sabato 25 febbraio 2017

pc 25 febbraio - L'intesa tra il governo Gentiloni e il premier fantoccio libico Serraj - un testo che condividiamo in larga parte

E' stata presentata come grande successo diplomatico italiano. L'intero consesso dei governi europei ha espresso le proprie congratulazioni. L'unica loro riserva riguarda la credibilità del soggetto contraente: un “governo” libico in realtà confinato nella sola Tripoli, e apertamente minacciato dal governo rivale di Bengasi, appoggiato da Francia, GB, Egitto e Russia. Eppure non sono riusciti a contenere la “fiduciosa speranza in un giro di boa nelle politiche migratorie”.

La ragione è molto semplice. Avete presente l'accordo tra UE e Turchia sul respingimento dei
migranti lungo la rotta balcanica? L'intesa tra Italia e Libia vuole replicare lo stesso schema lungo la rotta mediterranea. A prezzo inferiore, ma nella stessa logica. La UE, e la Germania in primis, appalta al regime di Erdogan il respingimento inumano di chi fugge dalla guerra di Siria? L'Italia fa lo stesso col governo libico in relazione a chi cerca la via del mare. Affida alla Guardia costiera libica, opportunamente rafforzata col proprio contributo, il lavoro sporco del respingimento in mare dei barconi. Affida alla Libia e ad altri stati africani confinanti, in cambio di centinaia di milioni, il respingimento a sud di chi cerca la via per arrivare al mare. Il tutto nel nome del “respingimento dell'immigrazione irregolare e clandestina” come recita il testo dell'intesa.

L'ipocrisia non potrebbe essere più squallida. Non perché si ripropone formalmente la distinzione tra migranti “economici” e richiedenti asilo. Ma proprio perché in realtà persino questa distinzione abusiva viene ignorata. Infatti nell'intesa non compare neppure formalmente la parola “asilo”. Il respingimento dei migranti, via mare e via terra, non fa distinzioni di status. I migranti debbono essere respinti in massa. Punto. Una volta respinti verranno ammassati se necessario nei cosiddetti “centri di accoglienza” libici (formalmente 24), rispetto ai quali i famigerati CIE sono hotel di lusso. Centri recentemente definiti lager persino da un ambasciatore tedesco. Centri gestiti da clan mercenari dove si pratica regolarmente lo stupro e la tortura. Centri per di più esterni all'area controllata da Sarraj, e dunque estranei persino formalmente ad ogni possibilità di controllo. Sarebbero questi i luoghi ove si garantisce “la salvaguardia dei diritti”? La verità è che il governo italiano e i governi europei vogliono solo liberarsi dell'angosciante fardello dei migranti, che fanno perder voti e "causano problemi". Non c'è nulla di meglio che provare a liberarsene alla fonte bloccando le partenze, costi quel che costi. Anche se questo significa impedire l'esercizio di quel “diritto universale all'asilo”, formalmente benedetto da tutti i trattati e convenzioni. Persino gli uffici dell'ONU sono imbarazzati. Ma la loro funzione è solo quella di coprire in silenzio, magari con qualche preoccupazione salva coscienza, crimini e cinismo dei governi del capitale.

La verità è nuda: gli stessi governi europei che storcono il naso in questi giorni di fronte a Trump e al suo respingimento indiscriminato dei migranti messicani o degli islamici, realizzano di fatto le stesse politiche in casa propria, nei Balcani e nel Mediterraneo.

Il capitalismo è ovunque miseria, sociale e morale. Solo una rivoluzione può fare pulizia.
da Partito Comunista dei Lavoratori

Nessun commento:

Posta un commento