. Probabilmente dei neofascisti si sono occupati di cercare di intimidire il lavoro del Tuttinpiedi nel quartiere.
Purtroppo non e' la prima volta che nel quartiere si verificano episodi di stampo fascista e in tutta Italia si stanno intensificando le azioni di questo tipo.
Il 13 Gennaio alle 18.00 in Piazza Canova faremo un'iniziativa antifascista
per rispondere in modo chiaro e forte che non saranno delle bombe ad intimidirci.
Invitiamo tutti a partecipare attivamente e ad organizzare insieme iniziative
antifasciste
in citta'.

Tuttinpiedi Mestre

1 gennaio 2018

SOLIDARIETA’ ALLE COMPAGNE E AI COMPAGNI DEL TUTTINPIEDI DI MESTRE
ANTIFASCISMO E’ ANTICAPITALISMO
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alle compagne e ai compagni del Tuttinpiedi e alle famiglie del quartiere che lo frequentano dopo il vile attacco fascista subito nella notte di capodanno, che ha

pc 4 marzo - Anche in Italia due giornate internazionali di azione 26-27 gennaio per la libertà di SAIBABA - KOBAD GANDHY - AJITH e TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI IN INDIA

Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in india - info ICSPWI csgpindia@gmail.com

In Italia manifestazioni, presidi assemblee,raccolta firme, e ogni tipo di iniziativa info ICSPWI csgpindia@gmail.com

mercoledì 3 gennaio 2018

pc 3 gennaio - MANIFESTO SULLA RIVOLTA IN IRAN

pc 3 gennaio - La “profondità strategica” dell’imperialismo italiano nella corsa alla nuova spartizione dell’Africa

Dall’intervista di Limes al viceministro Giro, che riportiamo sotto, viene chiaro alla luce l’indirizzo di fondo dell’imperialismo italiano in Africa. Imperialismo che è attivo anche su tanti altri fronti ma su questo il governo ha un programma particolare fatto di aiuti alle imprese per “internazionalizzarle”, per conquistare e controllare territori sia dal punto di vista strettamente militare, ma soprattutto per quello economico di cui quello militare è al servizio.
Sottolineiamo alcune frasi dell’intervista, mentre ne commentiamo qui alcune che danno il senso della frase del viceministro: “L’Africa è la nostra profondità strategica”. Ciò vuol dire che l’imperialismo italiano, che partecipa a questa nuova “spartizione dell’Africa”, continuerà ad investire moltissimo su questo fronte. Il viceministro si vanta del proprio governo perché è “riuscito a invertire la tendenza all’approccio settoriale, armonizzando cooperazione allo sviluppo, diplomazia, sicurezza e imprenditorialità”.
Che ci facciamo dunque in Africa? Complimentandosi per l’impegno generale degli altri paesi imperialisti Giro dice però chiaramente: “Siamo in competizione economica con gli altri europei nel settore privato, ma ben venga se è indirizzata allo sviluppo dell’Africa.” Questa “competizione”, nascosta sempre dietro lo “sviluppo” del paese, è il normale sbocco della contraddizione tra paesi imperialisti per la conquista dei “mercati” che di tanto in tanto sfocia in aperte guerre interimperialiste.
In Libia, dice Giro: “Vi sono almeno centocinquanta milizie le quali, oltre a usare i traffici per fare economia e sostentarsi, si sono trasformate in Consigli rivoluzionari con un potere locale di cui non intendono privarsi.” Questa frase, insieme a quest’altra domanda e risposta: “La drastica diminuzione dei flussi migratori verso l’Italia – di circa un terzo nel 2017 – è contingente o strutturale? Contingente” (!), rende carta straccia le chiacchiere propagandistiche dell’onnipresente Ministro dell’Interno Minniti che ha sbandierato gli accordi in Libia come risolutivi del “controllo” dei flussi dei migranti!
Ma il viceministro Giro deve continuare a fare propaganda e perciò alla domanda sulle condizioni attuali in Libia e in particolare nella capitale risponde così: “A Tripoli vigono ormai condizioni di vita accettabili.” Un’affermazione così inverosimile che il giornalista è costretto a dire ancora: “Eppure, l’Italia è l’unico paese occidentale ad aver riaperto un’ambasciata nella capitale libica.”
Giro risponde con questa frase di chiusura confermando la “visione” dell’imperialismo italiano sull’Africa: “Il mondo ha uno sguardo rassegnato sulla Libia, simile a quello riservato alla Somalia.” Ma… “Visti gli interessi in gioco e la nostra sicurezza nazionale, l’Italia però non può permetterselo. Perciò abbiamo moltiplicato gli sforzi, nonostante la farraginosità del processo sotto l’egida dell’Onu. Ma l’impulso decisivo deve provenire dai locali. Il futuro della Libia e nelle loro mani.”

