venerdì 3 marzo 2017

pc 3 marzo - I servizi segreti di Renzi-Minniti-Gentiloni orchestrano e pianificano la repressione

Quattro pagine dedicate agli anarchici-insurrezionalisti, una ai gruppi marxisti-leninisti, tre sui movimenti antagonisti e una paginetta e mezza sui gruppi fascisti.

Sul versante di piazza, l’area antagonista, probabilmente anche a causa della sua frammentazione, non è riuscita a coinvolgere nella mobilitazione il nuovo proletariato urbano” scrivono i servizi, “Nell’ultima parte dell’anno le varie componenti del movimento hanno recuperato una certa coesione intorno alla campagna per il NO al referendum costituzionale percepita come un obiettivo tattico e un’occasione propizia per coinvolgere nel processo conflittuale le varie istanze che si oppongono al governo”.
 “Da più parti è stata evidenziata la necessità di elevare il livello della protesta interpretando adeguatamente e dando voce al diffuso disagio che si vive in particolare nelle periferie, reputate luogo simbolo della disuguaglianza sociale, nonché importante bacino da sfruttare per l’attivismo di piazza”.
 Secondo i servizi: “continueranno a verificarsi episodi di contrapposizione (provocazioni, aggressioni e danneggiamenti di sedi) con frange dell’estrema sinistra, per effetto sia della mobilitazione concorrenziale su tematiche sociali, da parte di entrambi gli schieramenti, sia delle visioni contrapposte in tema di immigrazione”.
 Sul fronte occupazionale, le formazioni oltranziste, interessate a strumentalizzare vertenze e situazioni di tensione, hanno continuato ad incontrare difficoltà a proporsi come efficace alternativa ai sindacati tradizionali, fatta eccezione per gli ambiti lavorativi meno strutturati o
connotati da una dimensione di estrema precarietà”.
 “Tra i settori più permeabili alle dinamiche contrappositive hanno continuato ad evidenziarsi quelli dei call center e delle cooperative operanti nel comparto della logistica, ove viene impiegata manodopera in prevalenza straniera. In tale ultimo settore il blocco delle merci e la conseguente paralisi dell’attività sono stati ciclicamente “agitati” come il migliore strumento di lotta, da adoperarsi in maniera sistematica per innescare il confitto”.
 “Sul versante delle lotte ambientaliste, la campagna contro l’Alta Velocità in Val di Susa, considerata emblema delle lotte di resistenza popolare contro le imposizioni dello Stato, ha attraversato una fase di minor vigore, anche a causa del persistere delle divergenze strategico-operative tra gli attivisti anarchici e le altre componenti valligiane che animano la protesta”.
Una parte della relazione dei servizi di sicurezza è dedicata però anche al movimento contro la guerra e antimilitarista. Forte preoccupazione per la crescita delle proteste contro le basi militari in Sicilia e in Sardegna, ... “L’attivismo in chiave antimilitarista si è tradotto in un’intensificazione della propaganda controinformativa, diffusa sia in rete che nei circuiti d’area, che ha stigmatizzato, tra gli altri aspetti, la percepita intensificazione delle politiche autoritarie e repressive in ambito nazionale e il protagonismo dell’Unione Europea, indicata come nuovo polo delloimperialismo capitalista, potenzialmente alternativo e autonomo rispetto a quello statunitense”.
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Il 2016 ha fatto registrare due sviluppi in grado di influire sugli equilibri geopolitici su scala mondiale e cioè il voto referendario, in Gran Bretagna, a sostegno della Brexit e l’affermazione, negli USA, di un’Amministrazione con un’agenda fortemente innovativa nel segno di un profondo cambiamento. Molti analisti, sullo sfondo di tali risultati, hanno evocato il tema di una graduale  erosione del ruolo e dello stile di vita delle classi medie rispetto a un processo di globalizzazione percepito da segmenti delle società economicamente più avanzate come causa di disuguaglianze e, conseguentemente, di una dilatata base di disagio, disoccupazione e povertà.
La tendenza ad un progressivo ripiegamento sulla dimensione interna declinatasi, a livello europeo, anche in una strisciante disaffezione verso il progetto di integrazione politica, si è accompagnata, più in generale, a segnali di un accresciuto protagonismo degli Stati-nazione in termini di reciproca, intensificata competizione, di assertività sulla scena internazionale e di emancipazione rispetto all’influenza delle istituzioni sovranazionali.
È andata inoltre consolidandosi la percezione di una insufficiente incisività della Comunità internazionale a fronte delle perduranti situazioni di conflitto in numerose aree del mondo e soprattutto nella regione mediterranea
Nell’incertezza e nella fluidità degli scenari, un dato certo è che le vicende che hanno attraversato il 2016 e, soprattutto, le interconnessioni dinamiche tra sviluppi politici, linee di tendenza e sfide securitarie trovano nel continente europeo un significativo catalizzatore sul piano strategico.
