sabato 6 maggio 2017

pc 6 maggio - Verso il G7 di Taormina - donne contro Trump e G7 in assemblea a Palermo - una mobilitazione e lotta tra le due linee

Cronache ed estratti a cura delle compagne Mfpr Palermo

L’assemblea si è tenuta alla ex Fonderia del Comune, organizzata “dall’assemblea contro la violenza maschile sulle donne”, sigla che mette insieme compagne del centro sociale Ex karcere, rappresentanti del Coordinamento 21 luglio, donne area Cobas ecc,   vi hanno partecipato poi compagne del Mfpr e lavoratrici dello Slai Cobas s.c., altre compagne giovani e studentesse anche di Catania, Marsala…

Nell’introduzione  una compagna  del centro sociale ha prima fatto un brevissimo excursus su come è nata l’assemblea… violenza di genere come fenomeno sociale che ci riguarda tutte… e poi ha valorizzato l’8 marzo che a Palermo ha visto scendere in tutta la giornata un migliaio di donne in cui si sono unite diverse generazioni, lavoratrici, studentesse ecc.; ha denunciato Trump come maschilismo, sessismo, valorizzando la campagna elettorale contestata da donne, ..poi si è collegata al g7 dicendo che quelli che si uniranno sono distanti da tutti i bisogni delle popolazioni e questo g7 è un’occasione per rafforzare il filo rosso con tutte le donne che sono scese contro Trump. Questa assemblea non si vuole fermare a questo preciso evento ma vuole andare avanti nel suo percorso… l’8 marzo ci siamo prese le strade, lo sciopero, dobbiamo imparare a prenderci tutto e ha fatto la proposta pratica di uno spezzone di donne combattivo.

Sono cominciati gli altri interventi e si è delineata subito la differenze tra le due linee:

da un lato le compagne che fanno riferimento al'ex Karcere e le studentesse di Catania e Marsala… hanno tutte posto la necessità di scendere come donne in lotta per il g7 perché Trump rappresenta il sessismo, maschilismo di questa società ma non solo, quindi si sono dette di fatto d’accordo con lo spezzone, in particolare la compagna di Marsala facente parte del coordinamento provinciale in difesa del territorio ha citato la manifestazione del 21 ottobre regionale contro le esercitazioni Nato, la questione dei migranti, Messico… ha detto che l’8 marzo è stata una bellissima giornata di lotta e il g7 è un’ottima occasione per dare continuità e una ottima vetrina in cui le donne possono portare contenuti anti sessisti, Trump è contro le donne ma le donne devono essere contro Trump.

Un’altra compagna giovane ha sottolineato che la scelta della Sicilia non è casuale ma ben architettata e proiettata (vedi, tra l’altro, lo spreco di denaro che si sta facendo in infrastrutture quando fino a ieri la gente non aveva niente, facendo un collegamento anche con i terremotati); ha sottolineato la questione “sicurezza” che secondo il governo deve essere solo per loro e contro tutti gli altri, perciò essere a Taormina è importante come donne non solo per le politiche di Trump ma anche di Gentiloni… aborto, obiezione di coscienza, e ha fatto un esempio della Le Pen che non si può considerare affatto una donna femminista e si è detta d’accordo con lo spezzone
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Poi c’è stato un  primo intervento MFPR che ha trattato diversi punti:
valorizzazione di questa assemblea dopo lo sciopero dell’8 marzo a Palermo;
analisi di Trump= fascio imperialismo che è il concentrato dell’odio fascista degli uomini verso le donne
le donne borghesi come la Boschi, la Lorenzin… che in preparazione del il G7 hanno redatto un documento di cui noi diciamo “Non in nostro nome”, non potranno mai presentare un documento a nome della maggioranza delle donne, facendo esempi concreti di ciò che c’è scritto in questo documento (le donne come risorsa per il PIL del paese, cioè al servizio del Capitale, le donne che devono accedere a percorsi di istruzione sempre più tecnici nelle scuole, come ha affermato la Fedeli, cioè nuove braccia fresche femminili da sfruttare doppiamente nelle fabbriche…), perché le donne non sono tutte uguali ma ci sono le borghesi, le piccolo borghesi e le proletarie;
valorizzazione dello sciopero delle donne nazionale  (numeri, ma anche questione dello sciopero vero che ha fatto preoccupare i padroni vedi la repressione delle lavoratrici)…
è importante perciò che al G7 le donne siano in prima linea portando i contenuti necessari e in questo senso dando una risposta combattiva nelle forme in cui si potrà essere conflittuali ...  
Poi si è fatto riferimento all’assemblea di Roma: da un lato la valorizzazione di essa ma dall’altro la nota dolente rispetto al G7, ignorato o male affrontato ed è stato necessario rompere lo schema del tavolo ci si partecipava, fare pressione per una presa di posizione di lotta e di come le risposte delle organizzatrici siano state deludenti e vanno criticate : ' sono state un affronto, offesa per le donne del sud, come se il g7 fosse una questione solo locale e non addirittura internazionale' denunciando la nota negativa comunque di un movimento nazionale che almeno in quella sede non ha preso posizione;  la borghesia ci fa la guerra e quindi anche noi ci dobbiamo considerare in guerra…
-  proposta di una mozione rispetto all’assemblea nazionale di Roma…

