lunedì 8 maggio 2017

pc 8 maggio - Solidarietà e sostegno alla lotta dei prigionieri politici palestinesi

 Nuova dichiarazione del movimento dei prigionieri palestinesi

  •  6 maggio, 20° giorno dello sciopero della fame.
Lo sciopero è stato lanciato da 1500 prigonieri palestinesi il 17 aprile, nella giornata dei prigionieri palestinesi, e ad esso si sono uniti una serie di noti leader del movimento dei prigionieri e del movimento nazionale palestinese. Marwan Barghouti, membro del comitato centrale di Fatah, ha lanciato lo sciopero; e leader di tutti i movimenti politici palestinesi, inclusi il segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Ahmad Sa’adat, il leader del FPLP Ahed Abu Ghoulmeh, il leader del Islamic Jihad Zaid Bseiso, i leader di Hamas Hasan Salameh e Abbas al- Sayyed, il leader del FDLP (Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina) Wajdi Jawdat, il leader del Partito Popolare Bassam Khandakji e molti altri, inclusi i prigionieri detenuti da più tempo Nael Barghouti e Karim Younes.
Gli scioperanti hanno una serie di richieste/rivendicazioni, tra cui la fine dei divieti delle visite dei familiari, il diritto ad appropriate cure mediche, il diritto all’educazione in prigione e la fine dell’isolamento e della “detenzione amministrativa”, l’incarcerazione senza accusa o processo.
La dichiarazione che segue è stata rilasciata oggi in lingua araba dal movimento dei
prigionieri palestinesi a nome degli scioperanti ed è tradotta in italiano qui di seguito. Invitiamo con urgenza alla sua distribuzione nella misura più ampia possibile, e all’implementazione della sua chiamata all’azione, inclusa l’intensificazione della nostra organizzazione internazionale e solidarietà per costruire supporto, in giro per il mondo, ai prigionieri palestinesi in sciopero della fame e per le loro rivendicazioni legittime di dignità e libertà.
Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso,
“Dicevano loro: “Si sono riuniti contro di voi, temeteli”. Ma questo accrebbe la loro fede e dissero: “Allah ci basterà, è il Migliore dei protettori” – Il Sacro Corano.
Dichiarazione rilasciata dal movimento nazionale dei prigionieri palestinesi Comitato per lo Sciopero della Fame.
Mentre lo Sciopero della Dignità del movimento dei prigionieri entra nel suo 20° giorno, è l’inizio di una fase di estremo pericolo per le vite dei prigionieri in sciopero della fame. Questo giorno, infatti, segna anche un punto specifico nel contesto degli attacchi allo sciopero da parte del governo fascista dell’occupazione, che ieri ha annunciato, a guida del Ministro della Sicurezza Interna Gilad Erdan, che si sta lavorando per reclutare medici da un altro paese per compiere il crimine di alimentare forzatamente i prigionieri, e che questo odioso crimine si terrà nella clinica della prigione di Ramle, che abbiamo sempre vissuto come luogo di isolamento e tortura. Siamo anche minacciati di repressione e omicidio da parte delle unità repressive al-Matsada, e siamo informati della loro prontezza a possibili sviluppi e scontri dentro la prigione.
Questa tendenza porta con sé la prepazione ad una crimine mirato contro i prigionieri, con l’intenzione dell’omicidio. È chiaro che ora siamo nella fase successiva, quella della repressione, degli abusi, e dei tentativi di porre fine allo sciopero minacciando la vita dei prigionieri. Le preparazioni in corso indicano che c’è una decisione, presa nei confronti dei prigionieri, che vuole la loro morte per mano di una banda di fascisti a Tel Aviv. Questo è ciò che rende questo scontro un momento straordinario. Affrontarlo richiede chiarezza di visione, progetti e attività che si innalzino al livello richiesto. Sottolineiamo che il governo di assassini fascisti e di forze della sicurezza non ha ancora capito bene la nostra decisione a che 50 prigionieri guida si uniscano allo sciopero, e che se questo messaggio non è ancora giunto alle bande sioniste, ne verranno a conoscenza nei prossimi giorni.
