mercoledì 15 febbraio 2017

pc 15 febbraio - DECRETO MINNITI CONTRO I MIGRANTI RICHIEDE UN SALTO NELLA LOTTA

Il decreto per l'espulsione dei migranti fatto da Minniti/Pinotti/Orlando, in stretta unità coi sindacati di polizia e all'ombra dei Servizi segreti, con il pieno accordo della Lega e di tutti i partiti, destra, centro, sinistra (non approvato solo dal M5S), è un decreto da regime.
E' un drastico passo nella linea di fascistizzazione/militarizzazione, in legame con i famigerati accordi con i governi della Libia, dell'Egitto e altri paesi del nord Africa (tipo accordo con Erdogan, sia pur di peso oggettivamente minore) per impedire che i migranti vengano in Italia, rinchiudendoli prima nei campi di concentramento o direttamente nelle galere.

Questo piano di fatto vuole spuntare alcune armi delle lotte attuali dei migranti, delle realtà solidali, dei movimenti di lotta, di alcuni sindacati di base (Si.Cobas, Slai cobas per il sindacato di classe), come per esempio la richiesta di accelerare le pratiche per le domande di asilo, rafforzando le commissioni, abbreviando i tempi anche degli iter giudiziari; dato che ci troviamo di fronte con questo decreto al paradosso che le commissioni vengono sì rafforzate, vengono sì fatte assunzioni di personale (specialisti), vengono sì abbreviati i tempi della procedura, ma per espellere i migranti prima e meglio!

Il Sole 24 ore scrive che “l'obiettivo politico dell'esecutivo è recuperare consenso davanti a temi sensibili, quotidiani”. Certo, c'è anche questo.
Poi aggiunge, riportando parole di Gentiloni, che così per i migranti “non si mette a rischio la vita, ma si arriva in modo sicuro nel nostro paese e in misura controllata”, e citando Minniti: E' un “nuovo modello di accoglienza”. Della serie che se non fosse tragico sarebbe una farsa: con questo piano sono centinaia, migliaia che rischierebbero la vita, in Libia, Egitto, o nel rientro forzoso nei paesi d'origine.

Nel merito, il decreto Minniti prevede:
- la riapertura, o istituzione, dei Cie (chiamati ora, forse per “abbellirli”, Centri di permanenza per il rimpatrio); questi, si dice, verranno dislocati “privilegiando siti facilmente raggiungibili e con strutture convertibili allo scopo” (alludendo probabilmente anche agli hotspot già esistenti e già funzionali alle espulsioni dei migranti, dove avvengono violenze, torture per chi si rifiuta di farsi prendere le impronte, farsi registrare); siti fuori dai centri abitati e vicino agli aeroporti (per una rapida espulsione). “Niente a che vedere – dice Minniti – con i vecchi Cie, in cui spesso c'era violazione dei diritti”... Che fa, sfotte?
- la negazione per la maggioranza dei migranti del riconoscimento del diritto d'asilo; sotto la voce di snellimento dell'iter delle domande, vengono istituite 14 sezioni specializzate in materia di immigrazione (leggi espulsioni) presso i Tribunali di Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Catanzaro, Firenze, Lecce, Milano, Palermo, Roma e Napoli, dove vi saranno magistrati, “preparati” con corsi specifici presso la scuola superiore di magistratura; vengono poi assunti 250 “specialisti” (pagati a 10,2 milioni di euro l'anno) per rafforzare le commissioni territoriali e sveltire i tempi di decisione – questi termini: “preparati”, “specialisti”, invece di dare garanzia fanno paura;
- viene abolito la possibilità di appello dopo il primo ricorso;
- viene deciso lo stanziamento di 19,1 milioni nel 2017 per “garantire l'effettiva esecutività dei provvedimenti di espulsioni e rimpatri”;
- viene stabilito l'utilizzo gratuito dei richiedenti asilo nei lavori socialmente utili: una sorta di moderno schiavismo, per cui aggiungere la parola “volontario” è una vera bestemmia, dato che i migranti in attesa di asilo sono sotto ricatto.

A fronte di questo piano, necessariamente occorre un salto di qualità e quantità della lotta per la difesa dei diritti dei migranti e contro l'imperialismo italiano.

E che questa lotta non riguarda solo la solidarietà, sicuramente necessaria, ma riguarda noi direttamente, la necessaria lotta contro il governo, lo Stato, il nostro imperialismo lo spiega bene l'altro decreto quello sul “Daspo” urbano – di cui parliamo in altro articolo.

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