giovedì 13 aprile 2017

pc 13 aprile - Pietro Secchia rivoluzionario eretico alla libreria Metropolis

Una buona partecipazione di pubblico ha seguito, ieri sera, la presentazione del libro "Pietro Secchia rivoluzionario eretico" di Bordeaux edizioni alla Libreria Metropolis di Roma. Sono intervenuti uno degli autori, Danilo Ruggeri, e il figlio di Secchia, Vladimiro.
Come libreria abbiamo spiegato l'importanza di queste iniziative per la formazione politica in contrasto con l'analfabetismo politico dilagante, per conoscere la storia del movimento operaio che si tenta di annullare e le sue tappe più gloriose, le pietre miliari della Resistenza antifascista e le lotte degli anni '70.
D. Ruggeri ha evidenziato l'attualità di Secchia per tornare a pensare la Politica, da "l'azione svolta dal Partito comunista in Italia durante il fascismo, a "le armi del fascismo" al discorsi al Senato del 22
maggio e 16 giugno 1967 dal titolo: "Colpo di Stato e legge di pubblica sicurezza".
Secchia, "il dirigente politico più amato dalla base", ha rappresentato ai massimi livelli il proletariato italiano, con una fedeltà assoluta alla linea del partito, anche quando non la condivideva.
Ci avviciniamo al 25 Aprile e siamo all'interno delle celebrazioni per il centenario dell'Ottobre Rosso, dobbiamo conoscere la storia di questo Partito, di com'è stato costruito in funzione della guerra rivoluzionaria, di quella che è stata un guerra di popolo diretta dai comunisti. E' una lotta anche al revisionismo storico che serve alla cancellazione delle conquiste del proletariato italiano da parte dei vari governi dei padroni.
Con Secchia riprendiamo il concetto di unità politico-militare dei combattenti comunisti durante la Resistenza (dall'introduzione a  "La guerriglia in Italia").
Col dopoguerra assistiamo al cambiamento di natura del PCI, dal Partito bolscevico al partito di massa, che ha portato al "divorzio" della classe operaia col suo Partito, diventato poi irreversibile con le lotte dell'autunno caldo. E qui, come libreria, abbiamo rimarcato il limite di Secchia "prigioniero della sua storia politica. Infatti non considererà mai l'idea di farsi organizzatore e riferimento politico di ciò che andava costituendosi a sinistra del PCI". Riforme di struttura/democrazia di tipo nuovo, via parlamentare/conflitto sociale fuori il parlamento diventano il nuovo asse strategico di questo Partito. Un altro tema dibattuto è se “la sua figura ha rappresentato idealmente l’anello di congiunzione tra le spinte rivoluzionarie ancora presenti nel Pci degli anni Cinquanta e Sessanta e le alternative alla sua sinistra che dagli Sessanta inizieranno a prendere forma”.
Altra questione importante è la lotta al revisionismo che Secchia non ha portato avanti all'interno del Partito.
Il figlio di Secchia ha ricordato la morte per avvelenamento del padre, il caso Seniga e il rapporto con l'editore Feltrinelli.

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