venerdì 12 maggio 2017

pc 12 maggio- Argentina - in centinaia di migliaia scendono in piazza per contrastare l 'offensiva reazionaria del governo che concede impunitá ai torturatori della dittatura fascista che causó 30.000 desaparecidos


“Mai più terrorismo di Stato, mai più impunità per i torturatori”:

Cinquecentomila in piazza a Buenos hanno risposto dal basso alla sentenza della Corte Suprema che ha riconosciuto applicabili i benefici dello sconto di pena ad un condannato per crimini di lesa umanità. La mobilitazione di ieri, lanciata solo quattro giorni prima dalle Madres di Plaza de Mayo, ha travalicato ogni immaginazione e previsione, fiumi di persone arrivavano per ore e ore da qualunque parte della città occupando interamente il centro della capitale. Mezzo milione di persone in piazza nella sola Buenos Aires hanno trasformato una violenta offensiva reazionaria in una sconfitta politica durissima per il governo.

 Mentre grandi mobilitazioni stanno contrastando la politica antioperaia e antipopolare del governo  una sentenza della Corte Suprema fa esplodere nel paese lo scontro politico su un tema assolutamente centrale per l’Argentina come la verità e la giustizia rispetto ai crimini dell’ultima dittatura civico-militare (1976-1983).



La scorsa settimana infatti la Corte Suprema, con la votazione decisiva di due giudici nominati dal presidente Macri, ha riconosciuto applicabile il beneficio dello sconto di pena ad un condannato per crimini di lesa umanità. Stabilendo l'applicazione del cosiddetto 2x1 per Luis Muiña, condannato nel 2011 a 13 anni di carcere per crimini di lesa umanità per la sua partecipazione al gruppo paramilitare di sequestratori SWAP che operava presso l’Ospedale Posadas, ha segnato un precedente inedito e pericoloso. Il beneficio del 2x1 si concede in base ad una legge vigente tra il 1994 e il 2001, oggi derogata, applicabile per reati comuni, e prevede la commutazione di due anni di pena per ogni anno di carcerazione preventiva.

Non era mai stato applicato nei casi di condannati per crimini di lesa umanità: fino ad ora ogni richiesta di applicazione di tale beneficio era stata rifiutata da tribunali minori, ed era la prima volta che la Corte Suprema veniva chiamata a pronunciarsi. L’indignazione nel paese è stat enorme: è in gioco la riduzione della pena per altri 750 repressori condannati per delitti di lesa umanità, è in gioco la valenza a politica di una lotta che da quaranta anni le Madres e le organizzazioni per i diritti umani,  portano avanti per la memoria e contro l’impunità del terrorismo di Stato.

Il referente per i diritti umani Perez Ezquivel ha definito una "aberrazione giuridica” voluta dal governo la sentenza votata da tre giudici su cinque della Corte Suprema di Giustizia (due dei quali per nomina di Macri, poi ratificata dal Senato), le Madres hanno chiesto la destituzione dei tre giudici che hanno emesso questa sentenza. Intanto il governo ha dovuto fare marcia indietro e poche ore prima della manifestazione il Senato ha votato con una maggioranza schiacciante (211 voti a favore, 1 contrario e 1 astenuto) una legge che rende inapplicabile il beneficio 2x1 per i condannti per crimini contro l’umanità. Il fatto che la votazione sia avvenuta poche ore prima del corteo che già si annunciava immenso segnala la protesta popolare


Nora Cortiñas, come tutte le Madres che parlano dal palco, viene accolta da un canto immenso che dice “Madres de la plaza, el pueblo las abraza”: “Vogliono distruggere quanto abbiamo faticosamente conquistato con la lotta popolare, ma noi diciamo: memoria, verità, giustizia. Mai più terrorismo di Stato, mai più repressione, mai più silenzio né oblio. Non si torna indietro. Vogliono liberare quelli che hanno desaparecido 30mila figli nostri, quelli che hanno stuprato, ucciso, torturato, vogliono far tornare in libertà questi assassini genocidi, vogliono che camminino liberamente con noi nelle strade, per metterci ancora paura. Noi non accettiamo, non ci stiamo. Questo governo disconosce il terrorismo di Stato, vuole screditare le lotte per i diritti umani. Ma oggi tutti assieme diciamo che non si torna indietro, hasta la victoria siempre!”.

In silenzio si ascolta parlare le Madres dal palco, con gli occhi lucidi e la determinazione che si sente nell’aria, poi si leva un coro infinito che si ripete ad ondate sulla piazza e nelle cinque vie piene di fiumi di persone che continuavano ad arrivare dopo ore da qualunque parte della città: “el pueblo unido jamas serà vencido”, e poi un boato immenso risponde alle Madres: “30mil detenidos desaparecidos, presentes, ahora y siempre”. Sul palco con i loro fazzoletti bianchi, queste donne immense, che da quaranta anni senza sosta non si arrendono all’impunità e alla violenza,
Una piazza che non chiede, afferma. Che non dimentica, ricorda. Che non vuole tornare indietro, ma lottare per cambiare il presente. Con i 30mila desaparecidos sulle foto, sui cartelli, mano nella mano con il ricordo e una promessa che vibra tra i corpi, un coro si alza dalle centinaia di migliaia di persone nella piazza, e continua a ripetersi nelle strade limitrofe, senza sosta, e ripete una promessa: “Como al los nazis, le va a pasar, adonde vayan los iremos a buscar” (“finirete come i nazisti, ovunque andrete vi verremo a prendere”). Mai più nessun repressore impunito, dicono le Madres. Mai più, rispondono centinaia di migliaia di persone.

Galleria fotografica tratta da Notas Periodismo Popular*:

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