sabato 26 novembre 2016

pc 26 novembre - INDIA: Contro i massacri del governo fascista indù di Modi... Un documento del PCI(Maoista) di denuncia e lotta

Boicottare le celebrazioni del 17° anniversario della formazione dello Stato di Chhattisgarh in segno di protesta contro le politiche antipopolari del governo fascista-indù Raman Singh!

PARTITO COMUNISTA DELL'INDIA (Maoista)
COMITATO CENTRALE - DKSZC
Comunicato stampa
24 Ottobre 2016

Boicottare le celebrazioni del 17° anniversario della formazione dello stato di Chhattisgarh in segno di protesta contro le politiche antipopolari del governo fascista-indù Raman Singh!
Richiedere una punizione severa per Raman Singh, Kalluri e altri colpevoli per aver perpetrato orrendi crimini contro il popolo del Bastar!
Il governo fascista-hindutva guidato da Modi deve essere ritenuto responsabile per la campagna genocida contro le masse adivasi!
Il 25 marzo 2011, una forza congiunta di polizia, forze paramilitari centrali e agenti di polizia speciali (SPO) del Chhattisgarh hanno condotto una massiccia campagna di incendi, saccheggi
e assassini nel distretto di Dantewada del Chhattisgarh. Almeno tre abitanti adivasi del villaggio sono stati brutalmente assassinati, molti sono stati picchiati senza pietà, diverse donne sono state stuprate e 252 case sono state bruciate nei villaggi di Tadimetla, Morpalli e Timmapur durante questa campagna genocida. Queste barbarie sono state allora ampiamente condannate dai partiti rivoluzionari e democratici, organizzazioni e singole persone del Chhattisgarh e di tutto il paese. Hanno chiesto un'indagine imparziale e la punizione degli agenti di polizia e degli ufficiali paramilitari colpevoli. Invece di rispondere alla giusta richiesta, il governo Raman Singh aveva palesemente cercato di proteggere le bande armate terroriste mercenarie dello Stato negando completamente la loro colpevolezza. Il governo e gli ufficiali di polizia del Chhattisgarh fecero un futile tentativo di sfuggire alla responsabilità dando la colpa degli attacchi ai maoisti, una pretesa alla quale nessuno, tranne i lacchè duri a morire degli imperialisti e delle classi dominanti ha mai creduto. Ciò è successo in un momento in cui le persone colpite dicevano forte e chiaro che cosa le forze armate governative avevano perpetrato nei loro villaggi.
Proprio come è stata la lunga pratica nelle aree di intensi movimenti popolari, anche in questo caso il governo e le sue forze ha cercato con tutti i mezzi di evitare che la verità dei loro crimini efferati contro il popolo venisse fuori. Proprio come stanno facendo nella terza fase ancora in corso dell’Operazione Green Hunt, anche allora il governo Raman Singh e la polizia hanno cercato di impedire che gli attivisti per le libertà sociali e civili, giornalisti, intellettuali, sostenitori degli Adivasi, avvocati e forze democratiche e perfino il Congresso e il PCI levassero la loro voce ed esprimessero solidarietà con le masse di fronte al terrore di stato. Un gruppo di attivisti sociali guidati da Swami Agnivesh che si recavano presso i villaggi colpiti per una indagine sui fatti, fu attaccato da sicari del Salwa Judum, sotto la direzione del noto assassino SRP Kalluri che è stato inviato come sovrintendente della polizia (SSP) del Dantewada a quel tempo, ed i suoi capi politici, in particolare il capo fascista-indù neonazista Raman Singh. Swami Agnivesh e il docente dell’Università di Delhi Nandini Sundar presentarono una petizione alla Corte Suprema sfidando le menzogne della polizia, ritenendo la polizia e il Salwa Judum responsabili degli attacchi. La corte diede l’incarico al CBI di indagare sull'accaduto.

