sabato 2 dicembre 2017

pc 2 dicembre - INDIA: giornalista assassinato da soldato - solo la guerra popolare guidata dal PCI (maoista) può fermare i crimini del regime fascista-indù di Modi

da nuova epoca

E' il terzo giornalista ucciso in tre mesi

26 novembre 2017
Il giornalista Sudip Dutta Bhaumik è stato assassinato dalla guardia del corpo di un comandante dell'esercito indiano. La guardia del corpo, che era un soldato, ha agito per ordine del suo comandante Tappan Debarma. S.D. Bhaumik ha pubblicato una serie di articoli in cui ha scoperto diversi casi di irregolarità finanziarie e corruzione. Il signor Bhaumik non era un comunista, ha semplicemente osato fare uso del suo diritto democratico alla libertà di parola. Questo è il secondo omicidio di un giornalista democratico negli ultimi due mesi in India. Nella città di Bangalore Gauri Lankesh è stato ucciso da sconosciuti assalitori. Lankesh ha criticato la corruzione e le politiche del governo. La corruzione è ovunque in questo stato marcio che sta cercando di sopprimere tutti i movimenti democratici, progressisti e rivoluzioanri e le azioni individuali.
Lo stato indiano fascista-indù si trova di fronte alla lotta rivoluzionaria più sviluppata al mondo. La guerra popolare guidata dal Partito Comunista dell'India (Maoista), la lotta armata delle masse rivoluzionarie in India, definita la più grande minaccia alla sicurezza interna, dal primo ministro Narendra Modi. Non c'è da meravigliarsi se i funzionari del vecchio stato indiano reagiscono a qualsiasi tipo di opposizione. Ma questa repressione nei confronti anche dei giornalisti democratici e di altre persone non farà altro che guidare il popolo verso la rivoluzione.

pc 2 dicembre - ILVA - FIM/CISL E UILM A BARI: 4 GATTI AL SERVIZIO DEL GOVERNO E DELLA MITTAL

Ieri è andata in scena a Bari, davanti alla sede del Consiglio regionale, la piazzata di chi ha già venduto gli operai dell'Ilva e i cittadini dei quartieri inquinati di Taranto al governo e ai nuovi padroni. 
La loro protesta è perchè non si devono disturbare i manovratori (cioè loro) ai tavoli romani, dove Calenda decide e loro incassano, facendo passare tra i lavoratori le chiacchiere del governo, di Mittal e dei commissari Ilva. 
“Eravamo ad un passo dall’inizio delle opere e della copertura dei parchi minerari – dice il rappresentante della Cisl... Abbiamo lavoratori a casa da tre anni, circa 850 unità che a gennaio sarebbero rientrati e invece così restano ancora fuori”. Ora si ricordano che vi sono già operai fuori in cig, quando loro hanno ampiamente sottoscritto e non contrastato prima i contratti di solidarietà e poi la cig. 
I sindacati confederali a Taranto dal 9 ottobre (giorno del grande sciopero e dei lunghi presidi all'Ilva) non hanno fatto un'assemblea, non hanno fatto un'iniziativa di lotta, sempre per non disturbare i manovratori, e si svegliano solo quando devono schierarsi al fianco del governo e di Mittal. 
Ma senza la lotta non ci sono gli interessi, i diritti, le rivendicazioni degli operai e della popolazione al tavolo romano, ma solo misere contrattazione sui numeri degli esuberi e sui tempi (comunque lunghissimi).
Quella di ieri somiglia alla manifestazione a fianco di Riva del 30 marzo 2012. 
Ma per fortuna, a differenza di quella, stavano solo funzionari e delegati e qualche operaio che non vuole ragionare con la propria testa.

pc 2 dicembre - SOSTENIAMO IN TUTTI I MODI LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 16 DICEMBRE - LO SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE E IL MFPR FARA' ANCHE INIZIATIVE LOCALI NELLA STESSA GIORNATA

MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 16 DICEMBRE ORE 14 DA PIAZZA DELLA REPUBBLICA ROMA 

APPELLO PER UGUALI DIRITTI E CONTRO LA GHETTIZZAZIONE DEI MIGRANTI/PROFUGHI

Siamo quelle donne e quegli uomini che attraversano il pianeta, decine di milioni di persone strappate alla loro terra e ai loro cari dalle scelte geopolitiche, economiche e ambientali dei potenti, costrette ogni giorno a combattere contro i fili spinati e i muri fisici e ideologici. Siamo i dannati della globalizzazione e delle politiche antisociali imposte dall'Unione europea e dalla Banca centrale europea (BCE) alle popolazioni d'Europa e d'Italia, che privano le persone del reddito, del lavoro e dell'alloggio indipendentemente dalla provenienza geografica.

Basta parlare di noi, su di noi, contro di noi, o al posto nostro. Basta fare affari sulla nostra pelle,

pc 2 dicembre - A Pisa solo repressione contro gli studenti

Contestata la ministra Fedeli. Scontri tra studenti e polizia a Pisa

E' iniziata presto la giornata di protesta per la visita della ministra dell'istruzione Fedeli e del presidente della repubblica Mattarella alla scuola superiore Sant'Anna.
Una cinquantina di studenti del vicino liceo artistico Russoli dalle 7.30 hanno bloccato con un picchetto l'accesso della loro scuola per poi dirigersi, insieme agli studenti e alle studentesse universitarie, verso l'università d'eccellenza blindata da decine di blindati di polizia e carabinieri.
Gli studenti medi, motivati dalla recente manifestazione della scorsa settimana in cui bloccarono il

pc 2 dicembre - Sul 25 novembre - nota per il dibattito - 2° parte - MFPR

(seconda parte) 

Ma alla manifestazione di Roma c'è stato purtroppo anche altro, anche questo eloquente e più grave.
Il rapporto, l'intreccio, oggettivo, ma anche soggettivo, tra l'azione di alcune principali esponenti di nudm romane e l'azione della polizia.
Finita la questione del pulmino - perchè l'Mfpr in maniera ferma ha detto che il pulmino non si toglieva, né andava in coda, e in questo ottenendo l'appoggio, sostegno, condivisione di tante donne, compagne, che in maniera schierata o cercando di “convincere” le romane, sono state un grande aiuto per respingere, mettere in difesa le esponenti romane di nudm - in maniera quasi di “passaggio del testimone” la parola e l'azione passa alla polizia.
Digos e polizia in forze vengono e pretendono che si tolgano due cartelli che avevamo affisso sul retro del pulmino. Uno diceva: “maschilisti, fascisti, poliziotti, giù le mani dai nostri corpi” (uno slogan iper usato nelle manifestazioni delle donne), l'altro diceva “Stuprano le donne, torturano i migranti, Minniti, governo siete i mandanti”. Se non li avessimo tolti – diceva la polizia, oltre a minacce di fermi, denunce, perquisizione del pulmino da parte della scientifica (pensavano forse di trovare droga, o armi...?) - la manifestazione non partiva...
Chiaramente, la reazione ferma e inamovibile delle lavoratrici e compagne del mfpr è immediata: i cartelli non si toccano! E alcune lavoratrici si schierano subito a difenderli, respingendo i tentativi della polizia (sia uomini che una donna) di strapparli, di fermare alcune compagne.
Quei cartelli erano più che giusti. Proprio quel giorno, altre 18 donne migranti, e bambini erano stati

