giovedì 2 marzo 2017

pc 2 marzo - Nei processi di Torino contro i NOTAV esiste solo la criminalizzazzione della lotta

una sentenza tutta politica, basata sulla posizione della polizia

No Tav, i giudici: "Niente attenuanti, azioni violente senza il consenso della collettività"

No Tav, i giudici di Torino: "Niente attenuanti, le azioni violente non avevano il consenso della collettività"

Le motivazioni della Corte d'Appello per le 38 condanne nel maxiprocesso: la difesa aveva chiesto di considerare "i motivi di particolare valore morale e sociale"
I valori espressi dai No Tav non sono "avvertiti come tali dalla maggioranza della collettività". E' quanto scrive la Corte d'appello di Torino nelle motivazioni del maxiprocesso terminato lo scorso novembre con 38 condanne. I giudici hanno respinto in questo modo la richiesta delle difese di applicare agli imputati la speciale attenuante di "avere agito per motivi di particolare valore morale e sociale".

"Con il rispetto dovuto in ogni sistema democratico alle altrui idee politiche - è scritto - non può ritenersi assurga a integrare i presupposti di questa attenuante la lotta contro un'opera ferroviaria transnazionale". L'attenuante, aggiungono i magistrati, "non può essere scomodata per fatti di questo tipo perché è stata concepita per rimodulare le responsabilità a fronte di azioni commesse per la tutela di valori avvertiti come tali dalla maggioranza della collettività e intorno ai quali ci sia un generale consenso. Consenso che, nella specie, non esiste". La Corte osserva inoltre che non è corretto ritenere che l'opinione di chi è disposto "a manifestare con ogni mezzo anche violento" debba prevalere "rispetto all'opinione della maggioranza silenziosa".
In occasione dello sgombero del presidio dei No Tav alla Maddalena di Chiomonte, dove oggi sorge il cantiere per il tunnel preliminare della ferrovia Torino-Lione, "il comportamento delle forze di polizia è stato pacato, misurato e in linea con le direttive contenute nei provvedimenti dei vertici degli uffici e degli ordini dati sul campo" scrive inoltre la Corte d'appello di Torino. Lo sgombero avvenne il 27 giugno 2011. Le operazioni durarono alcune ore. Le forze dell'ordine lanciarono verso l'area occupata dai presidianti una grande quantità di lacrimogeni. I difensori degli imputati hanno definito "illegittima" l'azione, ma i giudici si sono detti di parere diverso: i lacrimogeni furono successivi al getto di pietre e di oggetti da parte dei No Tav. Inoltre le forze dell'ordine dimostrarono una "volontà dialogica" con i manifestanti, cosa che fuga "ogni dubbio circa il desiderio di prevaricare".

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