giovedì 20 ottobre 2016

pc 20 ottobre - IL MOTIVO DELLA SCENEGGIATA KITSCH DI RENZI/OBAMA

Lo avevamo già detto nell'analisi del "vertice Nato di Varsavia"...

"Renzi ha riflesso in maniera quasi fisica l'attuale peso dell'Italia nella Nato: pulci sulle spalle dell'elefante, personaggi che si agitano per darsi aria di contare, quando non hanno altra prospettiva che allinearsi e servire gli interessi generali dell'imperialismo e in primis degli Usa, e fare la loro parte di socio minore nella UE.
Ma la situazione mondiale e nelle aree di interesse Nato portano anche le comparse o i comprimari a dover giocare un ruolo importante che gli è dato non certo dalle loro capacità o peso specifico ma quanto dal posto oggettivo che occupano nella contesa mondiale e la postazione negli scenari più caldi del mondo.
Quindi pulci ma in qualche misura indispensabili, servi sì ma necessari al buon andamento e all'efficienza della 'casa comune'.
L'imperialismo italiano, attraverso Renzi e i suoi Ministri, ha preso decisioni assai vincolanti per il nostro paese e in una certa misura strategiche e che ipotecano il presente e il futuro sul piano militare e strategico del nostro paese.
L'Italia contribuisce con 150 soldati alla truppa di assalto a rotazione disposta dalla Nato in Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia; fa parte del cosiddetto
“quint”, insieme ad Usa, Germania, Francia e Gran Bretagna, allargato al presidente filo nazista ucraino, nella fase di pressione sulla Russia per quanto riguarda l'Ucraina – su questo, a dir la verità, Renzi e l'Italia e soprattutto i padroni italiani non sono così contenti, il “No business as usual” con Mosca di Obama costa parecchio in termini di affari, come scrive Dinucci: “l'affossamento del gasdotto South stream Russia-Italia e le sanzioni contro la Russia hanno già fatto perdere all'Italia miliardi di euro”.
L'Italia partecipa attivamente alla cosiddetta “lotta al terrorismo” all'Isis con aerei e truppe in Iraq e Siria, e alla nuova missione navale nel Mediterraneo “Sea Guardian”, a sua volta legata all'operazione “Sophia” della UE per l'immigrazione e lotta al terrorismo. Il nostro paese poi addirittura assume il ruolo di 'paese guida' (?) con mille uomini tra Herat e Kabul, insieme a Germania e Turchia, nel prolungamento della missione in Afghanistan.
Circa la nuova missione nel mare libico l'Italia è però davvero importante, anzi decisiva per la missione stessa. I droni a cui si affida la Nato “Global Hawks” (Falchi globali), fabbricati dalla Northrop Grumman, sono schierati nella Base di Sigonella in Sicilia e prenderanno il volo nel '17” - una missione, già descritta in un precedente articolo, che l'Italia domanda da sempre e che ora, per così dire, prende il volo.
Il Ministero della Difesa, con la servetta dei militari e dell'industria bellica, Pinotti, insiste per armare i droni militari e che le armi siano prodotte dall'Italia. Ma l'Italia su questo può solo acquistare e installare la stessa tecnologia Usa.
Per quanto riguarda l'Afghanistan sono i militari italiani che sono contenti. Camporini ex capo di Stato Maggiore è contento: “l'Italia ha visto confermato un ruolo di leadership che ha saputo costruire con il suo lavoro sul campo, sia in termini militari che di assistenza”.
Tutte queste leadership di cartone e di stellette che l'Italia acquisisce servono a giustificare una nuova spettacolare crescita della spesa militare, perchè al Vertice Nato Obama è stato chiaro: i piani e le decisioni li prendiamo noi ma gli uomini e i soldi li mettete voi, perchè noi abbiamo già dato.
Scrive ancora Dinucci su il manifesto: “Dalle cifre ufficiali pubblicate dalla Nato durante il summit risulta che la spesa militare dell'Italia nel 2015 è stata 17 miliardi e 642 milioni di euro e che quella del 2016 è stimata in 19 miliardi 980 milioni di euro, ossia aumentata di 2,3 miliardi. Tenendo conto delle spese militari extra bagget della Difesa (missioni internazionali, navi da guerra, e altro), la spesa in realtà è molto più alta. Stando alla sola cifra della Nato, l'Italia nel 2016 spende in media per il militare circa 55 milioni di euro al giorno”.
Il Vertice Nato non ha aggiunto altro e ha confermato la missione già in corso in Iraq alla diga di Mosul che in realtà viene fatta passare per azione di vigilanza/protezione dell'opera, quando è una vera e propria operazione di supporto sul terreno ai massicci bombardamenti degli Usa e della sua coalizione. Ma l'Italia su questo fa anche di più. Come dichiara la stessa Pinotti, dal giugno 2015 sono 3mila i poliziotti irakeni addestrati da circa 90 carabinieri che, evidentemente, verranno utilizzati nell'operazione militare di recupero del controllo delle zone dell'Isis
La legge quadro sulle missioni di pace è passata in parlamento con un solo No (di cui non conosciamo il nome), 284 sono stati i Sì: maggioranza, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Alfano, ecc., 94 gli astenuti: 5 stelle, Sinistra italiana e Lega. In essa vi è il Sì alle missioni, il Sì ai soldi da spendere per le missioni e il Sì al meccanismo automatico delle loro autorizzazioni.
A questo si aggiunge un altro dato gravissimo che è l'uso del Codice penale militare nelle missioni stesse che dà via libera alle atrocità belliche da parte dei nostri soldati, con sostanziale impunità.
Vi è stata anche una norma “marò” per chiarire che se qualche soldato uccide “pescatori” e va per sua sfortuna in stato di prigionia o disperso, gli continuano a spettare le indennità, le provvidenza che aveva mentre era operativo.
E sempre l'Italia è la gigantesca piattaforma militare per l'azione globale della Nato-Usa, e questo carattere le decisioni del Vertice Nato lo rafforza. Non è un caso che il capo di Stato Maggiore del joint force command dislocato a Napoli è un italiano. Ed è da questo comando che è pianificato il supporto Nato a paesi, che poi vale a dire a Governi, come quelli dell'Egitto, della Tunisia e della Giordania..."

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