“La nostra sicurezza nazionale” è un’affermazione in perfetto stile Minniti che serve solo ad alimentare le “paure” e rafforzare l’apparato repressivo dello Stato contro le masse popolari interne ed esterne. Mentre la frase di chiusura dell’intervista, dopo l’elenco lungo e articolato della presenza imperialista in Africa, prova ancora sfacciatamente ad ingannare chi legge: “Il futuro della Libia e nelle loro mani” (!) Certo, è nelle mani dei libici, del popolo libico, ma solo se questo riesce ad organizzarsi per spazzare via dalla Libia l’imperialismo italiano e ogni altro imperialismo.
‘La nostra profondità̀ strategica in Africa’
Conversazione con Mario GIRO, viceministro degli Esteri.

LIMES Guardando la carta geopolitica dell’Africa da Roma, qual è per noi il centro di quel continente? Qual è il perimetro dell’«Africa italiana», quella che ci interessa più da vicino?

pc 3 gennaio - Bergamo. 50 centesimi all’ora. Il lavoro a casa delle nuove schiave

Otto donne rifinivano le forme in gomma di una ditta del Bergamasco.  
L’azienda di Credaro aveva dato lavoro a cottimo a un indiano e a otto donne: tre indiane, due albanesi, una senegalese, una marocchina e un’italiana

Altro che schiavismo. Nemmeno lo zio Tom era pagato così poco: 50 centesimi all’ora, ovviamente non in regola, e per i contributi vedere alla voce fantascienza. Succede nella «Rubber Valley», il distretto della gomma in provincia di Bergamo, dove la crisi non è finita perché non è iniziata: il business è cresciuto del 40% negli ultimi cinque anni L’azienda di Credaro aveva dato lavoro a cottimo a un indiano e a otto donne: tre indiane, due albanesi, una senegalese, una marocchina e un’italiana
Certo, in alcuni casi sul business il costo del lavoro incide poco. Come capitava a un’imprenditrice indiana con un capannone a Credaro e quattro dipendenti. Seguendo il gran traffico di furgoni che partivano e tornavano carichi di guarnizioni di gomma, i finanzieri di Sarnico hanno scoperto che per i quattro operai in regola ce n’erano nove in nero, che sgobbavano a cottimo nei paesotti vicini in cambio di compensi così bassi da risultare quasi incredibili. Si tratta di un indiano e di otto donne, tre indiane, due albanesi, una senegalese, una marocchina e un’italiana, l’ultima autoctona in un caporalato da prima rivoluzione industriale o da padroni delle ferriere, roba da romanzo sociale dell’Ottocento. Dickens nel Basso Sebino, insomma.

Tutte a casa, a tenere d’occhio i bambini e contemporaneamente a effettuare la «sbavatura di guarnizioni», che detta così sembra un’attività molto più bizzarra di quel che è in realtà: strappare a mano il materiali in eccesso dalle forme di gomma uscite dalle macchine.

I conti li fa una delle cottimiste albanesi all’«Eco di Bergamo»: «Ogni mille pezzi mi davano dai 70 centesimi all’euro, in base al tipo di guarnizione e agli strappi. Per mille pezzi, mi ci volevano almeno due ore di lavoro». Il calcolo è facilissimo, il risultato inquietante: due ore a un euro fanno 50 centesimi all’ora.
Così i nove irregolari si portavano a casa, più o meno, 250 euro al mese.

pc 3 gennaio - Francia - si accende una banlieu e la polizia ne fa le spese - Macron reagisce come Sarkozy

La polizia interviene per presunti disordini all’esterno di un’abitazione in cui era in corso una festa di fine anno nel sobborgo parigino di Champigny-sur-Marne, nel sud-est della capitale francese. i giovani resistono e reagiscono,  un’agente viene presa a calci insieme al capitano di polizia di turno arrivato sul posto insieme a lei.  Viene data ampia diffusione alla poliziotta colpita e si scatena la solita canea antibanlieus

pc 3 gennaio - Sporca missione imperialista e neocoloniale in Niger per ancora più sporchi affari - i soldati non devono partire! I governanti responsabili vanno contestati ovunque - anche in campagna elettorale