In questo contesto, enfatizziamo che qualsiasi tentativo di implementare il crimine dell’alimentazione forzata contro qualsiasi prigioniero in sciopero della fame avrà, per noi, il significato di un progetto di esecuzione dei prigionieri. Lo affronteremo secondo questi termini, e trasformeremo le prigioni in luoghi di scontri con i nostri nudi corpi, armati della nostra fede, della nostra volontà, della nostra determinazione e della nostra fiducia che il nostro popolo, la nazione araba e islamica, e le forze della libertà e della giustizia nel mondo staranno al nostro fianco. Questa è una lotta per la libertà in opposizione all’ingiustizia, alla persecuzione e all’oppressione, una battaglia per preservare e lottare per i valori umani conro la barbarie e il razzismo, rappresentati dall’occupazione e dai suoi attori.
Siamo consapevoli della serietà della situazione presente, progettata dai fascisti del governo di Tel Aviv. In questo contesto, ci appelliamo a che:
1) Dopo 20 giorni di sciopero e l’arrivo dei prigionieri ad una fase pericolosa e fatale, facciamo appello per una settimana di indignazione condivisa da tutte le componenti del popolo palestinese, in patria e in esilio, un momento in cui il nostro popolo riversi la sua lava, i suoi vulcani, la sua rabbia nei siti dello scontro con l’occupazione. Questo significa anche la continuazione delle marce, delle proteste e dei sit-in, e delle marce verso le tende di sit-in in solidarietà con i prigionieri nei villaggi e nelle città, nonché l’accerchiamento delle ambasciate dell’occupazione in giro per il mondo;
2) Chiediamo che l’Autorità Palestinese interrompa immediatamente il coordinamento della sicurezza con l’occupazione. Questi sono giorni di scontri e azione nazionali;
3) Ci appelliamo a che si avvii una campagna internazionale più ampia da parte dei medici arabi e palestinesi, che avvisi dei pericoli dell’accettazione da parte dei medici a partecipare al crimine dell’alimentazione forzata dei prigionieri;
4) Chiediamo con urgenza l’azione affinché si perseguano e si processino i criminali dell’amministrazione carceraria dell’occupazione, delle agenzie dei servizi segreti, e il Ministro della Sicurezza Interna, il terrorista Gilad Erdan; (chiediamo) azione giudiziaria ovunque nel mondo, annunciando liste di nomi, ufficiali e ministri del nemico da perseguire come criminali di guerra;
5) Ci appelliamo a che si formi una cornice nazionale palestinese guida, inclusiva e partecipata da parte di tutte le forze nazionali e islamiche, e da parte di figure nazionali palestinesi, che guidi e segua le azioni di lotta per i prigionieri palestinesi a livello palestinese, arabo ed internazionale. Enfatizziamo the necessità che il comitato che segue la questione dei prigionieri nella Palestina occupata guidi la formazione di questa cornice. Il popolo palestinese ovunque sia ha un ruolo cruciale da compiere nel promuovere la lotta dei prigionieri. Questo conflitto deve essere rappresentato e supportato da una cornice nazionale e unificata;
6) Ci rivolgiamo ai giovani uomini e alle giovani donne palestinesi, agli studenti, ai lavoratori, alle forze rivoluzionarie che tengono il futuro nelle loro mani, e chiediamo con urgenza che partecipino creativamente alla lotta e che ricoprano il ruolo che viene richiesto loro. Non avete mai deluso i prigionieri per un giorno, e continuerete a portare avanti la lotta, e noi ci appoggiamo a voi.
In conclusione, i prossimi giorni porteranno sviluppi da parte nostra, e mentre affrontiamo le politiche dell’occupazione, affronteremo questa politica di esecuzioni approvata dal governo dell’occupazione contro di noi, i prigionieri della lotta di resistenza armata e della lotta popolare quotidiana.
“Gli ingiusti vedranno, ben presto, il destino verso il quale si avviano.”
Gloria ai martiri e la rivoluzione continua. Marciamo sui passi della vittoria!
I vostri fratelli, compagni e mujahideen Il Movimento dei Prigionieri Palestinesi, 6 maggio 2017 20° giorno dello Sciopero della Libertà e della Dignità.
Trad. Tamara T.
da: invictapalestina.org

Nessun commento:

Posta un commento