venerdì 7 ottobre 2016

pc 7 ottobre - La Marina Militare a Taranto - una fogna di corruzione e una piovra sulla città, dai generale agli ufficiali - una inchiesta mette in luce tutto

Tangenti in Marina, denaro anche nei panettoni e in un tombino

Tangenti in marina, denaro anche nei panettoni e in un tombino




Persino in un panettone a Natale, o tra i cavi di un tombino vicino alla sala mensa della spiaggia sottufficiali di Taranto gli imprenditori avrebbero nascosto i soldi delle tangenti per aggiudicarsi appalti, servizi e forniture della Marina militare. Il danaro depositato nel tombino sarebbe stato poi prelevato da alcuni indagati. Sono particolari che emergono dalle intercettazioni compiute dell'inchiesta della procura di Taranto che ieri ha portato all'esecuzione di 9 ordinanze di custodia cautelare (8 in carcere e una ai domiciliari). Si tratta del filone d'indagine sugli appalti commissionati da Maricommi, il Commissariato della Marina militare. Tra i destinatari delle misure restrittive, per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione aggravata e alla turbativa d'asta, c'è il capitano di vascello Giovanni Di Guardo, ex comandante di Maricommi, già arrestato il 14 settembre scorso con l'imprenditore Vincenzo Pastore, amministratore della cooperativa Teoma, dopo aver intascato una mazzetta di 2500 euro. In carcere sono finiti anche la convivente di Di Guardo, la rumena Elene Corina Boicea, gli imprenditori tarantini Giovanni Perrone e Valeriano Agliata (ex consigliere comunale di Taranto), Pietro Mirimao di Narni (Terni), e Paolo Bisceglia, residente a Messina; e Marcello Martire, tarantino, dipendente civile del Ministero della Difesa. Agli arresti domiciliari un maresciallo dell'Arma dei carabinieri, Paolo Cesari, di Ferrara, in servizio al comando provinciale di Taranto, accusato di rivelazione di segreti d'ufficio.
Lunedì cominceranno gli interrogatori di garanzia. Secondo l'accusa, un cartello di imprese avrebbe pilotato l'assegnazione degli appalti gestiti dalla direzione Maricommi, con l'estromissione delle altre ditte concorrenti. Personaggi chiave sono considerati Valeriano Agliata, indicato quale titolare della Val.Mar srl e gestore di fatto della Euro Lavori e Forniture e Jonica forniture e servizi, aggiudicatarie di appalti della Marina militare, e Marcello Martire, che svolgeva anche l'incarico di custode della spiaggia sottufficiali. Nell'ordinanza, il gip Valeria Ingenito scrive che «Agliata, con l'intermediazione di Martire, ha esaudito come un fedele cortigiano, sul piano economico, ogni esigenza di Di Guardo e della sua compagna Elene Corina Boicea, provvedendo al pagamento dei più svariati servizi».                                                                

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