Un’altra compagna del centro sociale ha ripreso alcuni passaggi  del nostro intervento in merito al fatto che dobbiamo creare una rottura;  ci dobbiamo schierare dalla parte di ciò che è giusto e necessario… ha fatto riferimento alla repressione, decreto Minniti, che rende l’emergenza sociale una questione a vita; al terrorismo mediatico che impera su Taormina ma non solo… e sempre riferendosi all'intervento  Mfpr sulle donne borghesi ecc ha denunciato lo schema  di chi dice che  ci sarebbero donne “meritevoli” che sono quelle al potere e che si schierano con loro e che stanno presentando il documento, e quelle “non meritevoli” che saremmo noi… noi siamo le donne che per loro siamo un problema e questo è un punto a nostro vantaggio (vedi lo sciopero/repressione Noi non vogliamo essere meritevoli nel senso di essere allineate al sistema; sul tema della “difesa” che sarà discussa al g7 noi donne non vogliamo più essere difese ma ci dobbiamo attrezzare per difenderci noi stesse; d’accordo con lo spezzone.

Studentessa di Catania: 
ha valorizzato il lavoro all’università per lo sciopero dell’8 marzo con banchetti, e questa assemblea di oggi rappresenta una continuità perché l’8 marzo è tutti i giorni e coinvolge anche il g7.
Studentessa media si è detta d’accordo con lo spezzone e partecipazione al corteo.
- Nessuna delle partecipanti era stata all’assemblea di Roma –

Dopo sono cominciati gli interventi dell’altra linea, piccolo-borghese pacifista e anche filo istituzionale (coord. 21 luglio, area cobas, docenti legati a quest’area filo istituzionale e da “boria senile”). La linea è stata subito chiara: dietro la premessa: ma quanto è bella questa voglia di reagire però hanno detto di non essere d’accordo su tutto ciò che è relativo al g7.con il pretesto di dire che non solo Trump è concentrato del patriarcato, ma anche l’uomo di sinistra è nel patriarcato [?]… per attaccare l'analisi classista del movimento delle donne su donne borghesi, piccolo-borghesi e proletarie divise per errori (senza specificare quali), indicare  il femminismo degli anni ’70 alle giovani presenti, non come riferimento di lotta vincente ma come argomento di mero studio; quindi la linea opportunista di destra sostiene il problema vero è che bisogna trovare un linguaggio femminile,  affermando che  lo spezzone femminile al G7 non è quello che ci può rappresentare né violare la zona rossa, perché sono rituali che convalidano le politiche della borghesia e sono atteggiamenti maschili. Conclude dicendo che le donne con le armi sono una pratica maschile da rigettare ricevendo l’applauso della componente di destra dell'assemblea
la reazione delle compagne MFPR è stata dura: se parlare di donne con le armi sarebbe una pratica maschile: “che mi dici allora delle partigiane o delle donne curde?” E qui è successo un po’ di parapiglia.
Un’altra della loro area  ha ripiegato per  sottolineare che le donne curde e le partigiane si sono trovare nella necessità perché in quel caso era giusto ribellarsi [!!!]
La rappresentante del coordinamento  21 luglio ha detto che non riconosceva assolutamente la nostra obiezione e comunque “noi abbiamo il culo di poter scegliere una forma differente di quella canonica del corteo e che bisogna avere creatività, idee fresche ecc.” (senza dire quali).
La compagna del MFPR è intervenuta di nuovo:
un intervento con tono ancora più incazzato partendo dalle lotte quotidiane che si fanno con le lavoratrici, i rapporti di forza che ci sono in campo, la creatività che si mette in campo dal nostro punto di vista, che può essere anche la consegna di una lettera ma si fa contrastando polizia ecc. e quindi il fatto che non si tratta di pratica maschile ma di fare ciò che è necessario (citando perfino le suffragette prima dell’intervento… e la coscienza della necessità); qui abbiamo ricordato a proposito di pratica maschile di metterci d’accordo sul significato, e si racconta in breve dell’episodio tra le organizzatrici a Roma che volevano togliere il volantino con la forza; suscitando l’incazzatura di una presente che ha detto con veemenza “dipende da cosa volevate attaccare”, ma appena ha sentito che si trattava della piattaforma dello sciopero come la intendiamo noi si è zittita; e quindi una lotta che ha una concezione politico-militante non meramente tesa allo scontro per lo scontro ma appunto per fare ciò che è necessario fare!

Subito dopo c’è stato un altro intervento di un’altra compagna del centro sociale che se pur ha  messo in evidenza la posizione oscillante di questo centro sociale che vuole mantenere una unità tra queste donne dicendo che non si deve uscire da questa assemblea con spaccature, dall’altro però ha continuato dicendo che le donne che imbracciano le armi non sono una pratica maschile vedi le donne curde, mentre è differente se una donna si arruola nell’esercito dello stato, e che relativamente al g7 è chi sta al potere che impone le zone rosse e quindi è legittimo cercare di contrastarle perché Trump come tutti gli altri non ha alcuna legittimità nell’imporle, e comunque ci dobbiamo conquistare uno spazio politico, non perché siamo donne dobbiamo fare solo parole…
Una compagna di Niscemi è intervenuta leggendo un appello a sostengo delle donne Nomuos che a seguito della manifestazione dell’8 marzo 2015 hanno ricevuto denunce dalla questura di Gela…

Alla fine l’assemblea ha rinviato ad un altro incontro di tipo organizzativo (su fb pubblicato l’evento per lo spezzone donne contro Trump).

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