venerdì 13 gennaio 2017

pc 13 gennaio - Da due giorni il Sud della Tunisia in rivolta

Rigiriamo tradotto questo articolo di ieri dal blog Tunisie Resistance riferendosi ai fatti di ieri. Ancora oggi continuano gli scontri nelle località citate (Meknassi e Ben Guardane) a cui si sono  aggiunte anche Sidi Bouzid città e Kasserine, la città da cui l'anno scorso a gennaio parti una rivolta che presto si estese in quasi tutto il paese per un mese.


Ieri sono scoppiati scontri tra manifestanti e polizia in due diverse zone meridionali del paese: a Meknassi (governatorato di Sidi Bouzid) e nella città frontaliera di Ben Guardane (governatorato di Mednine). Regioni diverse ma stesse motivazioni: le mancate promesse da parte del governo alle popolazioni di queste regioni.



A Meknassi dopo più di u anno di trattative concernenti le possibilità di lavoro degli abitanti dell’area nelle miniere di fosfati, la polizia ha attaccato violentemente un sit-in. Quindi sono scoppiati degli scontri tra manifestanti e polizia per tutta la notte con blocchi stradali e lanci di pietre in risposta ai lanci di lacrimogeni della polizia.








 La direzione locale dell’UGTT dopo l’attacco ai lavoratori da parte della polizia ha immediatamente interrotto le trattative e proclamato uno sciopero generale nella città per la giornata di oggi










A Ben Guardane, la cui principale attività economica é il commercio transfrontaliero, dopo le promesse di sostegno economico e sviluppo del marzo scorso in seguito alla battaglia di Ben Guardane tra jihadisti e forze di sicurezza, alcuni commercianti esasperati dalla chiusura del valico di frontiera di Ras Jadir dal lato tunisino, hanno attaccato la locale stazione di polizia. Ai commercianti si sono uniti i diplomes chomeur e anche qui gli scontri sono durati tutta la notte.



Oggi il quotidiano “embedded” La presse criminalizza questi movimenti sociali agitando come sempre lo spauracchio del terrorismo. Si citano fonti delle forze di sicurezza “preoccupate” che per il settimo anniversario della “rivoluzione” (più precisamente della rivolta popolare) le tensioni sociali al sud e guarda caso in particolare a Sidi Bouzid, Ben Guardane e Kasserine possano rendere instabile il paese e facilitare attacchi terroristici, distogliendo le forze di sicurezza.


Quindi la “risposta” alle legittime richieste sociali é sempre la stessa: repressione poliziesca e criminalizzazione, entrambe giustificate dal persistere dello “stato di emergenza”, una contraddizione in termini dato che é “un’emergenza” in corso da qualche anno...

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