sabato 13 maggio 2017

pc 13 maggio - India - Varavara Rao: la valutazione del PCI (Maoista) sul 50° anniversario di Naxalbari

“In India, la rivolta armata contadina di Naxalbari, di cui ricorre il cinquantesimo anniversario, fu influenzata e ispirata dalla Grande Rivoluzione Culturale Proletaria in Cina. Sotto la guida del compagno Charu Majumdar - uno dei due grandi dirigenti, maestri e fondatori del PCI (Maoista) insieme a Kanhai Chatterjee - Naxalbari fu un evento che aprì una strada, segnando un nuovo inizio nella storia della rivoluzione democratica del Paese”.
Questa è la valutazione del Comitato Centrale del PCI(Maoista), contenuta nel suo appello a celebrare i quattro grandi eventi della storia per l’edificazione del socialismo a livello mondiale, tra cui il cinquantesimo anniversario di Naxalbari.
È ovvio che i Maoisti, e ancor più il PCI (maoista), oltre ad alcuni gruppi e singoli rivoluzionari in
tutto il paese, sono i veri eredi del movimento Naxalbari in India. Senza costruire un partito bolscevico che nello spirito bolscevico riesca a unire nella rivoluzione indiana tutte queste forze rivoluzionarie, in India non si può realizzare la Rivoluzione di Nuova Democrazia, tappa verso il socialismo.
Naxalbari è una linea di demarcazione in tutti gli aspetti della politica, della società e della cultura semi-feudali e semi-coloniali indiane: tra classi sfruttatrici e sfruttate, tra oppressori e oppressi, tra la borghesia compradora e le grandi masse di contadini e operai, tra la politica parlamentare e la via alternativa del popolo. Cioè, in una parola, la lotta di classe, con la direzione dalla classe operaia come avanguardia, affinché il popolo prenda il potere statale, le forze produttive e cambi i rapporti di produzione.
Il movimento di Naxalbari definì per la prima volta il carattere dello Stato come dittatura semi-feudale e semi coloniale della borghesia compradora. Assunse il maoismo, il marxismo-leninismo di questa epoca. come visione del mondo. Respinse la politica parlamentare. Scelse la via della
Rivoluzione di Nuova Democrazia e intraprese una guerra prolungata contro lo Stato, con la lotta armata come forma principale di lotta. A Naxalbari il programma economico di lotta per la terra fu avviato il 23 maggio 1967 con le popolazioni Santali dei villaggi di Naxalbari e Kheribari che occuparono le terre e imposero il loro diritto su di esse fino al 25 maggio, dando la vita per proteggerlo contro l'intervento delle forze armate statali.
Il suo programma militare era la guerra di guerriglia fino a liberare i villaggi e per entrare infine in una guerra aperta per conquistare il Centro. Oggi, in Dandakaranya, Bastar in Chhattisgarh e Gadchiroli in Maharashtra questo stesso programma ha raggiunto la fase della guerra di movimento.
Il suo programma politico era “tutto il potere al popolo”, come quello dei soviet nella Russia sovietica e delle Comuni nella Repubblica Popolare Cinese. Questo programma politico era già effettivo, in forma embrionale, a Naxalbari, Srikakulam, Wynad e negli altri territori delle lotte contadine degli Adivasi, e per questo aspetto anche durante la lotta armata contadina in Telangana (1946-51).
Questo programma è stato assunto in forma salda, viva e cristallina con l’adozione della risoluzione di formare i comitati Grama Rajya nel Plenum Straordinario del PCI (ML)-People’s War del 1995. Nonostante negli anni 1995-2003 questi siano stati schiacciati in centinaia di villaggi nel Nord Telangana, con assassini in falsi scontri e altre forme sanguinarie e illegali per imporre le politiche imperialiste della globalizzazione, in Dandakaranya hanno resistito e negli ultimi dodici anni hanno raggiunto lo stadio di Janatana Sarkar (nuovo potere, ndt), in cui un fronte unito autonomo e autosufficiente esercita il potere sui contadini piccoli medi e ricchi. Gli Adivasi, i Dalit e le classi oppresse governano se stessi sotto la direzione del Partito, con l'Esercito Popolare Guerrigliero di Liberazione che protegge il potere alternativo del popolo. Ed è per questo che oggi vediamo scatenare la guerra contro il popolo, in particolare nell'India orientale e centrale, nelle regioni Adivasi di Jangalmahal in Bengala, Saranda in Jharkhand, Dandakaranya, Andhra-Orissa Border e nei Ghati occidentali.
Lo spirito di rivolta popolare di Naxalbari è stato nei fatti portato avanti dal PCI (ML) dell’Andhra Pradesh, assumendo l'esperienza della lotta armata contadina in Telangana nell'applicazione della linea di massa e nella formazione di organizzazioni di massa, in particolare dopo la sconfitta del movimento Srikakulam. Dopo la sconfitta e martirio di Charu Mazumdar nel 1972, fu elaborato un bilancio autocritico e si fece ogni sforzo per formare un Comitato Organizzatore Centrale, che infine, in pieno Stato di Emergenza, definì la “Via alla Rivoluzione”, nella riunione del Comitato Regionale di Telangana del 1976. Come eredità della lotta armata in Telangana, nel 1970 fu fondata l’Associazione degli Scrittori Rivoluzionari - Virasam. Nel 1972 ci fu il Jana Natya Mandali, una grande esplosione del movimento culturale popolare, nel 1973 fu fondata Pilupu - rivista delle masse oppresse, e nel 1974 fu costituita l'Unione degli Studenti Radicali - RSU.
