sabato 11 marzo 2017

pc 11 marzo - IL DECRETO MINNITI CONTRO I MIGRANTI E' FONDATO ESPLICITAMENTE SUL RAZZISMO

Il decreto Minniti che attacca il diritto di asilo dei migranti, riducendo i gradi di ricorso giudiziario non si basa su alcuna logica legale, ma si fonda esplicitamente su una politica e ideologia razzista. Un decreto che ha la sua "giustificazione" unicamente sul fatto che chi lo subisce sono migranti, che vengono considerate persone di serie B, a cui va applicata non la giustizia (pur sempre borghese) che viene applicata ai cittadini italiani, ma una giustizia a parte, fondata, appunto, sul fatto che sono uomini e donne dei paesi oppressi dall'imperialismo.
Cos'è questa se non un'apartheid legale?

Riportiamo alcune considerazioni del presidente di Magistratura democratica (da Il Manifesto): 

Il decreto Minniti rischia di creare una giustizia per "cittadini minori"


di Jacopo Rosatelli

..."Pericoloso togliere un grado di giudizio all'esame delle richieste di asilo. Sono in gioco i diritti fondamentali di persone che in caso di rimpatrio rischiano la vita".
"Si rischia di creare una "giustizia minore" per "cittadini minori": è l'allarme che lancia il presidente di Magistratura democratica Riccardo De Vito in merito al decreto migranti ora in esame al Senato. 

Presidente De Vito, voi di Md puntate il dito soprattutto su due punti: l'abolizione dell'appello e la centralizzazione in quattordici tribunali di tutte le cause in materia di asilo. Perché non vanno?
In primo luogo perché si toglie un grado di giudizio in un processo civile in cui sono in gioco diritti fondamentali, diritti di vita o di morte di persone che in caso di rimpatrio sarebbero esposte a trattamenti inumani, guerre e persecuzioni. A fronte di cause civili di valore modesto in cui sono presenti tre gradi, avere procedimenti così importanti con solo due gradi di giudizio appare una violazione di principi costituzionali e internazionali

Poi c'è la seconda questione... il fatto che tutto si concentri in quattordici tribunali per tutto il Paese contribuisce ad allontanare il cittadino straniero, e anche il suo difensore, dal foro in cui è trattata la sua causa. C'è dell'altro: questo giudizio in tribunale rischia di essere senza contraddittorio, con la semplice videoregistrazione dell'audizione dello straniero resa di fronte alla commissione territoriale, senza la presenza in aula di un mediatore linguistico-culturale..."

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