Rizzo: attuato lo schema politico che i governi italiani hanno usato nelle crisi industriali

A partire da lunedì prossimo, 6 marzo, partiranno le assemblee di USB all’interno dell’Ilva per decidere cosa fare in merito alla decisione del Ministero sulla Cigs. A comunicarlo è il coordinamento provinciale USB con un volantino distribuito all’interno dell’Ilva.
“È stata tutta una grande, enorme e patetica farsa. E non possiamo fare finta di niente. Non possiamo tacere e restare a guardare. E’ stato attuato lo schema predefinito già messo in campo per Alitalia e Piombino, che i Governi italiani utilizzano nelle crisi industriali. Uno schema che fa pagare il conto ai lavoratori e che noi non possiamo firmare – commenta Franco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto -. Due giorni di falsa trattativa in cui, più che parlare dei lavoratori Ilva, si è assistito ad un patetico monologo fatto dal vice ministro Bellanova e dai suoi seguaci contro il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in cui la disperata situazione dei lavoratori ILVA è stata usata come strumento di delegittimazione nei confronti del Governatore. Insomma sembrava quasi di essere in seno allo scontro nella direzione del Partito Democratico. Era tutto così fasullo che alle 12.00 alcune importanti agenzie stampa avevano già dato notizia di un accordo sulla cigs fatto da Fim Fiom Uilm, peccato che la firma dell’intesa sia avvenuta alle 17.00 cioè 5 ore dopo”. Secondo USB c’erano tutte le condizioni per prolungare i contratti di solidarietà, ma l’ipotesi non è stata completamente presa in considerazione, semplicemente perché la CDS dava garanzie sull’occupazione mentre la CIGS è l’anticamera del licenziamento o ristrutturazione.
“Il numero è stato portato a 3.300 unità (ma questo lo avevano capito pure i muli) – va avanti Rizzo -. Infatti se mettiamo in relazione la copertura fatta dal governo sull’integrazione che è prevista per 3.500 unità non ci voleva uno scienziato per capire che il numero degli esuberi doveva necessariamente calare da quasi 5.000 ad un numero sotto i 3.500”. Rizzo ricorda che il 31 gennaio scorso un volantino unitario, firmato da tutte le sigle sindacali recitava: “Nessun assist ai futuri acquirenti. FIM FIOM UILM e USB ritengono inaccettabile il ricorso alla cigs – continua Rizzo – lo abbiamo scritto pochi giorni fa, così è stato ma solo per USB, come sempre”.