pc 2 dicembre - Modena - A ogni sgombero una barricata! Massima solidarietà

Modena: dopo la repressione il riscatto sarà collettivo


 Manifestazione cittadina domenica 3 dicembre per il recupero degli stabili abbandonati e per gli spazi sociali. Ore 15 in piazza Matteotti a Modena.
Non hanno atteso nemmeno l'alba. Come ladri qualunque sono arrivati nella notte, in forze però, ben protetti da leggi e scudi e manganelli, gli stessi che proteggono sempre banche, politici e padroni, quelli che ti sbattono fuori casa o ti manganellano quando perdi il lavoro. Ieri mattina no, la mattina del 30 novembre si sono presentati con qualche blindato, hanno bloccato quasi interamente via Malmusi alle persone e via Trento e Trieste al traffico per sgomberare l'ex Cinema Olympia, luogo storico della città e riaperto dopo 15 anni di abbandono. Si sono intrufolati alle cinque svegliando i compagni e le compagne che lo presidiavano. Impossibile resistere. Un ulteriore stabile ri-regalato al degrado, nonostante la presenza di centinaia di stabili dal valore inestimabile lasciati a marcire.
Ci si è così riversati in consiglio comunale, dove abbiamo ottenuto un incontro immediato con alcuni assessori della Giunta comunale. Da quando era stato occupato lo spazio dell’Ex Cinema Olympia, infatti, si chiedeva a gran voce la possibilità di rendere stabile e fruibile al massimo questo percorso di autogestione, affinché diventasse punto di riferimento e alternativa per quanti chiedono spazio di ogni tipo in città. Questa trattativa hanno voluto intavolarla solo a sgombero avvenuto, cercando un rapporto di forza che fosse dalla loro, coscienti di quanto l’esperienza rinnovata dell’Olympia

pc 2 dicembre - Servizi segreti e fascisti un legame organico

Quegli “aiutini” degli apparati di Stato ai fascisti



L’ultima notizia è quella che nella Banca Popolare di Vicenza (che aveva acquisito la siciliana Banca Nuova ed ora è stata acquisita da Banca Intesa) ci sono i conti correnti dei servizi segreti (L’Aisi in particolare) adibiti a pagare i bonifici per “giornalisti, conduttori di programmi di informazione e intrattenimento su televisione pubbliche e private”.
La domanda che sorge spontanea è: c’è una relazione tra questa attività di “influenza” dei servizi segreti sui media e il fatto che i fascisti negli ultimi mesi siano stati così amplificati

pc 2 dicembre -Thyssen, nella fabbrica della morte dieci anni dopo - 6 dicembre - un ricordo a Taranto nel corso di un incontro dedicato all'ILVA ore 15 biblioteca comunale - info bastamortesullavoro@gmail.com

“Non voglio morire! Non voglio morire!”. Le grida degli operai della Thyssenkrupp, divorati dalle fiamme la notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, risuonano nitide nella registrazione della […]
“Non voglio morire! Non voglio morire!”. Le grida degli operai della Thyssenkrupp, divorati dalle fiamme la notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, risuonano nitide nella registrazione della telefonata al 118. “C’è stato un incendio. Abbiamo cercato di spegnerlo: senza riuscirci, senza niente. I ragazzi sono bruciati”, urla chi chiama i soccorsi. Quei lamenti, quegli strilli di dolore, quelle richieste disperate d’aiuto sembrano riecheggiare ancora adesso nel capannone dello stabilimento siderurgico torinese.

Da tre anni, in corso Regina 400, vanno avanti le operazioni di pulizia e di messa in sicurezza. Gli addetti ai lavori hanno lavato i pavimenti, smontato i carroponti, chiuso la maggior parte delle buche che una volta ospitavano le macchine. Tutto è stato smaltito, tutto è stato venduto. Compreso l’impianto di laminazione della linea 5, che otto mesi fa è stato portato via.
Lì, dove quella notte si è consumato il dramma, ci sono le transenne. L’area è stata recintata. Ma per

venerdì 1 dicembre 2017

pc 1 dicembre - OCCORRE UN "DIRITTO DISEGUALE" PER LE DONNE

L'articolo, di cui di seguito pubblichiamo stralci, è utile per contrastare una posizione, presente da destra nel campo Istituzionale, ma anche da sinistra in alcuni settori del movimento delle donne, sulla battaglia per l'uguaglianza delle donne. 

La questione dell'uguaglianza è chiaramente strumentale da parte della borghesia che via via utilizza sempre più il problema della disparità della condizione femminile rispetto a quella degli uomini (che chiaramente è vera) per affermare una "parità" nel peggio, vedi nelle condizioni di lavoro più pesanti, sulla questione dell'età pensionabile, ecc.; quindi il governo, i padroni non solo non danno più diritti alle donne, ma tolgono quelli esistenti, di tutela rispetto ad una condizione oggettivamente diseguale - che continua fortemente ad esserci. 
La condizione generale di disparità resta eccome, i pochi diritti "diseguali" invece no!

In alcuni settori del movimento femminista, soprattutto di area riformista, la questione della battaglia per l'uguaglianza viene posta in senso di più diritti per le donne, ma senza una critica e lotta di classe rischia di scadere, in questo sistema capitalista, negli stessi effetti dell'azione della borghesia.

Per questo le donne, sembra paradossale ma non lo è, devono lottare per un "diritto diseguale", che risponde alle condizioni "diseguali" di discriminazione, di doppio sfruttamento e oppressione delle donne. E questo non solo per l'oggi. 

Nelle lotte rivoluzionarie, nelle guerre popolari, es. durante la guerra popolare in Nepal, le donne maoiste dicevano che per affermare il potere della 'metà del cielo' occorre un “diritto diseguale”: ci battiamo per un potere che realizzi non “l'uguaglianza” ma la “disuguaglianza” e attraverso la disuguaglianza realizzi la vera uguaglianza. Perchè anche il potere del proletariato, socialista dovrà ancora per molto tempo dopo la rivoluzione "torcere per raddrizzare", affermare il diritto diseguale (cioè più diritti alle donne), perchè si affermi una vera liberazione che rompa ogni catena materiale e ideologica. 