Durante lo stato di emergenza l'RSU dovette darsi alla clandestinità e portò avanti studi sulle relazioni agrarie nei villaggi paragonabili agli studi condotti in Hunan sotto la guida di Mao Tse Tung, cui seguirono grandi sollevazioni di massa per l’occupazione di terre da parte dei braccianti poveri, in particolare Dalit e delle altre classi oppresse. La seconda conferenza della RSU a Warangal chiamò gli studenti e i giovani ad “andare nei villaggi” per diffondere la politica della Rivoluzione di Nuova Democrazia e ad le masse senza terra a occuparle e combattere per proteggerle.
Nel settembre 1978 a Jagityal si tenne un raduno, poi noto come Jagityal Jaitra Yatra, cui seguì l’occupazione di terre in 150 villaggi e la proclamazione del diritto del popolo su di esse. Da allora in poi è una storia continua di lotta di classe con linea di massa. Nel 1980 si costituì il CPI (ML) People’s War, che, nella “Prospettiva Dandakaranya”, inviò squadre in Sironcha in Maharashtra e Bastar in Madhya Pradesh.
La “Prospettiva Dandakaranya” indicava che, a differenza delle basi d’appoggio liberate dello Yenan in Cina, la rivoluzione indiana avrebbe necessitate di più basi d’appoggio per innescare la Rivoluzione di Nuova Democrazia, in quanto questa sarebbe stata anche la rivoluzione apripista per raggiungere il socialismo nel mondo.
Nel 1999 il PCI (ML) Party Unity, attivo in Bengala, Bihar, Delhi e Punjab si fonde con People’s War e prende il nome di PCI (ML) Peoples War.
Il 21 settembre 2004, il PCI (ML) People’s War e il Maoist Communist Center - MCC, che ha una lunga storia di lotta di classe in Bihar e Bengala sotto la guida del compagni Dakshinadesh - si uniscono nel PCI (Maoista).
Nel 2007 si tiene il congresso d’unità del PCI (Maoista), che segue il primo congresso del PCI (ML) nel 1970. Negli ultimi dieci anni la guerra popolare nel paese è continuata, seguendo la direzione del PCI (Maoista). Naxalbari è ancora la linea di demarcazione tra i vari PCI (ML) che partecipano alle elezioni parlamentari, pur parlando di lotta armata, e il PCI (maoista) che applica il boicottaggio le elezioni e assume la lotta armata come forma principale della lotta di classe.
Nonostante alti e bassi, progressi e arretramenti, da quando nel 1976 è stata adottata la linea di massa, c'è stato un percorso continuo. Un movimento che oggi, anche secondo le dichiarazioni del governo centrale, vediamo in 16 stati, dove c’è un'organizzazione del PCI (Maoista), e in molti di questi, in particolare in DK, AOB, Jharkhand e Bihar, Ghat occidentali, si conducono lotte armate sostenute da organizzazioni massa. E in DK esiste la Bhoomkal Militia, cioè l'Esercito Popolare Guerrigliero, che difende il potere popolare.
Anche se in apparenza furono lotte per la terra, quelle degli anni '70, a Naxalbari come a Srikakulam o in Telangana, furono autentiche lotte anti-feudali, antimperialiste, che avevano sì la parola d’ordine “la terra a chi la lavore”, ma miravano alla presa del potere statale per il popolo. Per questo i compradori al potere nel governo centrale e degli stati lo guardano con paura e lo marchiano come “la più grande minaccia interna” al sistema e allo stato.
La politica della globalizzazione imperialista adottata dal governo indiano nel 1991 come nuova politica economica ha dimostrato la visione di Naxalbari, che caratterizzava lo Stato come un’alleanza di forze compradore, feudali e imperialiste.
La via di Naxalbari, applicata in Dandakaranya, Bihar e Jharkhand, AOB, Ghati Occidentali e Jangalmahal, adotta un programma di sviluppo popolare per difendere ricchezze naturale e il lavoro umano dal saccheggio delle multinazionali e dalle grandi aziende dell'India orientale e centrale.
Qualunque sia il partito politico al potere nel sistema parlamentare - tanto a livello nazionale o locale - esso applica la politica della globalizzazione e perciò i patrioti, i democratici, gli ambientalisti, tutti quelli che vogliono veramente mantenere la sovranità popolare devono essere solidali con le lotte delle grandi masse di questo paese, in particolare Adivasi, Dalit, contadini, operai, donne, musulmani, studenti e giovani disoccupati nei diversi settori non organizzati, sotto la guida del PCI (Maoista) e delle altre forze rivoluzionarie per politica alternativa, autonoma, autosufficiente autogovernata, che apra la via alla Rivoluzione di Nuova Democrazia. Questo è il sogno delle migliaia di martiri che hanno dato la vita nella lotta contro questo sistema sfruttatore e il suo stato.
Non occorre entrare nei dettagli della degenerazione della politica parlamentare, specie alla luce di 72 voti a Irom Sharmila in Manipur e delle elezioni in UP, dove il BJP è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta senza lasciare un solo seggio ai musulmani.

Quindi, la sola speranza lasciata alle forze democratiche in questo Paese è la Rivoluzione di Nuova Democrazia, il compito democratico ancora incompiuto assegnatoci 50 anni fa da Naxalbari.

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