martedì 4 aprile 2017

pc 4 aprile - CON IL "MERCATO DEI BONUS AZIENDALI" I PADRONI GUADAGNANO I LAVORATORI IMPOVERISCONO I LORO SALARI

(Da Repubblica) - "E adesso l’azienda riempie la busta paga di biglietti del cinema, ingressi alle terme e soggiorni estivi per tutta la famiglia. Ecco il salario accessorio del lavoratore 2.0. In sostanza l’azienda si trova in mano un tesoretto da poter inserire nella contrattazione di secondo livello, sotto forma di premi produttività, senza incidere sul costo del lavoro".

Si tratta, in realtà, di un vera e propria forma di sostituzione del salario effettivo. Al posto di aumenti salariali che agli operai spettano di "diritto" (sempre, chiaramente, all'interno del modo di produzione capitalista e del rapporto capitale/forza-lavoro), le aziende danno i bonus.

(idem) - "Il welfare aziendale, grazie ai suoi sgravi, sta prendendo piede soprattutto nei settori che hanno bisogno di aumentare la produttività ma dispongono di poca liquidità come contropartita nella negoziazione salariale....  Le imprese del Nord Ovest risultano quelle più dinamiche nell’abbracciare piani di welfare aziendale.Se si escludono le mense e buoni basto e gli orari flessibili, le categorie di benefit più diffuse sono: l’assistenza sanitaria (42,5%), le convenzioni e agevolazioni al consumo (35,2%), i permessi di paternità (25%), i benefit per lo studio dei figli (23,2%) e lo Smart working (22,9%). Istruzione e cultura, offerte per conciliare i tempi di lavoro con quelli del tempo libero..."

I padroni, in questo modo, riducono il valore della forza-lavoro e aumentano i loro utili in tre modi: sia, appunto, attraverso i mancati aumenti salariali contrattuali, sia attraverso l'aumento della produttività (per cui nello stesso arco di tempo l'operaio produce di più e quindi si riduce relativamente la parte del costo della forza-lavoro), sia attraverso la defiscalizzazione (dato che gli interventi di welfare aziendali non sono tassati).

Ma c'è anche un risvolto ideologico dei bonus...: 
(idem) - "Basti pensare al bonus bebè di Brazzale, dal 1784 produttore di formaggi, che ha deciso di sostenere la natalità dei 500 dipendenti concedendo uno stipendio più, circa 1.500 euro, a chi fa figli". 

Su questo si sta sviluppando un vero e proprio mercato di "offerte", per evitare che i lavoratori vogliano tornare ad avere solo e sicuri soldi in busta paga.
E da questo mercato stanno fiorendo aziende che ci fanno profitti di rapina e inganno per i lavoratori!

(idem) - «I l welfare aziendale? Lo immagino come una grande piattaforma di ecommerce, dove il lavoratore scorre agevolmente i prodotti in vetrina e poi “acquista” quei beni e servizi che desidera con un semplice click»... Anzi, per essere efficace deve muoversi con le stesse logiche di Amazon o Zalando. Se lo scaffale virtuale dei benefit è esiguo o concentrato in poche categorie di beni o servizi, ad esempio solo nella salute o nell’istruzione, molti dipendenti — magari i più giovani — potrebbero sentirsi esclusi, ritenersi insoddisfatti e perciò non comprare niente... (sarebbe) in gioco lo sviluppo stesso del welfare come forma alternativa di retribuzione. «L’azienda sbaglia se intende erogare servizi standard a persone particolari. I benefit vanno tagliati su misura. In caso contrario si rischia di ritrovarsi con dipendenti che rifiutano il welfare e che vogliono di tornare ai premi di produzione in liquidità»...
Nel 2016 Easy Welfare ha chiuso il bilancio con 5 milioni di fatturato per una crescita del 50% rispetto all’anno precedente. E il 2017 dovrebbe proseguire con tassi di sviluppo a doppia cifra". 

MA NON SEMPRE, PER FORTUNA, TROVANO I LAVORATORI CONSENZIENTI, COME INVECE LO SONO I SINDACATI CONFEDERALI...: 
(idem) - "Lo dimostra il caso dei dipendenti dell’Electrolux di Susegana che non hanno accettato il welfare aziendale sotto forma di buoni pasto e piccoli doni in elettrodomestici come sostitutivo della liquidità..."

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