(dall'articolo di Silvia Niccolai su Il Manifesto)
"Molti, anche esponenti politici, sostengono che una donna non dovrebbe essere discriminata in quanto madre, come sarebbe accaduto alla signora licenziata da Ikea qualche giorno fa.
È vero, ma dicendo questo non si coglie del tutto la posta in gioco.
Da quarant’anni il diritto antidiscriminatorio, dettato dalla Ue e interpretato dalla Corte di Giustizia, ripete che come genitori donne e uomini sono eguali. Giustissima idea, che però è servita a dire che sono discriminatorie le norme nazionali che assicurano alle donne tutele ulteriori rispetto a quelle strettamente legate al fatto biologico della gravidanza e del parto...
Perciò è stato considerato discriminatorio, nel 2008, che le pubbliche dipendenti italiane potessero andare in pensione prima degli uomini; così come, nel 1988, furono condannate norme francesi che anticipavano l’età pensionabile delle donne in relazione al numero di figli.
Per il diritto europeo, che condiziona quello italiano, nessuna donna può dire «sono stata discriminata in quanto madre» se un uomo nella sua stessa situazione sarebbe stato trattato allo stesso modo.
Se la condizione di genitore è considerata dal datore egualmente irrilevante nei confronti sia dei dipendenti, sia delle dipendenti, non c’è discriminazione...
In questo quadro, una donna licenziata perché si occupa di un figlio disabile...
Elogiatissimo per la sua lotta progressista contro gli stereotipi di genere, il diritto antidiscriminatorio è servito alla Ue a smantellare le legislazioni protettive del lavoro, e a ridurre il campo delle ragioni che un lavoratore può opporre al datore...
Dopo che il divieto di lavoro notturno per le donne fu abolito perché discriminatorio. le condizioni del lavoro notturno sono diventate più gravose per tutti i lavoratori...
la Ue ha demolito la legittimazione di ogni tutela nel lavoro e ha costruito il suo modello ideale: la persona che vive per garantire il soddisfacimento delle esigenze del mercato.
Non parliamo, dunque, di «diritti delle donne»...

pc 1 dicembre - Morti sul lavoro - il capitalismo uccide. La risposta è una sola: eliminare il capitalismo con la rivoluzione socialista

Oltre 13000 morti complessivi morti per infortunio sul lavoro in questi dieci anni, 6229 sui Luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere

Buongiorno, sono Carlo Soricelli curatore dell’’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro che compirà dieci anni di monitoraggio delle morti per infortuni sul lavoro il 31 dicembre 2017. Nacque per non far dimenticare la tragedia della Thyssenkrupp di Torino che avvenne esattamente dieci anni fa, nella notte tra il 6 e il sette dicembre 2007. Ricordo che rimasi sconvolto quando appresi della tragedia che colpì quei

pc 1 dicembre - Ilva Taranto... la via della lotta


pc 1 dicembre - Rio de Janeiro affonda nella crisi e si allarga la guerra contro il popolo - nuovo numero del giornale A Nova Democracia


pc 1 dicembre - I fascisti e filofascisti nelle istituzioni si muovono senza pudore - ANTIFASCISMO MILITANTE!


La Spezia - L’idea del Comune, di cui si discute da giorni, era di tirare fuori la statua di Costanzo Ciano dal Museo Navale, per valorizzarla. Ad andarsene dal Museo, invece, è stata la bancarella dei gadget, quelli della X Mas.
Pare che la Marina Militare Italiana non abbia gradito il dibattito sul confine fra la storia spezzina, e d’Italia, che rientra nell’eroismo della prima guerra mondiale, e quella che sconfina, dopo, nell’adesione al fascismo. Meglio rimuovere tutto. E anche se non è stato possibile avere conferma da fonti militari, è un dato di fatto: Ciano sta ancora nella sua aiuola, mentre i gadget della X Mas, al Museo Navale, non ci sono più.
Celebrare la X Mas e riabilitare anche la sua parte fascista era lo scopo dell'iniziativa.

pc 1 dicembre - Info "Potere al popolo": Una proposta di programma - Ci siamo già espressi contro questa presentazione... ne parleremo diffusamente nei prossimi giorni, è utile però conoscerne la posizione

In queste pagine abbiamo provato a sintetizzare i contenuti espressi dalle mobilitazioni degli ultimi dieci anni di crisi: assistiamo ogni giorno alla guerra dei ricchi contro i poveri, di quelli che hanno gli strumenti – economici, tecnici, legislativi – per arricchirsi sempre di più e quelli che resistono solo col proprio lavoro e la propria determinazione.
Di tutte queste mobilitazioni abbiamo registrato le voci all'assemblea del 18/11 a Roma, dove decine di interventi, da più parti d'Italia, hanno raccontato esperienze di resistenza, partecipazione, attivismo, lotta; abbiamo provato a costruire un programma minimo che le tenga dentro e le connetta tutte.
Abbiamo voluto scrivere un testo breve e incisivo perché crediamo che non ci serva un lunghissimo elenco di promesse e proposte, ma pochi punti forti su cui in tanti possiamo continuare a impegnarci con l’obiettivo del protagonismo delle classi popolari.
Vorremmo provare a formulare assieme alcuni elementi di metodo e di intervento quotidiano, da portare avanti anche a prescindere dalla prossima scadenza elettorale: sui temi qui indicati vogliamo crescere e tornare ad essere protagonisti nei nostri territori, prima, durante e dopo le elezioni. Speriamo davvero che questo testo possa essere dibattuto, integrato, migliorato dalla partecipazione di tante e tanti.


1. COSTITUZIONE

Vogliamo l'uguaglianza, vogliamo salari dignitosi, il rispetto di chi lavora. Perché su chi lavora è

pc 1 dicembre - IL CIRCOLO OPERAIO DI DALMINE (BG) AVVIA CON LA LEZIONE DEL PROF. DI MARCO UN CICLO DI FORMAZIONE OPERAIA DI TIPO NUOVO

pc 1 dicembre - AGLI OPERAI ILVA - COMUNICATO ALLA FABBRICA DELLO SLAI COBAS SC TARANTO

Respingere il ricatto del governo e di ArcelorMittal
per imporci il loro piano industriale e ambientale, che prevede esuberi, divisione degli operai in serie A (Mittal), serie B (amministrazione straordinaria), taglio dei diritti, allungamento dei tempi delle copertura totale dei parchi minerali e dell'ambientalizzazione delle fabbrica e del territorio.

