venerdì 28 ottobre 2016

pc 28 ottobre - ORA FERMINO I CANTIERI!

Mercoledì ventisei ottobre, i Carabinieri eseguono, in diverse regioni italiane, ventuno misure cautelari per altrettante persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione, e tentata estorsione; quattordici di queste sono personaggi legati al Terzo Valico ferroviario dei Giovi: avrebbero, negli anni, commesso gravissimi reati – corruzione, concussione, turbativa d’asta – in relazione all’aggiudicazione di appalti per 324 milioni.
“Secondo l’accusa – scrive la newsletter della televisione privata genovese Primocanale – i quattordici, che sono agli arresti domiciliari, avrebbero 'inquinato' quattro lotti di gare di appalti:
Libarna, valore gara 67 milioni di euro; galleria Cravasco, valore 1 milione e 700 mila euro; lotto Serravalle, valore 189 milioni di euro; lotto galleria Vecchie Fornaci. Per quanto riguarda la galleria Cravasco gli inquirenti sospettano che vi siano gravi problemi strutturali vista la scarsa qualità dei materiali usati”.
Sempre la stessa fonte continua: “Cemento che sembra colla. E’ quanto detto da uno degli indagati nell’inchiesta romana sulle grandi opere in una conversazione intercettata, riferendosi a lavori eseguiti con materiali scadenti. In un’altra intercettazione si sottolinea che è ‘fondamentale raggiungere l’amalgama’ che consente di stare tutti a coltivare l’orticello”.
Tra gli indagati si trovano figure, di spicco e meno, legate al Cociv: Michele Longo ed Ettore Pagani, che ne sono rispettivamente presidente e vicepresidente; Pietro Paolo Marcheselli, ex presidente; Andrea Ottolin, funzionario; Giuliano Lorenzi e Antonio Parri, dipendenti.
Oltre ad essi, sono finiti nei guai: Maurizio Dionisi, imprenditore; Antonio e Giovanni Giugliano, imprenditori; Giuseppe Pretellese, tecnico che lavora nella impresa di Giugliano; Giulio Frulloni; Marciano Ricci, imprenditore; Giampiero De Michelis, ingegnere; Domenico Gallo, imprenditore.
Queste sono le risultanze dell’azione svolta dai Gruppi d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata (Gico) della Guardia di Finanza; sembrerebbe logico farne discendere che le attività nei cantieri debbano essere sospese a tempo indeterminato nell’attesa delle verifiche necessarie: invece, ecco i politicanti – ultrà, a prescindere dal colore politico dichiarato, delle ferrovie ad alta velocità/alta capacità – schierarsi immediatamente per la continuazione dei lavori di devastazione dell’ecosistema ligur-piemontese.
Il presidente della Giunta regionale, il forzitaliota Giovanni Toti detto Bubu, straparla di “opera strategica” per la quale si augura che il Consorzio “garantisca continuità all’opera che si sta svolgendo e che il lavoro non perda nemmeno un giorno”, mentre Lorenzo Basso e Maurizio Rossi – parlamentari del Partito (sedicente) Democratico e di Liguria Civica – affermano, senza nessun avergogna, che “il terzo valico è un’opera fondamentale per sbloccare l’isolamento della Liguria: va quindi avviata una verifica meticolosa sui lavori effettuati per scongiurare l’ipotesi che gli episodi corruttivi possano aver inciso sulla realizzazione dell’opera”: come questo sia possibile senza fermare tutto, resta un mistero.
Genova, 27 ottobre 2016

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com

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