sabato 10 dicembre 2016

pc 10 dicembre - L'asse Grillo-Salvini rimedio peggiore del male

Noi pensiamo che se proletari, masse popolari e le forze che li rappresentano e possono mobilitarle, non scenderanno in piazza per portare la loro autonoma proposta nella situazione politica attuale, fuori dai giochi parlamentari, il beneficiario “naturale” della caduta di Renzi è l'asse reazionario rappresentato da Salvini-Grillo, che danno al voto un senso opposto a quello per cui la maggioranza della popolazione ha votato.
Giocando con le parole e col populismo reale, che esiste ed è sempre reazionario, vogliono trasformare il voto del NO non contro la politica economica, sociale, istituzionale del governo Renzi e dei padroni che questo governo ha principalmente rappresentato, e se rimane in carica in qualsiasi forma continuerà a rappresentare, ma contro i migranti; simile a quello per brexit in Inghilterra e Trump negli Usa, che queste forze esaltano e a cui realmente guardano in Europa e nel mondo e che vogliono “importare” in Italia, sul terreno fertile della crisi economica, dell'impoverimento e della disgregazione ideologica, politica e culturale della sinistra genericamente intesa.

Grillo e Salvini sono in forme di verse la stessa cosa. Chi a sinistra e anche nell'estrema sinistra li vede diversi confonde la forma e la base di sostegno con il contenuto; chi appoggia in qualsiasi forma il movimento di Grillo, comunque si definisca, lavora per l'estrema destra e come tale va criticato.

Il primo punto del programma, il vero cemento del nuovo governo in formazione, nel caso l'asse Grillo-Salvini avanzasse, è espresso dalle dichiarazioni, dai contenuti in rete e perfino dalle indiscrezioni pilotate che vengono dalla stampa.
La differenza tra Grillo e Salvini è che Salvini compare tracotante del razzismo di strada, foraggiato coi soldi dello Stato e di un'ala dei padroni, lo fa strillando tutti i giorni in televisione dove è ospite fisso come Renzi e anche più di Renzi e nei suoi patetici tentativi di parlare in piazza, dove nella maggiorparte dei casi raccoglie quattro gatti, mentre Grillo e i grillini, con l'aria dei cittadini comuni, con il civettamento con obiettivi condivisibili anche a sinistra – dal famoso reddito di cittadinanza, ai politici corrotti, al cavalcamento superficiale e demagogico delle grandi questioni territoriali, da Taranto alla Tav – arrivano, però, alla stessa conclusione sull'immigrazione. Questo unisce i grillini all'estrema destra, da Trump a Farage e agli altri di questo stampo: fuori dall'Italia, accompagnamento all'estero, espulsioni e ricacciare i migranti da dove arrivano, ecc.
L'ignobile Di Battista dice: “Chi è privo del diritto d'asilo deve essere espulso”, pensando di cavarsela aggiungendo “in questo momento storico”. Questa frase significa espellere il 90% dei migranti che arrivano nel nostro paese, mettersi in contrasto e attaccare, inoltre, tutte le forze antirazziste di vario ordine e grado che in questo paese si muovono esattamente per l'obiettivo opposto: nessuna espulsione, diritto d'asilo per tutti, libertà di circolazione.
Grillo in persona fin dall'inizio ha usato questo argomento in ogni occasione, spesso vigliaccamente, gettando la pietra e nascondendo la mano. “Se non vinciamo noi... arriva Alba dorada”, per dire che loro sono solo meglio dei nazisti attenuati, più presentabili.
Ora Di Battista dice: “Il termine espulsione non deve essere ricondotto alla destra o alla xenofobia. Meglio essere pragmatici per non lasciare praterie alla Lega”.
E' evidente che queste affermazioni portano voti, e la gravità è dare legittimità popolare a queste affermazioni e quindi dare oggi copertura a tutte le iniziative razziste sul territorio che coinvolgono settori di popolazione, con l'evidente conseguenza che in caso di arrivo al governo sarebbero sostenute con tutto il peso della forza dello Stato.
Nessuno può dimenticare che Grillo ha lanciato dal suo pulpito l'allarme “Attenti, gli immigrati portano Ebola”, e che Grillo e Casaleggio hanno sempre difeso il reato di clandestinità. Su questo Grillo è stato sempre sulle posizioni di Salvini e più a destra di Renzi.

Questo tema della natura reazionaria del grillismo viene usato strumentalmente da forze governative di ex sinistra, nel tentativo di recuperare il sostegno della parte progressista, intellettual culturale, associazionistica del paese. E Renzi nella campagna per il Sì ci è riuscito. Tutto questo gota del progressismo di maniera si è schierato per il Sì, per interessi molto materiali, in verità - ma questo va analizzato a parte.
Ma la natura reazionaria del governo Renzi non è difficile da smascherare tra le masse proletarie e popolari dato che il governo quotidianamente conduce una politica economica e sociale contro di esse e il progressismo “non attecchisce”. Più importante, tra le masse popolari, smascherare l'estrema destra e l'asse Grillo-Salvini.

Si può dire di sinistra solo chi conduce quotidianamente questa battaglia, e su questo c'è tanto lavoro da fare, di estrema importanza politica per il movimento operaio e popolare e per la sinistra in generale. 

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