lunedì 13 febbraio 2017

pc 13 febbraio - “Italia out: 9 milioni di esclusi”, il 30% della forza lavoro e il 45% al Sud

Sono queste le cifre riportate dal Sole 24 Ore di ieri (pag.19) che raccoglie i dati del rapporto della Fondazione Hume. In questo articolo le cifre sembrano più attendibili di quelle che il governo di solito attraverso i suoi uffici propaganda e che noi abbiamo ogni volta smascherato perché tendono ad abbassare i numeri della disoccupazione e quindi gli effetti reali del capitalismo sulla classe operaia.
Si smaschera ancora una volta l’effetto reale del Jobs act e tutta la campagna all’insegna dell’ottimismo e della fiducia del governo Renzi.
Nel tentativo di spiegare questi risultati, che sono peggiorati nel tempo, la Fondazione parla di una “Terza società” dopo la “prima” e la “seconda”. “La nuova Italia che avanza è la Terza società, l’esercito degli esclusi: disoccupati, lavoratori in nero e persone inattive perché non vedono più un contesto propizio per cercare un’occupazione.” E ancora: «la formazione di un nuovo segmento sociale che, pur facendo parte della popolazione potenzialmente attiva in quanto disponibile a lavorare, vive una condizione di grave e radicale esclusione dal circuito del lavoro regolare».
“La Terza società avanza perché, nel vortice della grande crisi che non sembra passare mai, [anche questa affermazione smentisce pesantemente ancora una volta le chiacchiere sul miglioramento dell’economia ecc., ndr] le sue fila [sic!] si sono rapidamente affollate. In sette anni, dal 2007 al 2014, la sua incidenza sul totale della forza lavoro è balzata, infatti, dal 22,5% al 29,9%, inghiottendo 2 milioni e 600mila nuove persone. La lieve flessione registrata negli ultimi due anni (28,7% nel 2016) non è sufficiente ad allontanare in modo netto il numero degli esclusi da quota 9 milioni, praticamente un terzo della forza lavoro.
“Questo segmento sociale si concentra soprattutto nel Mezzogiorno, dove la sua incidenza nel 2014 era del 45,8% soprattutto per la forte diffusione degli inattivi disponibili a lavorare. Nel Nord-Est, invece, sono i lavoratori irregolari la parte più consistente degli esclusi, mentre nel Nord-Ovest pesa la disoccupazione.”

Questo “segmento sociale”, questa “terza società” che per i borghesi sembra una novità, ma non deve ingannare, non è altro che quella parte del proletariato del nostro paese che compone l’esercito
industriale di riserva, un fenomeno “normale” del sistema capitalistico, come dice Marx: “la popolazione operaia produce in misura crescente, mediante l'accumulazione del capitale da essa stessa prodotta, i mezzi per render se stessa relativamente eccedente.” Insomma si tratta di una legge del sistema capitalistico e non si può ovviare in nessun modo a questo “fenomeno”, se non rovesciando il sistema capitalistico stesso!



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