Non ci sono solo motivi umanitari e di sicurezza dietro la decisione di Roma di inviare 500 soldati in Niger. I militari italiani opereranno a complemento delle forze che Parigi ha schierato per mantenere il controllo sulle miniere di uranio vitali per le sue centrali atomiche. Due le partite principali. La prima vede europei e cinesi contendersi le risorse del Sahel. Nella seconda il Paese è un importante retrovia del conflitto in Libia,

pc 3 gennaio - Torino - la polizia carica un presidio al carcere la notte di capodanno

Scontri sono avvenuti davanti al carcere di Torino la notte di Capodanno durante una protesta solidale Alle cariche i compagni hanno fatto resistenza... la polizia sostiene che  un'agente della polizia scientifica, secondo le prime informazioni, è rimasta ferita al volto dal lancio di una bottiglia ed è stata portata in ospedale. All'iniziativa hanno preso parte una sessantina di compagni appartenenti all'area anarchica.

pc 3 gennaio - Il capodanno dei razzisti - incendio al centro migranti di Spinetoli

È di chiara origine dolosa l’incendio che la notte di Capodanno ha distrutto a Spinetoli, in provincia di Ascoli Piceno, una palazzina destinata a ospitare 35 migranti minorenni nel paese marchigiano, di poco più di 7.000 abitanti, l’ipotesi dell’arrivo di richiedenti asilo aveva scatenato conati razzisti di partiti e movimenti di destra (anche quella estrema)che  avevano cavalcato il malcontento con l'ignobile sindaco Pd di Spinetoli a sostenerli manifestando contrarietà all’arrivo dei profughi. Episodi analoghi (edifici dati alle fiamme perché candidati all’accoglienza di stranieri, prima ancora che questi ultimi giungessero a destinazione) si erano verificati nei mesi scorsi anche in altre zone d’Italia, i più recenti in provincia di Piacenza e nel Veneto 

pc 3 gennaio - Firenze - 25 denunce contro i manifestanti che avevano sfidato la Leopolda di Renzi

Quel giorno si svolgeva la kermesse renziana per il SÌ al referendum, alla Leopolda di Firenze, e in molti e molte si erano ritrovati in piazza San Marco per dare ragione e forza al No Sociale.
Il corteo, formato in gran parte da giovani, lavoratori, precari e studenti aveva provato più volte, con determinazione, a raggiungere la Leopolda, resistendo alle numerose cariche della polizia. Nonostante il tentativo di vietare il corteo e provare a bloccare la conferenza stampa, la Questura fiorentina e il Ministero degli Interni non erano riusciti a zittire la voce della piazza, e delle tante istanza che questa ha espresso.
Il 5 novembre, infatti, piazza San Marco era riuscita a incarnare e rappresentare un rifiuto sociale

pc 3 gennaio - Bombe dall’Italia ai sauditi per le stragi in Yemen. Il governo sapeva tutto, nascondeva tutto, è d'accordo su tutto

    Per questo nella campagna elettorale gli uomini di questo governo, in prima fila sulla questione GENTILONI-PINOTTI, vanno apertamente contestati in ogni loro uscita pubblica.

Partivano da Domusnovas, in Sardegna e arrivavano a Ta’if e Jeddah, in Arabia Saudita, poi venivano utilizzate per bombardare e uccidere i civili houthi nello Yemen. Le bombe in dotazione all’aviazione saudita che hanno provocato finora più di 10mila vittime in Yemen riportano spesso lo stesso codice di fabbricazione: A4447. La produzione è italiana, negli stabilimenti della tedesca Rwm, a Domusnovas, vicino a Iglesias. A denunciarlo, oltre ai militanti antimilitaristi sardi e italiani che lo hanno fatto per mesi, è una inchiesta sintetizzata in un video del New York Times “Bombe italiane,

