mercoledì 7 dicembre 2016

pc 7 dicembre - Per Giulio Regeni: continuiamo ad indignarci e non vogliamo considerare chiusa la partita

Ogni volta che sentiamo parlare di Giulio Regeni a distanza di mesi restano intatti il dolore, l'amarezza e la rabbia di fronte all'orrido crimine attuato dal regime di Al-sisi e dei suoi aguzzini.
Purtroppo noi sappiamo tutto di questo crimine, uno "speciale" realizzato da proletari comunisti nelle immediate settimane successive – di cui consigliamo ancora oggi la lettura – ha denunciato, scoperchiato, analizzato quasi tutto delle ragioni, modalità, autori, mandanti di questo assassinio. E purtroppo abbiamo visto giusto, che giustizia da questo regime e dai suoi complici del governo italiano non si avrà mai e che tutti gli appelli generosi che sono stati fatti, con impegno personale diretto, in primis dei genitori, non hanno il potere di cambiare questo stato di cose.

Siamo anche, però, rabbiosi e amari contro l'estrema sinistra antimperialista che nel nostro paese ha fatto poco su questo. Non ha mosso cielo e terra come era necessario per costruire un movimento reale che andasse oltre “verità e giustizia”, che facesse pagare un prezzo caro al regime di Al-sisi e ai suoi alleati in Italia, in particolare, come modo migliore per onorare il giovane e coraggioso ricercatore.

Ma naturalmente, noi per primi non dobbiamo considerare chiusa la partita. Dobbiamo continuare ad indignarci di fronte al teatrino che prosegue tra autorità egiziane e magistrati italiani.
Noi consideriamo un'ignobile ipocrisia il fatto che il procuratore generale egiziano, Sadek, abbia incontrato i genitori di Giulio, abbia fatto le condoglianze e dichiarato: “Vostro figlio era portatore di pace”.
Certo, pensiamo che nessuno si debba accontentare delle micro verità, a pezzi a pezzi che i magistrati egiziani, al servizio della dittatura di Al-sisi, forniscono come “osso per cani”, dove i cani in questo caso sono i magistrati italiani, i familiari, e perfino la cosiddetta “dignità nazionale” che qui viene irrisa e calpestata.

Insomma questo teatro è una vergogna! Insomma gli affari tra padroni italiani e padroni egiziani, sotto i buoni auspici dell'ignobile trojka Renzi-Gentiloni-Pinotti (di questo parleremo in un altro articolo) sono ripresi a gonfie vele e anche in questo caso non è retorica dire che sono sporchi di sangue innocente. 

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