lunedì 19 giugno 2017

pc 19 giugno - Macron, il giovane rampollo della borghesia imperialista francese, parte subito con la repressione operaia e lo stato d’emergenza permanente!

Commentiamo tralci da un articolo di Repubblica online di oggi

Da dove comincia Macron, che rappresenta una netta minoranza di francesi? Da dove aveva promesso: la riforma del lavoro, cioè con il Jobs act alla francese, che somiglia molto a quello italiano e a quello di tutti i paesi capitalisti/imperialisti; cioè dal peggioramento delle condizioni della classe operaia, e per prevenire la forte protesta sociale renderà permanente lo stato d’emergenza!
La “riforma del lavoro”, chiamata addirittura la “riforma del secolo” e la “chiave necessaria per sbloccare il sistema industriale francese”, è l’ennesimo tentativo di scaricare sulla classe lavoratrice i disastri di un sistema sociale in perenne “crisi”.

 … “Le riforme di Macron partiranno proprio dal lavoro; la riforma più importante in tutti i sensi, perché sembra essere la chiave necessaria per sbloccare il sistema industriale francese, l'innovazione inevitabile per attirare nuovi investimenti. Ma anche la riforma su cui il presidente sa già che avrà i sindacati in piazza. Per questo vuole anticipare i tempi, per arrivare alle prossime elezioni godendo dei frutti positivi delle riforme.

 … “Nelle riforme del lavoro quindi molti predicono che non cercherà lo scontro per lo scontro, ma perseguirà l'obiettivo di ridare flessibilità al mercato. Il governo crede nella prevalenza della
contrattazione aziendale su quella nazionale e di categoria; prevede referendum fra i lavoratori; prevede di ridurre il diritto del lavoratore licenziato abusivamente alla riassunzione, in cambio di indennizzi. Verranno rivisti i sussidi di disoccupazione, si vorrà proteggere "il lavoratore e non il posto di lavoro", facendo intervenire la formazione professionale in maniera più mirata.

E per buttare fumo negli occhi dell’opinione pubblica Macron pensa anche a “combattere” la corruzione. Infatti: “Seconda riforma le Leggi sulla morale della politica, una serie di provvedimenti per ridare legittimità a una classe politica che non è stata mai travolta da una Tangentopoli all'italiana, ma che da anni è sempre più delegittimata. Vietati più di 3 mandati al Parlamento e nei grandi comuni; saranno pubblici i contributi e i beni degli eletti; una banca di Stato presterà soldi ai partiti che ne avranno bisogno (in cambio di garanzie).”

E infine l’instaurazione dello stato di polizia lungo il percorso del moderno fascismo: “Terzo settore di riforme già avviato, le norme sull'Antiterrorismo. Macron ha già creato di nuovo all'Eliseo una "cellula" di coordinamento dei servizi segreti che gli dà la capacità di controllare direttamente gli apparati divisi fra Interni e Difesa. Ma sta pensando a rendere permanente lo Stato d'emergenza, andando contro le sue stesse promesse elettorali.

Di fatto è la polizia che scavalca o aggira i vari controlli di legittimità e di merito della magistratura: avrà problemi, sia a sinistra che con la destra più liberale. Ma su questo troverà meno resistenza dai francesi impauriti dal terrorismo.” Questo è l’auspicio di Macron e opinione del giornalista di Repubblica. Noi crediamo che invece i “francesi” dovranno scatenare una grande “resistenza” contro tutte le riforme di Macron e soci.

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