mercoledì 9 novembre 2016

pc 9 novembre - LA SCINTILLA DELLO SCIOPERO DELLE DONNE SI ACCENDE ANCHE IN FRANCIA

L'opuscolo del Mfpr che racconta
il 1° sciopero delle donne
(Da Tavolo 4) - Nel primo eccezionale sciopero delle donne in Italia, evento unico  del 25 novembre del 2013, promosso dal Mfpr che ha poi rilanciato e organizzato il secondo sciopero delle donne  l'8 marzo di questo anno,  tante lavoratrici, precarie, donne disoccupate, giovani  hanno scioperato, sono scese in lotta accendendo una scintilla che dal sud al nord del nostro paese ha illuminato il percorso di  lotta delle lavoratrici, delle proletarie contro una condizione di doppio sfruttamento e doppia oppressione che ci tocca tutte.

Che la scintilla dello sciopero delle donne oggi si accenda e si estenda anche in altri paesi, dalla Polonia, all'Argentina,  alla Francia è un segnale forte di come esso può e deve essere un'arma reale e affilata nella lotta contro i padroni, i governi, lo Stato che al servizio del sistema capitalista e imperialista pone l'oppressione e la subalternità delle donne  come  una delle proprie basi … 

Scrivevano le compagne del Mfpr a proposito dello sciopero delle donne che come lavoratrici, precarie... abbiamo fatto in diverse città dal Nord al Sud 
"Uno sciopero delle lavoratrici, ma che è più giusto chiamare "SCIOPERO DELLE DONNE", perché ha al centro le lavoratrici, ma chiama alla lotta tutte le donne. Uno SCIOPERO TOTALE, contro il lavoro sfruttato e oppressivo, contro il lavoro negato alle donne e contro il doppio lavoro, uno
sciopero di tutte le donne contro l'insieme degli attacchi che padroni, governo, Stato, Chiesa portano avanti. Uno SCIOPERO che intreccia e trova le sue ragioni nella condizione di CLASSE E DI GENERE.
Per le donne ogni attacco alle condizioni di lavoro e di vita significa più oppressione, più subordinazione, più attacchi ideologici, più legittimazione di un clima generale da moderno medioevo - vera fonte delle violenze sessuali; ogni attacco aumenta la condizione di oppressione familiare, in una famiglia che diventa sempre più sia il più grande “ammortizzatore sociale” per il sistema capitalista soprattutto nella fase di crisi, ma anche strumento di controllo, normatività.
Ogni peggioramento della condizione delle donne, quindi, non è solo materiale ma anche ideologico, mira a riaffermare costantemente la posizione di "debolezza" e subalternità delle donne in questa società capitalista...
Uno “sciopero delle donne” non solo economico/sindacale, ma che, sia pur partendo dalle ragioni concrete di attacco e ponendo delle concrete rivendicazioni, è espressione e si carica della condizione generale delle donne. Senza questo tipo di sciopero delle donne, le donne sono invisibili in quanto classe e genere, e non possono imporre il loro punto di vista.
Uno SCIOPERO DELLE DONNE è una novità controcorrente, una rottura inaspettata...Lo sciopero delle donne pone il problema più generale di una società diversa, di rapporti sociali diversi, dei rapporti uomo-donna diversi e questo lo devono capire anche i lavoratori maschi..."

Il 25 novembre prossimo, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, nella manifestazione nazionale a Roma delle lavoratrici, precarie, disoccupate diremo che la strada dello sciopero delle donne deve continuare perchè  "... vogliamo unirci ad altre lavoratrici, operaie, precarie, disoccupate, migranti che lottano nel nostro paese, dobbiamo far confluire le varie proteste ed esperienze specifiche in un’unica voce, in un’unica denuncia, in un’unica lotta. E questo è cominciato ad avvenire con 'due scioperi delle donne': il 25 novembre 2013 con la partecipazione di circa 20.000 donne e ancora tante donne hanno partecipato l'8 marzo...Prendiamo la lotta e la vita nelle nostre mani!!..." (dall'appello delle precarie di Palermo)

Che da questo 25 novembre si possa avanzare lungo la strada che porti ad una nuova scintilla dello sciopero delle donne perchè la nostra vita deve davvero cambiare!

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Donne francesi in sciopero rosa per la disparità salariale
 da Lavinia Sarchi

Donne francesi in sciopero in rosa ieri: migliaia di donne chiedono l’uguaglianza salariale in tutta Europa. Un flash mob che ieri pomeriggio, alle 16.34 e 7 secondi ha fatto smettere di lavorare le donne francesi per protestare contro la disparità salariale. Un orario simbolico: da quell’ora del 7 novembre al 31 dicembre la donna lavorerà gratis rispetto ad un uomo. Sì, i 38 giorni lavorativi che mancano alla fine del 2016 servono infatti alle francesi per «recuperare» il gap di stipendio coi colleghi maschi. Questo il peso del divario salariale tra uomini e donne transalpine.
Oltralpe però le cose non vanno meglio: in Italia le donne continuano a guadagnare meno degli uomini, anche quando producono di più.
Da ieri praticamente queste donne, economicamente parlando, potrebbero smettere di lavorare perché il tempo che rimane da adesso alla fine del 2016 non verrà retribuito; servirà solo per colmare la differenza economica. Tanto che si chiedono ironicamente “perché continuare a lavorare gratis fino alla fine 39 giorni in più dei colleghi maschi senza alcuna retribuzione?” Una constatazione che trova veridicità da un recente studio Eurostat secondo cui gli uomini guadagnano il 15,1% in più delle donne.
Sono molte le donne che hanno aderito. Non sono scese in piazza, non sarebbe stato possibile, ma è stato un flash mob sui posti di lavoro, tutte in piedi, ferme, per denunciare le differenze. C’è anche però chi ne ha voluto parlare a voce: molte si sono riunite a Parigi a Place de la République...
L’aspetto però peggiore per le donne lavoratrici italiane riguarda il tasso di occupazione: il nostro Paese presenta in assoluto la differenza più grande tra uomini e donne occupati, rispettivamente il 65 e il 45%.

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