Sindacati confederali si schierano con padrone e governo e vogliono mobilitare gli operai al loro fianco, contro gli interessi reali degli operai e dei cittadini di Taranto.

Il ricorso al Tar è legittimo, perchè governo e padroni non hanno tenuto in alcun conto delle osservazioni critiche sul piano ambientale di associazioni ed enti locali.

Non è vero che il ricorso interrompe l'applicazione del decreto, non è vero che il ricorso interrompe la trattativa, non è vero che Mittal sene vuole andare, non è vero che la fabbrica è a rischio chiusura. Sono argomenti del ricatto di chi sulla pelle di operai e cittadini vuole fare solo profitti e continuare a inquinare.
E' il governo che fa propaganda elettorale per piazzare i suoi a Taranto – Bellanova, De Vincenti e galoppini PD vari.

Operai e cittadini devono unirsi e lottare su:

* NESSUN ESUBERO – NESSUNA DIVISIONE RA OPERAI DI SERIE A E B
* COPERTURA ACCELLERATA E D'EMERGENZA DEI PARCHI MINERALI
* TANTI E TANTI NUOVI SOLDI PER LA BONIFICA REALE DEL TERRITORIO.

Se ne discute il 6 dicembre dalle 15 alle 19
alla biblioteca comunale, piazzale Bestat Taranto

info:
slaicobasta@gmail.com – 3475301704 – blog tarantocontro


SLAI COBAS per il sindacato di classe

pc 1 dicembre - Fascisti e neonazisti sdoganati dai mass media e protetti dalle istituzioni

Monza,  “Comune dà il patrocinio a mercatino solidale della onlus di estrema destra”.


Fascisti travestiti da benefattori alimentano la propria propaganda e diffondono i propri disvalori nascondendosi dietro iniziative apparentemente benefiche”. Lucrezia Ricchiuti, senatrice di Mdp, attacca la giunta comunale di Monza per aver dato il proprio patroncino a un mercatino solidale organizzato dall’associazione Bran.co. “Come denunciato dall’Anpi – spiega la senatrice in una nota – La onlus è una diretta emanazione di Lealtà Azione, organizzazione di estrema destra. Ma questo al sindaco e alla sua giunta sembra non importare”.
La manifestazione è in programma il 2 dicembre in piazza Roma, il cuore della città. “Un luogo simbolico, spazio solitamente concesso esclusivamente ad associazioni di volontariato”, commenta

pc 1 dicembre - "LAUREA A MINNITI? #FacciamogliLaFesta - DALL'UNIVERSITA' DI PERUGIA


Laurea a Minniti?
#Facciamoglilafesta


E’ recente la notizia che l'Università degli Stranieri di Perugia conferirà la laurea honoris causa in Relazioni Internazionali al ministro dell'interno Marco Minniti. La decisione dell'Ateneo legittima pienamente, premiandola, la capacità del fascistissimo ministro di dare esecuzioni efficace all’ ordine del sistema neoliberista, che ha nelle istituzioni europee alcuni dei suoi pilastri.

I due decreti firmati Minniti, cercando di raccontarci la loro idea di sicurezza, non fanno altro che portare avanti una stretta securitaria finalizzata alla selezione minuziosa di chi sta dentro e chi sta fuori, di chi è assimilabile ad un ideale fittizio di normalità, produttività, docilità, decoro e chi deve essere respinto ai margini della società, invisibilizzato e, nel caso, lasciato affogare in mare aperto o rinchiuso nei lager libici.

In particolare, così facendo, non si vuol far altro che mettere in atto un sistema di "pulizia" delle città e dei territori rimuovendo tutte quelle soggettività considerate indecenti, immorali, povere e socialmente pericolose.

Anche a Perugia non mancano esempi di tali politiche, una città sempre più svuotata dei sui spazi di socialità e reale partecipazione, un'università in profonda crisi, 450 esuberi di operai della Perugina, aumento dello sfruttamento e della precarietà non sono infatti questioni rilevanti. Ciò che importa è che la città sia attraente per i turisti ricchi, che non ci siano ostacoli all'opera di gentrificazione e pulizia.

Come donne, trans lesbiche e soggettività queer sappiamo bene il significato e il peso dei concetti di sicurezza così come di decoro, quindi respingiamo ogni tipo di confine e frontiera, travolgeremo ogni tentativo di costruire muri e barriere: tra i paesi così come tra i generi. Rifiutiamo un decoro che ci vuole tutte disciplinate, caste e depresse , vogliamo riprenderci le strade a ritmo della favolosità dei nostri corpi, liberi, ribelli e indecorosi.

pc 1 dicembre - Sul 25 novembre - nota per il dibattito - 1° parte - MFPR

(PRIMA PARTE)

Il 25 novembre a Roma hanno manifestato oltre centomila donne. La manifestazione e i numeri dimostrano che il movimento delle donne continua ed è grande. E' il più grande movimento in Italia e in Europa che attualmente c'è. A dimostrazione che, comunque, al di là delle contraddizioni interne al movimento, le donne hanno “una marcia in più”!

Questa manifestazione è stata per un verso una manifestazione simile all'anno scorso, per un altro verso diversa.
Simile, nel porre al centro delle parole d'ordine, degli striscioni, dei cartelli, degli slogan, la questione della violenza maschile contro le donne, della libertà di scelta delle donne; pochissimi invece quelli che facevano riferimento agli altri aspetti di attacco, di oppressione: lavoro, aborto, militarismo e alla denuncia del capitalismo, alla necessità, come risposta, delle lotta e ribellione delle donne; mentre assenti i riferimenti contro governo, padroni, Stato, ecc.
Simile, nel clima, spesso più da "festa" che espressione della rabbia, protesta, combattività delle donne.
Simile, per il carattere di classe prevalente piccolo borghese, anche medio borghese.
E' chiaro che vi erano tante lavoratrici, precarie, ma come realtà organizzate vi era solo Usb, alcune della Fiom e poco altro; mentre per la lotta delle scuole e Università, Link Uds.