Dopo diversi anni, il CBI ha finalmente messo a punto con le sue conclusioni presentate alla Corte suprema in un rapporto il 21 ottobre. Esponendo le palesi menzogne ​​del governo Raman Singh e Kalluri, il CBI ha concluso che i maoisti non erano in alcun modo coinvolti negli incidenti dei tre villaggi così come nell'attacco agli attivisti sociali. Esso ha ritenuto totalmente e direttamente responsabili degli incidenti gli Ufficiali della polizia speciale (SPOS), i militari (jawans) delle forze paramilitari di polizia e alti dirigenti della polizia. A seguito di questi risultati, gli attivisti sociali, le organizzazioni e gli individui attivi nel campo dei diritti democratici e civili, partiti parlamentari di opposizione, come il Congresso, AAP e Congresso del Chhattisgarh, ecc., hanno chiesto la rimozione immediata di Kalluri dal suo incarico dato che il suo coinvolgimento è stato confermato dallo stesso CBI. Si lamentavano del fatto che la polizia ha negato il loro ruolo negli ultimi cinque anni, nonostante le prove schiaccianti dimostrassero il coinvolgimento delle forze governative armate, tra cui gli Spo. Ma ora il governo non ha alcuna possibilità di nascondersi dietro le menzogne dato che un organo dello stesso stato indiano fascista è stato costretto ad ammettere la verità che la gente del Bastar e anche di fuori dicevano da lungo tempo.
Un resoconto dice che più di 20 partiti politici e organizzazioni sociali del Chhattisgarh si sono riuniti per avviare un movimento unitario che chieda al governo di agire sulla relazione del CBI e punire Kalluri e altri funzionari della polizia paramilitare colpevoli, soldati (jawans) e Spo. Questa iniziativa dovrebbe essere accolta e sostenuta da tutte le forze rivoluzionarie e democratiche del paese. Senza dubbio, gli agenti di polizia neo-hitleriana come Kalluri meritano la più severa delle punizioni per i loro innumerevoli crimini di ogni genere contro gli Adivasi in passato e nel presente. Tali assassini di massa e gangster in uniforme kaki e abiti color zafferano godono sempre della protezione delle classi dominanti reazionarie perché agiscono come loro fedeli cani da guardia. Quasi mai vengono puniti dalla magistratura. Non sorprende che, nonostante numerose accuse di crimini efferati, come massacri, falsi scontri, stupri di massa, incendi dolosi e saccheggi, ecc. commessi in passato, Kalluri sia stato promosso alla carica di IG (Bastar Range) come 'premio' per i suoi servizi alle classi dominanti indiane, al “zafferano terrorista” BJP e agli imperialisti. Mostrando tutto il suo servilismo, Kalluri attualmente guida nel Bastar la terza e più repressiva terza fase dell'operazione Green Hunt - la guerra contro il popolo da parte dello stato – con il nome di 'Mission 2016'. Questo ha già causato la morte di oltre un centinaio di Adivasi - la stragrande maggioranza dei quali erano abitanti dei villaggi inermi, tra cui un gran numero di donne, che erano stati bollati come 'maoisti' e uccisi in scontri falsi. Pertanto, è solo un movimento forte e unito che può forzare il governo centrale e quelli degli singoli stati ad agire nel modo più severo nei confronti di questi colpevoli.
Non si deve mai dimenticare, però, che Kalluri e la gente del suo stampo stanno attuando solo le politiche dei governi sia centrale che dei singoli stati che rappresentano gli interessi degli imperialisti e delle loro classi dominanti compradore dell'India. Perciò la semplice rimozione di un individuo dal suo posto o la punizione di un paio di soldati non è sufficiente. Bisogna intraprendere una lotta per la punizione di Raman Singh, il comandante in capo della guerra contro il popolo del Bastar e presidente del Comando unificato delle forze armate governative in Chhattisgarh.
Egli è responsabile della direzione che ha portato al massacro di Adivasi nel Bastar a migliaia e allo sfollamento di centinaia di migliaia di loro negli ultimi dodici anni della sua permanenza in carica. Allo stesso modo, la cricca Brahmanica fascista-indù di Narendra Modi-Rajnath Singh-Amit Shah-Mohan Bhagwat che sta portando avanti il genocidio degli Adivasi-Moolvasis nel paese per spianare la strada al saccheggio delle risorse naturali a mano armata in nome dello 'sviluppo' deve essere ritenuta responsabile per i propri crimini. È quindi necessario che il movimento che chiede azioni contro Kalluri e altri ufficiali della polizia paramilitare, soldati e Spo coinvolti negli attacchi del marzo 2011 sia una parte del movimento di resistenza alla guerra fascista contro il popolo portata avanti dalla cricca di Modi, Raman Singh e le “bande zafferano” in tutto il paese, con la stretta collaborazione dei vari governi statali, non importa quale partito sia al potere. Se questo movimento non viene rafforzato, ampliato e intensificato, non è possibile fermare il massacro in corso degli Adivasi e la sua intensificazione giorno per giorno in tutto il paese.
