martedì 7 febbraio 2017

pc 7 febbraio - A Milano il presidente del municipio 4 difende il concerto fascista! Organizzare la protesta per impedirlo!

L'ipocrita dichiarazione

Il presidente del Municipio 4, Paolo Guido Bassi, ha risposto alla lettera inviata dal sindaco Giuseppe Sala in merito al concerto nazirock in programma nella Palazzina Liberty a Milano. Ribadendo l’intenzione di non annullare la serata, garantendo di vigilare sull’evento me stigmatizzando il clima
di attacchi dal sapore solo ideologico. Egregio signor Sindaco, scrive Bassi, «le rispondo in merito alla lettera che mi ha inviato circa l’evento organizzato il prossimo 13 febbraio alla Palazzina Liberty. Parto da un dato di contesto: l’intenzione del Municipio 4 è di dare vita a un momento di riflessione in occasione del `Giorno del ricordo´, che nella nostra Zona non viene celebrato da diversi anni. Con questo fine, abbiamo accettato la proposta di una associazione, corredata da un curriculum nel quale compaiono iniziative analoghe, svolte nel corso degli anni (anche con il sostegno di altre amministrazioni comunali, quali quella di Monza o di Varedo) nel corso delle quali è stata data voce a esuli o studiosi di questo periodo storico». Il progetto, come annunciato, prevede un momento musicale. «L’esecuzione dei brani, presentati con un semplice accompagnamento acustico, abbiamo chiesto e ci siamo sincerati sia strettamente a tema. Ho inoltre richiesto di avere i testi delle canzoni in anticipo, che sarà mia premura girarle, affinché possa leggerli e dare un parere al riguardo. Questa è l’impostazione della serata, suscettibile di modifiche, ma che certamente non vuole avere intenti - per usare le Sue parole - di propaganda o di parte
Quindi la lettera del presidente del Municipio 4 continua : «Usare - come è stato fatto - parole forti quali «profanazione della Palazzina Liberty» o lasciar intendere che ci saranno espliciti richiami a regimi del passato, non solo non contribuisce al doveroso percorso di memoria che lei stesso ha richiamato, ma appunto, crea divisione e inquietudine, sobilla inutilmente gli animi e getta assurdamente benzina sul fuoco, quando invece - soprattutto su temi delicati quale quello delle Foibe - servirebbe un clima il più possibile sereno.

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