Diversa, perchè mentre l'anno scorso era una manifestazione che esprimeva spontaneità, sorpresa per la ripresa forte nazionale del movimento delle donne - e i numeri, 200mila, stavano lì a testimoniarlo - quest'anno vi è stata meno spontaneità e più manifestazione canonizzata. Questo se da un lato è endemico, dall'altro è frutto essenzialmente di due aspetti:
primo, una maggiore azione delle esponenti principalmente romane di Nudm nella fase di organizzazione, perchè il corteo fosse canonico, pacifico, gioioso..., contrastando nei fatti le posizioni delle realtà più proletarie e di lotta che invece quest'anno volevano un corteo differente, combattivo, specchio della ribellione delle donne, un corteo espressione delle lotte delle donne su tutte le questioni: dal lavoro, alle discriminazioni, dalla repressione, alla militarizzazione dei territori, alla questione migranti; un corteo contro il governo, che toccasse anche alcuni luoghi simbolo dei Palazzi del governo. Queste erano state parte delle indicazioni venute dall'assemblea nazionale di Pisa, ma sostanzialmente ignorate una volta che la preparazione e gestione della manifestazione è tornata nelle mani delle rappresentanti romane di nudm, lì dove, invece, l'assemblea a Pisa aveva fatto incrinare questo egemonia romana;
secondo, la questione del "piano femminista"; questo ha indirizzato la manifestazione verso il "per",

giovedì 30 novembre 2017

pc 30 novembre - Sostegno alla quotidiana lotta dei migranti

Moncalieri, 50 rifugiati in piazza «Troppi ritardi: vogliamo i documenti»



Troppi ritardi nella consegna dei documenti. Per questo motivo, questa mattina, una cinquantina di rifugiati sono scesi in strada per protesta. La manifestazione è in corso a Moncalieri. I profughi, ospiti dell’hotel Meditur,hanno occupato via Postiglione: a gran voce chiedono di essere regolarizzati. Sul posto ci sono i carabinieri che stanno tenendo sotto controllo la situazione. Al momento non si registrazione tensioni, ma la situazione resta comunque delicata. I profughi si stanno spostando in strada Papera, qualcuno ha già abbandonato la protesta.

pc 30 novembre - Air Force Renzi 150 milioni di euro - Renzi, i suoi ministri, i suoi generali affogano in un mare di soldi sulla pelle di proletari e poveri!

Air Force Renzi, ora è ufficiale: costa 150 milioni di euro. È scritto in un documento del ministero della Difesa

Airbus quadrimotore - Un documento della Difesa - escluso dal report inviato in Parlamento - rivela il costo del noleggio da Etihad che dura fino al 2023
Air Force Renzi, ora è ufficiale: costa 150 milioni di euro. È scritto in un documento del ministero della Difesa

pc 30 novembre - Siderurgia da Piombino a Taranto... di cazzata in cazzata... Operai senza lavoro e senza salute, città inquinate

Acciaierie Piombino, Renzi: “Fatta una cazzata. Rossi e Landini vollero Rebrab”. Ma nel 2014 twittava entusiasta
Acciaierie Piombino, Renzi: “Fatta una cazzata. Rossi e Landini vollero Rebrab”. Ma nel 2014 twittava entusiasta
Tre anni fa era entusiasta. Si era intestato la vittoria su Twitter e l’aveva collegata ad altri suoi successi. Lo definì un accordo “strategico” e Piombino era “un pezzo di futuro dell’Italia”. Di più:

pc 30 novembre - Nelle campagne catanesi lo schiavismo del caporalato mafioso



Nel primo semestre dell’anno nelle campagne catanesi, dove è radicato il controllo capillare del territorio da parte della mafia e l’attività del caporalato, in gran parte, ad essa collegata, su 60 aziende agricole, controllate dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, 10 proprietari denunciati, scoperti 70 lavoratori (braccianti e raccoglitori) in nero, 170.000 euro le somme mai versate per i contributi alle lavoratrici e ai lavoratori con contratto.
Ma i dati ufficiali ci danno solo un quadro assai parziale sullo schiavismo diffuso nelle

pc 30 novembre - Università e guerra. Una assemblea nazionale a Bologna - note per il dibattito


Anche se le trattative riguardanti la costruzione di un Esercito Europeo in questi anni si sono svolte nel completo silenzio dei media e nella riservatezza delle stanze dei bottoni ormai non è più un segreto, è stato messo a bilancio. Le cifre sono poco chiare ma l’Action Plan presentato dalla commissione nel 2016 per il bilancio quinquennale 2017-2021 parlava di 25 milioni di euro da dedicare esclusivamente alla ricerca in campo bellico e di ben 3.5 miliardi da investire su progetti militari congiunti.
Ma cos’è l’Esercito Europeo? Esso nasce sostanzialmente dalla necessità che ha l’UE di rispondere in maniera compatta alle spinte inter-imperialistiche risultanti del nuovo assetto globale. Lo stesso Junker ha affermato:
-“Un esercito come questo ci aiuterebbe a coordinare meglio le nostre politiche estere e di difesa, e di adottarle collettivamente su responsabilità dell’Europa nel mondo”.
-Inoltre con un esercito comune dell’UE, il blocco potrebbe “reagire in modo più credibile alla minaccia alla pace in uno Stato membro o in uno Stato vicino”.
La formazione di tale organismo non è lineare, infatti, bisogna considerare che

pc 30 novembre - Intervista a Fabio - G20 Amburgo - dopo l'uscita dal carcere

Il racconto di Fabio finalmente libero dopo oltre 4 mesi di detenzione
La camicia azzurra sgualcita perché in carcere di certo non si possono stirare i vestiti. I capelli sistemati alla bell’è meglio, già ricresciuti, per apparire bene, nonostante l’enorme stanchezza. E forse c’è pure qualche capello bianco. Un’esperienza così segna. Qualche chilo in meno perché in carcere mangiava quasi solo «patate scotte senza sale, riso, pane e carne semi commestibile».
Ma una cosa non è cambiata: Fabio Vettorel ha stampato in faccia il sorriso di sempre. Glielo si legge proprio in faccia che «è bello essere libero».
Come hai vissuto questa esperienza?
«È stato più facile per me stare dentro come prigioniero politico rispetto ad un criminale

pc 30 novembre - Che succede a Taranto? Che succede all'ILVA? Leggi il blog tarantocontro

Titoli e commenti agli articoli di documentazione di tarantocontro a cura dello slai cobas per il sindacato di classe

1
Ilva, Fim-Fiom-Uilm Taranto: “Ricorso Tar allunga i tempi del risanamento” .. e quale sarebbe il risanamento? Dov'è ? e quando sarebbe? e chi sarebbe il risanatore ? Mittal? - questo piano non risana ma taglia e rinvia per questo deve essere respinto!