Il Comitato Centrale del PCI (Maoista) accoglie ed esprime solidarietà con la lotta tesa ad avere giustizia dei colpevoli delle atrocità e degli attacchi di Tadimetla, Morpalli e Timmapur contro gli attivisti sociali. Fa appello ai lavoratori, ai contadini, ai democratici, patrioti, minoranze religiose e nazionali, dalit, adivasi-Moolvasis, donne, studenti, giovani, impiegati, disoccupati e tutti i settori del popolo e le loro organizzazioni, i partiti dell’opposizione parlamentare, tra cui il Partito del Congresso, il PCI, l’AAP e il Partito del Congresso del Chhattisgarh per rafforzare questo movimento con la loro partecipazione attiva. Il nostro partito crede fermamente che il popolo del paese darà una risposta adatta agli elementi della classe dominante che hanno commesso crimini indicibili contro l'umanità e le masse del paese attraverso tali barbarie.
Nei due anni trascorsi dall’insediamento del governo NDA guidato da Modi, l'assalto combinato del terrorismo di stato e di quello fascista Hindu si sta intensificando di giorno in giorno. Il movimento maoista e diversi movimenti democratici, musulmani e cristiani, dalit, adivasi, minoranze nazionali, donne e altri generi oppressi, operai, contadini, intellettuali, accademici, studenti, artisti e altri settori delle vaste masse del popolo sono stati presi di mira da questo gravissimo assalto. Raman Singh, per esempio, ha promesso un aumento di ulteriori 300 rupie al programma Minimum Support Price (Sostegno al prezzo) per il riso ai contadini, ma invece lo ha ridotto del 40 per cento. D'altra parte, si stanno spendendo milioni di rupie per le forze di polizia e le forze paramilitari, in nome delle operazioni anti-maoiste. Allo stesso modo, ieri il governo BJP dello Jharkhand ha fatto ricorso alla polizia che ha sparato per reprimere l’agitazione popolare contro l'acquisizione forzata dei terreni, uccidendo un manifestante. In tali condizioni prevalenti in tutto il paese, il movimento democratico che resiste a questa aggressione fascista deve essere intensificato e ampliato unendo tutte le forze che si oppongono al fascismo feudal-compradore Hindu del BJP e del Sangh Parivar. L'opposizione alla terza fase dell'operazione Green Hunt è una parte significativa di questa resistenza.
I maoisti rivoluzionari hanno preso le armi per la giusta causa del popolo e del paese dopo che tutte le vie pacifiche affinché il popolo potesse instaurare una vera democrazia, la libertà, la sovranità, l'autonomia, il progresso, la prosperità e il potere politico popolare sono state chiuse dai governanti reazionari del paese. La storia del nostro paese e di altri paesi semi-coloniali e semi-feudali del mondo ha dimostrato in modo conclusivo che solo attraverso la guerra un popolare di lunga durata possono essere raggiunti questi obiettivi. Tuttavia, il CC del PCI (Maoista) è aperto a colloqui con il governo per prendere in esame la causa del paese e del popolo. Ma i governanti del paese non hanno mostrato alcuna serietà sui colloqui, sulla pace o sullo stato di benessere delle masse. Alti funzionari di governo come Rajnath Singh raffigurano il movimento rivoluzionario in lotta per la sacra causa del popolo e del paese come un movimento criminale e terrorista e rilasciano ripetuti appelli alla resa. Allo stesso tempo, essi stanno dispiegando sempre più forze armate e introducendo armi sempre più letali, tra cui elicotteri da combattimento per sopprimere le popolazioni, aumentando sempre più forze armate e bande di vigilantes, prendendo misure sempre più repressive.
È piuttosto ovvio che in tali condizioni l’invito della Corte Suprema per colloqui di pace tra il nostro partito e il governo resterà lettera morta. Sovvertendo lo spirito dell’invito della Corte Suprema, il ministro degli interni del Chhattisgarh, Ramsewak Paikra, ha insistito sul fatto che i colloqui di pace ci potranno essere solo dopo che i maoisti rinunciano alla 'violenza' e si uniscono alla “corrente principale tradizionale”. Questo non è altro che un velato invito ai maoisti ad arrendersi. Esso dimostra la mancanza di volontà e falsità del governo verso i colloqui di pace. Kalluri ha dichiarato che il morale delle forze di governo si abbasserà se le popolazioni chiedono la punizione per gli autori delle barbarie di Tadimetla, Morpalli e Timmapuram. Ma la ragione che sta dietro tali dichiarazioni è quella di effettuare ulteriori barbarie e la repressione del popolo mettendo a tacere tutte le voci di opposizione. Il CC del PCI (Maoista) si augura che le autentiche forze democratiche e amanti della pace del paese continueranno i loro sforzi per costringere i governi Modi e Raman Singh a fermare la loro guerra genocida contro il popolo, che sola può aprire le possibilità per la pace e creare un ambiente favorevole per i colloqui.

• Boicottare le celebrazioni del 17° anniversario della formazione dello stato del Chhattisgarh dall’1 al 5 novembre il 2016!
• Chiedere le dimissioni di Raman Singh e Kalluri!
• Essere solidali con i contadini in lotta del Chhattisgarh esigendo 2.500 rupie per ogni quintale di riso come contributo MSP!
• Richiesta di annullare tutti i protocolli d'intesa firmati con le multinazionali e le grandi imprese nazionali!
• Lottare per stabilire i diritti del popolo su Terra-Acqua-Foreste (Jal-Jangal-Zameen)!
• Organizzare manifestazioni di protesta e incontri pubblici nei villaggi, paesi e città dall’1 al 5 novembre 2016!

(Vikalp)
Portavoce
Dandakaranya Comitato Zonale speciale (DKSZC) CPI (Maoista)

(Abhay)
Portavoce
Comitato centrale CPI (Maoista)

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