mercoledì 12 ottobre 2016

pc 12 ottobre - TANGENTI E AFFARI SPORCHI, LA MARINA MILITARE INQUINA L'ECONOMIA DI TARANTO



L’Ilva non è l’unico cancro di Taranto. A inquinare l’economia è anche la Marina Militare. Tangenti, associazione per delinquere, turbativa d’asta. Le accuse sono pesanti e danno l’idea del marcio che sta divorando la nostra città. Le indagini sulla corruzione dilagante tra le stellette di Taranto fanno emergere tutto il peggio che ci si possa aspettare da un sistema che da sempre ha condizionato in maniera negativa il territorio, colonizzando le aree più belle - la Marina Militare dovrebbe restituire alla cittadinanza le aree dismesse - e muovendo i fili di certi affari sporchi, come gli appalti a Maricommi.
Dal 14 settembre sono stati arrestati nell’ordine: il capitano di vascello Giovanni Di Guardo, comandante della base di Maricommi di Taranto, beccato mentre intascava una mazzetta da 2 mila e 500 euro dall’imprenditore Vincenzo Pastore, sindaco di Roccaforzata e presidente della società cooperativa Teoma che si occupa di pulizie. Soldi che sarebbero serviti per pilotare la gara d’appalto da oltre undici milioni di euro per aggiudicarsi i servizi di pulizia e sanificazione nelle sedi della Marina di Taranto. Il 18 settembre è finita in manette il tenente di vascello Francesca Mola, capo dell’ufficio contratti di Maricommi Taranto, con le accuse di concorso in corruzione e turbativa d’asta.
Poi il nuovo blitz della guardia di finanza di questa mattina con ben nove arresti, tutti con accuse pesantissime. Tra questi cinque imprenditori, un dipendente civile della Marina e un carabiniere accusato di aver rivelato notizie sulle indagini.
Lo scandalo si allarga e siamo schifati. L’inquinamento non è solo ambientale ma anche economico e la Marina Militare è complice di questa spirale di illegalità che sta risucchiando Taranto.

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