La presa d’atto di una realtà complessa e in rapido mutamento ha concorso ad animare il dibattito sull’Europa: ci attende una stagione di riflessione e confronto  peraltro in concomitanza con tornate elettorali in Paesi fondatori della UE  su correttivi, rimodulazioni e rinnovate architetture funzionali a imprimere reiterato impulso al percorso di integrazione europea.
L’appuntamento della celebrazione, a Roma, del 60° anniversario della firma dei Trattati europei fornirà l’occasione per verificare orientamenti, opportunità e linee di convergenza.
Il nostro Paese guarda alle evoluzioni in atto con una duplice consapevolezza: da un lato, la pronunciata esposizione dell’Italia alle sfide rappresentate dal terrorismo jihadista, dai massicci flussi migratori irregolari e da una non ancora piena ripresa economica e, dall’altro, la necessità di perseverare nelle tradizionali linee di politica estera, fondate sul solido rapporto transatlantico, sulla convinta adesione al progetto europeo e sulla tradizionale funzione di cerniera geostrategica tra Nord e Sud del Mediterraneo.
Il rafforzamento dell’Unione Europea con gli opportuni ribilanciamenti che tengano in debito conto le peculiarità degli Stati membri – rappresenta un obiettivo ineludibile, non solo perché nell’attuale contesto globalizzato la dimensione europea di un mercato unico di circa 500 milioni di consumatori assicura potere negoziale, massa critica, attrattiva per gli investimenti e capacità di resilienza, ma anche e soprattutto per i riflessi sul piano della sicurezza”.
 “La crescita, in numerosi Paesi, di ampie fasce di disagio e bisogno ed il ridimensionamento di mol­ti sistemi di welfare, renderanno peraltro la competizione economica sempre più vitale anche tra Stati tradizionalmente allineati e membri degli stessi consessi internazio­nali. Anche la tutela degli asset nazionali di pubblico interesse ha assunto ulteriore valenza negli ultimi anni e si consoliderà nel tempo, in quanto la crescente circola­zione di flussi finanziari rende più difficile distinguere tra investimenti strettamente finanziari ed azioni ostili come acquisizio­ni di controllo con finalità strategiche. Di assoluto rilievo per l’anno a venire è anche l’azione informativa a tutela del sistema bancario e finanziario. Andranno inoltre seguite con immutata attenzione le tema­tiche attinenti ai mercati internazionali dell’energia, fondamentali per la stabilità stessa del nostro Paese”.
: “Anche l’Italia, come molti Paesi, continuerà nel 2017, nonostante l’avviata ripresa, a risentire delle conseguenze della lunga crisi iniziata nel 2008. È un clima economico che molte famiglie vivono con difficoltà e disagio, che potrebbe favorire l’insorgere di una maggiore conflittualità sociale a sua volta alimentata e strumentalizzata da parte di componenti antagoniste per riportare attenzione e attualità alle loro istanze, di cui potrebbe essere corollario una accresciuta mobilitazione di frange estremiste di opposto orientamento. Sono fenomeni da monitorare anche a fini preventivi nelle loro varie espressioni e manifestazioni, tenuto anche conto del fatto che l’Italia ospiterà numerosi eventi internazionali di rilievo, tra cui quelli legati alla Presidenza di turno del G7. Parallelamente, ristretti circuiti che si richiamano all’esperienza degli "anni di piombo" continuano a ricercare spunti teorici per attualizzare il messaggio rivoluzionario”.
Infine, ma non certo per importanza, c’è un capitoletto di estremo interesse sul reclutamento nei servizi segreti, con un rilievo particolare alle università che assume, secondo i nuovi criteri dell’intelligence, il valore di una alleanza strategica sul versante delle conoscenze e dell’expertise.
Nella relazione, e vale la pena di leggerlo con attenzione, è scritto che :”Da un lato, l’intelligence – strumento non convenzionale, che opera sulla linea più avanzata per la difesa delle Istituzioni democratiche – attraverso la relazione con l’Accademia si pone in condizione di offrire ai decisori pubblici e agli operatori privati un prodotto informativo arricchito dal patrimonio di conoscenze elaborate in sede scientifico-accademica; dall’altro, l’Università trova nel Sistema per la sicurezza della Repubblica – a tutto vantaggio dell’interesse nazionale – un importante terminale della propria attività di ricerca, concorrendo nell’interpretazione di dinamiche sociali, culturali e politiche in continua evoluzione, e nel predisporre modelli e strategie efficaci ai fini della protezione degli interessi politici, militari, economici, scientifici ed industriali dell’Italia.
L’alleanza intelligence-università è particolarmente feconda in tema di sicurezza cibernetica. Tra le numerose iniziative in corso, riveste rilievo la collaborazione strutturata con il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica (CINI) – cui partecipano centinaia di accademici e ricercatori appartenenti a decine di Università Italiane – che ha dato vita al Laboratorio Nazionale in tema di cybersecurity finalizzato allo sviluppo di progetti di ricerca e capace di erogare formazione di livello avanzato nel settore di riferimento”.

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