2
Ilva, i sindacati contro Regione e Comune: “Ricorso al Tar scelta irresponsabile” - sindacati confederali e la ruota di scorta Cgil sempre e solo dalla parte del Governo e di MITTAL!
  • i sindacati confederali sanno benissimo da quel tavolo possono solo venire esuberi -riduzione dei diritti e annunci mirabolanti di interventi sui parchi e gli impianti che facciano passare ora il piano Mittal
  • i sindacati confederali intendono come  trattative briciole e svendita degli interessi operai e cittadini
  • i sindacati confederali prendono come bersaglio facile Emiliano e le sue ambizioni..  per nascondere il problema che questa trattiva e i piani Mittal Governo sono respinti
  • dalle masse popolari tarantine e se si andasse a una vera assemblea generale sarebbero respinti dalla maggioranza dei lavoratori
  • i sindacati confederali vogliono una trattativa di facciata e accordi segreti nella sostanza sulla pelle di lavoratori e cittadini.. come è stato sempre finora questo spiega anche perchè la stessa uSB è stata tenuta fuori dall'incontro a Roma!
  • i sindacati confederali d'accordo con commissari e governo
  • vogliono trascinare i lavoratori al carro dei loro piani
  • quando invece sarebbe necessario il contrario
  • operai e masse popolari tarantine unite in un nuovo piano senza esuberi e taglio dei diritti, con la copertura dei parchi minerali in 'tre mesi' e con un piano condiviso di difesa di lavoro e salute
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Ilva - il viceministro Bellanova: “Rischiamo di vanificare tutto. _Bellanova vede vanificare la sua carriera - annunciata come candidata a Taranto e vice Renzi in pectore

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Ilva, Calenda ‘congela’ la vendita ad ArcelorMittal... un ricatto verso le istituzioni locali al servizio di Arcelor Mittal
’ Calenda parla all'assemblea della CGIL.. come fosse casa suaCalenda: Qui c’è una campagna elettorale sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini“.
…..siccome Calenda è ministro nel governo targato PD e lavora in proprio insieme a Minniti, come alternativa a Gentiloni e allo stesso Renzi se precipita.. chi sta facendo il ricatto elettorale insieme a quello occupazionale se non lui?

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Ilva - MISE ROMA - anche la USB messa alla porta! mentre l'UGL sindacato inesistente all'Ilva e portato da uomini nel governo ai tavoli, per fare da fiancheggiatore del governo... Ma è a Taranto in fabbrica e in città che si fannoi giochi e i conti con padroni, governo e sindacati complici
Ilva, USB fuori dal tavolo al Mise

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Ilva - di che si lamentano Calenda, De vincenti, Bellanova? Chi semina vento raccoglie tempesta... comunque solo i lavoratori e i cittadini in lotta uniti possono cambiare realmente le cose - ne parliamo insieme operai e ambientalisti il 6 dicembre ore 15 Biblioteca Comunale Taranto
Ilva, Comune e Regione impugnano l’ultimo decreto. Calenda: “Ostruzione irresponsabile”

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Ilva - la trattativa al Mise, un teatrino, un gioco truccato, la cui fine è nota: esuberi, taglio dei diritti, intensificazione dello sfruttamento... a meno che qualcosa cambi per l'ingresso vero e serio della lotta operaia e popolare
Tavolo al MiSE, criticità per Fim, Fiom e Uilm su esuberi, piani salariali e produzione tubifici

pc 30 novembre - A Ghedi 30 F-35 con 60 bombe nucleari

Manlio Dinucci | ilmanifesto.it
28/11/2017

L'aeroporto militare di Ghedi (Brescia) si prepara a divenire una delle principali basi operative dei caccia F-35. Il ministero della Difesa ha pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il bando di progettazione (importo 2,5 milioni di euro) e costruzione (importo 60,7 milioni di euro) delle nuove infrastrutture per gli F-35: l'edificio a tre piani del comando con le sale operative e i simulatori di volo; l'hangar per la manutenzione dei caccia, 3.460 metri quadri con un carroponte da 5 tonnellate, più altre strutture da 2.800 metri quadri; un magazzino di altro 1.100 con annesse una palazzina di due piani per uffici e la centrale tecnologica con cabina elettrica e vasche antincendio; 15 hangaretti da 440 metri quadri in

pc 30 novembre - Schiavitù in Libia: Grazie NATO!

Bruno Guigue | investigaction.net
Traduzione per Resistenze.org

20/11/2017

Una scoperta, le pratiche schiavistiche filmate dalla CNN? Siamo davvero sorpresi? Certamente no. L'11 aprile 2017, l'Ufficio internazionale per la migrazione aveva pubblicato un rapporto in cui si affermava che migliaia di migranti in transito attraverso la Libia venivano venduti come bestiame nei mercati degli schiavi, prima di essere sottoposti a lavoro forzato o allo sfruttamento sessuale. Questa realtà lo sapevano tutti e nessuno ha fatto nulla.

Non ricordiamo che Emmanuel Macron abbia detto qualcosa in occasione del suo primo viaggio presidenziale nella regione del Sahel. Ma è comprensibile: la sicurezza delle forniture minerarie dell'ex potenza coloniale è un affare molto più serio e non spreca tempo con le inezie. È un peccato, perché la Francia avrebbe avuto molto da dire sulla situazione in Libia.

Occorre non dimenticare: se questo paese è alla deriva, se è spezzato in fazioni rivali, se vi prevale la violenza, è perché la Francia e i suoi alleati lo hanno distrutto nel 2011. I mercanti di schiavi non

pc 30 novembre - Ignobili azioni vigliacche dei naziskin nel Veneto e a Como - E' il governo, è Minniti che ne devono rispondere!

 Il moderno fascismo che avanza  va fermato con la forza 


Migranti, così ritorna il fascismo: blitz dei naziskin contro i volontari di Como. 

Un'irruzione in pieno stile squadrista, ma con una pacatezza inquietante. Fermi, in piedi. Il cranio rasato, i bomber scuri. E un volantino. Letto a mo' di  "proclama" per dire "basta invasione", stop ai migranti e a chi li accoglie. Il blitz fascista e razzista  - di cui "Repubblica" mostra il video (diffuso in rete da Baobab Experience) - è andato in scena l'altra sera a Como. Gli autori sono una quindicina di naziskin del Veneto Fronte Skinhead, Che cosa è successo. In una sala al primo piano del Chiostrino di Santa Eufemia era in corso una riunione di Como Senza Frontiere, una rete che unisce decine di associazioni  a sostegno dei migranti. Migranti il cui flusso, da un paio d'anni, sta interessando Como (passa di qui una delle rotte dei profughi verso la Svizzera). Sono le 21.15 quando il gruppo di militanti neofascisti irrompe nei locali del Chiostrino. Il "portavoce" legge un volantino delirante in cui si parla di "sostituzione" del popolo europeo con dei "non popoli", e che dà contro a chi offre aiuti e assistenza ai migranti: i "soloni dell'immigrazionismo a ogni costo". "Per tutti voi figli di una patria che non amate più...", scandisce il capo del gruppo, mentre gli altri militanti sono disposti a semicerchio  intorno al tavolo dove siedono gli attivisti di Como Senza Frontiere. Lo stupore di chi partecipa alla riunione, e la forza pacifica con la quale i presenti decidono di non reagire alla provocazione, è disarmante. ... è evidente che i rappresentanti delle associazioni pro-migranti sono anche spaventati. La scena dura pochi minuti. Dopo la lettura del proclama, il capo del gruppo di Vfs si rivolge così ai padroni di casa: "Ora potete riprendere a discutere di come rovinare la nostra patria e la nostra città". I naziskin a quel punto abbandonano la sala. "Nessun rispetto per voi", dice una delle teste rasate. Il blitz dei neofascisti veneti - hanno sede a Lonigo, in provincia di Vicenza - segue le iniziative di due anni fa, sempre a opera loro e sempre a Como e in altre città: sagome di migranti dipinte a terra di fronte alle sedi della Caritas. Dura la condanna dell'Anpi nazionale. "E' intollerabile - dichiara la presidente Carla Nespolo - che un gruppo di chiara ispirazione neofascista interrompa una pacifica riunione per declamare uno sproloquio razzista. Questo ennesimo e vergognoso episodio, come anche la vicenda del corso di formazione per avvocati a Verona presentato dal presidente di un'associazione che si richiama al nazismo, impone una reazione politico-istituzionale immediata e strutturale. Chiederemo un incontro urgente al ministro dell'Interno"