pc 3 gennaio - Intercettazioni - un altro decreto in stile regime

Decreto intercettazioni, un semi-golpe in stile felpato


In silenzio, secondo il suo stile felpato, il “pacato Gentiloni” ha piazzato una delle “riforme” semi-golpiste che hanno caratterizzato tutta la legislatura guidata dal Pd. Certo, Renzi l’avrebbe sparata forte, ma – rumore a parte – la sostanza è stessa.
Parliamo del decreto sulle intercettazioni, approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri.
Cosa c’è di semi-golpista? Intanto il metodo. A Camere sciolte dal presidente della Repubblica, il governo prende una decisione che il Parlamento non può discutere, approvare o emendare.... questo decreto entrerà in funzione soltanto tra sei mesi, ma intanto è stato varato.
Una logica semi-golpista anche nel merito. Tra le molte misure messe nero su bianco ce n’è una che espropria il potere giudiziario di una prerogativa fondamentale: la formazione

martedì 2 gennaio 2018

pc 2 gennaio - NO all'intervento imperialista italiano in Niger - NO alla fornitura di bombe e armi per l'Arabia saudita che bombarda e massacra nello Yemen - nei prossimi giorni campagna di informazione e lotta - proletari comunisti/PCm Italia

pc 2 gennaio - Solidarietà popolare con la rivolta contro guerra carovita e repressione in Iran - a fianco delle donne e i giovani che la capeggiano, contro il regime reazionario iraniano e contro l'imperialismo che vuole intervenire - appello nazionale nei prossimi giorni

pc 2 gennaio - Gravissimi aumenti di tariffe e prezzi decisi dal governo per dare ancor più soldi ai padroni - Scateniamo ovunque la lotta contro il carovita, per aumenti salariali, per la difesa del reddito - slai cobas per il sindacato di classe - 7 gennaio riunione del coordinamento nazionale

pc 2 gennaio - Omaggio al compagno Pierre, dirigente del Partito Comunista Francese maoista - 20 gennaio Parigi

in via di traduzione

Hommage au Camarade Pierre

20 janvier à partir de 11h à la Bourse du Travail de Paris.



Le vendredi 8 décembre s’est tenu un premier hommage (photos ci-dessous) à notre Camarade Pierre, un hommage plus important sera réalisé le 

20 janvier à partir de 11h à la Bourse du Travail de Paris.

vendredi 8 décembre, nous avons rendu hommage au Camarade Pierre, pour sa crémation.
Malgré la date peu arrangeante pour de nombreux et nombreuses Camarades, beaucoup se sont rendus à cette cérémonie d’adieu.
Autour de son cercueil décoré du drapeau rouge frappé de la faucille et du marteau, les Camarades, proches et amis se sont exprimés. Tout le monde a souligné la qualité et l’extraordinaire volume de son engagement au service du peuple, dans le Parti Communiste maoïste bien évidemment, mais également au sein de la CGT, dont il était membre de la Commission Exécutive de l’UL du 15ème

pc 2 gennaio - G20- la repressione non ci fa paura! intervista con un attivista di Stoccarda

Il cemento si rompe, la solidarietà no

31 DICEMBRE 2017 |INFOAUT


Riportiamo di seguito la traduzione di un'intervista con un’attivista di Stoccarda sulla repressione durante la mobilitazione contro il vertice G20 ad Amburgo e le passeggiate al carcere di Stammheim a Capodanno. Oggi parliamo con Leonie, di Stoccarda. Ha partecipato alla mobilitazione e alle proteste contro il vertice G20 ad Amburgo ed è parte di un’iniziativa presente da vari anni a Stoccarda, attiva sul tema della repressione contro il movimento. La rete ha chiamato in passato manifestazioni contro la repressione e la ormai tradizionale passeggiata al carcere di Stammheim, il giorno di Capodanno.

Ciao Leonie!

Le proteste contro il G20 di Amburgo hanno causato un dibattito, anche e soprattutto esterno al movimento, sulla legittimità di determinate forme di protesta, ma anche sull’uso della violenza spropositato da parte della polizia in Germania. Nella mobilitazione per San Silvestro di quest’anno vi occupate particolarmente di questo tema e sottolineate il ruolo sistematico della Repressione nei confronti delle proteste contro il vertice. Puoi raccontarci un po’ meglio come è andata?

Già durante la mobilitazione preparatoria contro il G20 si percepiva chiaramente la repressione e la caccia alla streghe nei confronti del Movimento. Già mesi prima è stato annunciato mediaticamente che le forze statali erano pronte a tutto pur di impedire a „violenti di sinistra“ di mettere a ferro e fuoco Amburgo. Settimane prima del vertice pattuglie di sbirri perlustravano i quartieri vicini a quello in cui si sarebbe tenuto l’evento e fermavano a piacimento i passanti. Con questo si provava a