mercoledì 29 novembre 2017

pc 29 novembre - Le sedi fasciste si bruciano col fuoco...

Sede di Fiamma Nazionale a Moconesi, striscione nostalgico dato alle fiamme


Sono passati dieci giorni dall’inaugurazione della nuova sede di Moconesi di “Fiamma Nazionale”, movimento di estrema destra che a Genova e in Liguria sta cercando di trovare adepti. E l’altra notte alcuni militanti antifascisti genovesi hanno lanciato un messaggio chiaro all’associazione di nostalgici della Repubblica sociale, rimuovendo uno striscione appeso a Genova proprio da Fiamma Nazionale nel quale si inneggiava contro l’immigrazione. E portandolo a Moconesi, fotografandolo

pc 29 novembre - Negato l’ingresso in Italia a Leila Khaled



Riportiamo questo comunicato dell'Unione Democratica Arabo-Palestinese anche se in disaccordo nel considerare la "impotenza delle istituzioni italiane e la loro incapacità a sottrarsi al ricatto sionista". Cari compagni l'imperialismo italiano, in quanto tale, agisce in piena collaborazione e convergenza di interessi con l'entità sionista non in posizione subalterna...
OGGETTO: NEGATO L’INGRESSO IN ITALIA ALLA COMPAGNA LEILA KHALED
Oggi, martedì 28 novembre 2017, Leila Khaled è stata fermata all’aeroporto di Fiumicino. Alla compagna è stato negato l’ingresso in Italia ed è stata forzata ad imbarcarsi sul volo successivo per Amman.
Questo grave episodio ha avuto luogo dopo i reiterati attacchi mediatici e a seguito di forti

pc 29 novembre - Bari in tanti a ricordare Benedetto Petrone. Siamo tutti antifascist* Benedetto Vive

pc 29 novembre - "potere al popolo"... il morto che si mangia il vivo.. e non solo perchè la via elettorale al potere al popolo è morta da tanti anni, ma perchè sono gli interpreti del passato di questa via i primi a salire sul carro



Sabato 18 novembre, al Teatro Italia di Roma, alla convocazione del collettivo dell’ex OPG occupato Je So’ Pazzo hanno risposto i lavoratori garantiti, i precari, gli attivisti, gli studenti. Uomini, donne, giovani, anziani, italiani e stranieri che non vogliono rassegnarsi, come ha detto il segretario del Partito della Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo, “ad essere rappresentati da Bersani o da D’Alema”. Concetto ribadito anche dall’eurodeputata Eleonora Forenza che seppellisce il cadavere del Brancaccio sottolineando come “non si potesse costruire nessuna reale alternativa con forze come MDP che hanno votato tutto, con forze che hanno sostenuto la modifica dell’art. 81 della costituzione sul pareggio di bilancio”.
“E non poteva che essere così, dal momento in cui MDP, con D’Alema e Bersani sono quelli che

pc 29 novembre - Mercatini con logo fascista a Bolzano e Torino

«Anche se la città ha altri problemi che non un logo, faremo le opportune verifiche e se emergerà che quell’immagine è stata usata proprio per richiamare il fascismo chiederemo che venga cambiato». Sono le parole dell’assessore al Commercio della Città di Torino, Alberto Sacco, sulle polemiche per il logo della Mercatini di Bolzano, la società che si è aggiudicata il bando per gestire i mercatini tematici in corso di allestimento per il Natale.
Il logo dell’azienda raffigura un arco e una M che ricorda un emblema fascista, in particolare il Monumento alla Vittoria con sotto la grande lettera di mussoliniana memoria. La prima ad accorgersi della curiosa coincidenza era stata nelle scorse settimane l’azienda di promozione turistica di Bolzano, poi sono seguite le polemiche sollevate da Pd e Anpi. Impossibile quindi che oggi, in occasione della presentazione a Torino delle iniziative per il Natale, la questione passasse sotto silenzio.

pc 29 novembre - Carcere assassino Torino - Scoppia incendio al Ferrante Aporti: ustionati tre giovani detenuti immigrati, due sono gravissimi

Mentre gli agenti della polizia penitenziaria si lamentano solo delle aggressioni che ricevono e non delle condizioni impossibili  dei giovani detenuti!

Tre giovani detenuti del carcere minorile "Ferrante Aporti" di Torino, due tunisini e un russo, sono rimasti ustionati questa sera in un incendio scoppiato all'interno della struttura. A provocarlo, secondo i primi accertamenti, sarebbero stati alcuni reclusi che, per motivi ancora da chiarire, hanno dato fuoco a un materasso e ad alcune suppellettili e sono stati poi fermati dagli agenti della Polizia

pc 29 novembre - Celebrazione dell'Ottobre nelle Filippine

October Revolution celebrations! Philippines


pc 29 novembre - La relazione tra SDF curdi e USA è una tragica illusione - Il successo tattico parziale contro ISIS è in cambio di un abbandono strategico della autodeterminazione nazionale e sociale - proletari comunisti/PCm


Gli anti-imperialisti devono comprendere la relazione tra SDF e Stati Uniti

Dopo l’ISIS, gli Stati Uniti abbandoneranno subito i propri alleati curdi?
Il 17 ottobre, le Forze Democratiche Siriane hanno annunciato la liberazione di Raqqa dalle forze reazionarie dello Stato islamico dopo la cosiddetta "Grande Battaglia”, in cui oltre 600 dei loro compagni hanno perso la vita. La liberazione della città dal gruppo fascista più brutale della regione è stato un grande momento di giubilo per le forze delle SDF, sia nelle sue milizie arabe che nelle forze prevalentemente curde delle Unità di Protezione Popolare (YPG) e delle Unità di Protezione delle Donne (YPJ).
In particolare, il ruolo delle militanti delle YPJ è servito come fedele promemoria che si trattasse di una battaglia che riguardava tanto la liberazione delle donne dalle costrizioni della schiavitù quanto quella della città nel suo complesso dalla brutalità che aveva sopportato fin dal 2014. Le immagini di donne vestite in uniforme militare che cantano 'Jin Jiyan Azadi' (Donna, Vita, Libertà) dopo aver preso la piazza centrale di Raqqa, insieme alle loro compatriote delle Unità delle Donne di Sinjar che si erano unite alla battaglia per vendicare il massacro del 2014 delle loro sorelle Yazide di Sinjar erano smisuratamente potenti. Dopotutto, è qui che i fascisti dello Stato islamico (ISIS) avevano effettuato esecuzioni pubbliche non molto tempo fa, esponendo le teste mozzate delle loro vittime. Era impossibile immaginare una giustapposizione di immagini più radicalmente diversa.
Eppure, non erano solo le forze socialiste e femministe del movimento a guida curda a rivendicare Raqqa come propria vittoria. La città era stata ridotta in macerie dai raid aerei della coalizione guidata dagli Stati Uniti, che ha sostenuto dal cielo l'assalto delle SDF all’autoproclamata capitale dello Stato islamico. Per gli Stati Uniti, si è trattato di un'opportunità per gongolare del loro ruolo nella lotta al "terrorismo", tanto quanto hanno tentato di rivendicare la paternità del salvataggio di Kobane nel gennaio 2015, quando è iniziato il coordinamento tra le YPG / YPJ e gli Stati Uniti. 'Operation Inherent Resolve' è stata, secondo loro, un grande successo.
Le basi dell'Alleanza USA-SDF
L’alleanza tra SDF e Stati Uniti ha causato un grande senso di confusione e alienazione a molti

pc 29 novembre - Nei campi di lavoro le lotte continuano



Campi di lavoro, nuovi e vecchi, di diversi tipi e dimensioni, e gli immigrati che sono costretti a viverci dentro, oramai in tutta Italia, che fine hanno fatto? O meglio come sono e diventano funzionali ai discorsi e alle “prese di posizione” degli ultimi mesi – impregnati ancora di più, ahi noi, di qualunquismo, paternalismo, colonialismo e ipocrisia (non dimentichiamo che siamo in piena campagna elettorale)? Pensiamo soprattutto al Sud Italia, dove questi campi sono nati e vengono perfezionati da istituzioni e padroni, arrivando a celebrare quella che si potrebbe definire la terza (e definitiva) accoglienza per chi è costretto a restare per farsi sfruttare, ma questi contesti oramai si incontrano dovunque per tutto il bel paese.
In Puglia, nonostante le numerose violenze delle istituzioni sia verso gli immigrati, assediati, deportati, uccisi, silenziati e manipolati, che nei confronti di chi ne sostiene i percorsi di lotta e porta solidarietà e attenzione, i percorsi di autodeterminazione e autorganizzazione continuano –

pc 29 novembre - Amazon uccide. Un cronista racconta l’orrore - di Alan Selby *

da contropiano



Un giornalista del quotidiano inglese Mirror è andato a vedere da molto vicino come si lavora in Amazon. Si è fatto assumere e ha registrato anche un bel po’ di immagini. Ironicamente, aveva comprato la sua mini-telecamera proprio sul sito di Amazon.
La realtà che ne viene fuori è quella che ha raccontato ogni lavoratore, soprattutto quelli che hanno scioperato – nello stabilimento di Piacenza – in occasione del Black Friday. Solo che qui, a raccontarlo, c’è un “testimone indipendente” – un giornalista vero, non uno di quelli a busta paga dei servizi segreti italiani – e quindi non può essere smentito come “di parte”, come spesso avviene quando a parlare è un terribile “sindacalista di base”. Il Mirror, peraltro, non ha certo fama di essere un foglio “rivoluzionario”. Anzi.
Le conclusioni possono essere molte, ma alcune sono certificate. a) Nemmeno un maratoneta ben allenato – e Selby lo era, al momento entrare in Amazon – può reggere quei ritmi; b) quel che Amazon fa è legale, secondo le leggi inglesi (ed europee, visto che si lavora così anche in Germania e Italia), il che significa soltanto che la legalità esistente è quella che favorisce dei criminali; c) tutte le chiacchiere sulla “web economy” sono fuffa vuota: lo sfruttamento esiste in ogni meandro della produzione capitalistica, e ogni salto teconologico – nel regime del profitto – non libera affatto l’uomo dalla fatica, anzi, la perpetua nelle forme più antiche.
Ci scuserete per la traduzione un po’ zoppicante, fatta in fretta e furia. Ma ci sembrava utile farvi leggere quanto segue, visto che tra poco dovrete anche voi – come noi – decidere cosa comprare per il rito natalizio.
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Pause per andare in bagno troppo brevi, obiettivi impossibili e lavoratori addormentati a piedi: la vita brutale di chi lavora nel magazzino di Amazon.
Alan Selby è andato in incognito presso il magazzino Tilbury nell’Essex, dove vengono regolarmente chiamate ambulanze e dove i lavoratori devono affrontare “il sacco” se non riescono a confezionare almeno due articoli al minuto.
Sono solo in una gabbia chiusa a chiave, a 10 piedi dal mio collega più vicino, un robot si avvicina all’ombra e spinge verso di me una torre di scaffali.
Ho nove secondi per afferrare ed lavorare un articolo da spedire per l’imballaggio: l’obiettivo è 300 articoli l’ora, un’ora dopo un’altra, incessantemente.
Mentre mi piego sul pavimento, devo tener alta la mia testa per compiere un flusso infinito di ordini; il mio corpo mi urla.
Benvenuti nel piano di raccolta di Amazon. Qui, mentre le telecamere guardano ogni mia mossa, uno schermo di fronte a me offre costanti ricordi delle mie “unità all’ora” e esattamente quanto tempo è stato richiesto per ognuna. Questo è il più grande impianto europeo di imballaggio del gigante online, destinato a distribuire 1,2 milioni di articoli un anno.
In qualità di principale rivenditore del Regno Unito, ha fatturato l’anno scorso 7,3 miliardi di sterline. Ma un’indagine del Sunday Mirror rivela oggi che questo successo ha un prezzo – lo stress quotidiano dei suoi lavoratori.