sabato 24 settembre 2016

pc 24 settembre - "L'ULTIMO MARX" DI M. MUSTO: "Marx aveva assegnato un compito alla sua esistenza: fornire al movimento operaio le basi teoriche per distruggere il modo di produzione capitalistico"

Al Festival della Filosofia a Carpi il 16 settembre Marcello Musto ha presentato il suo ultimo libro: L'ultimo Marx: 1881- 1883.
Riportiamo qui alcune note di una compagna che ha seguito la presentazione.

Si tratta di un libro utile, che affronta anche problematiche nuove a cui Marx si stava dedicando negli ultimi anni, come la situazione in Russia: se l'esistenza della comune rurale poneva o no necessariamente il passaggio dal capitalismo come presupposto del percorso verso la società socialista.

Musto ha voluto sottolineare lo spirito di "ricercatore continuo" di Marx, di curioso a 360°, critico, di dubbioso, fino alla fine della sua esistenza. Uno combattente, che studia la realtà, la analizza al microscopio, ma non si adegua, non la cristallizza, ma vede in essa gli elementi della rivoluzione.

Ma questa sottolineatura, c'è da dire, è diventata nel corso del suo intervento, eccessiva, di fatto messa in distinzione con l'ideologia marxista-leninista, in particolare quando Musto l'ha contrapposta ad un uso cristallizzato di Marx da parte dei marxisti della Russia sovietica anche ai tempi di Lenin - cosa assolutamente non vera.

Musto ha iniziato dicendo come vi sia stato dal 2008 un “ritorno a Marx”, in tutto il mondo: in Brasile vi sono almeno 100 gruppi di studio nelle università; in Cina vi è una ripresa delle traduzioni dei libri di Marx; in Germania è in corso una rilettura completa delle sue opere, ecc.

Marx ha tentato di approfondire decine e decine di materie per scrivere Il capitale, era un analista/scienziato meticoloso, tornava più volte su ciò che aveva scritto, vi sono diversi manoscritti sul capitale, su questo facendo impazzire Engels che lo esortava a far uscire i suoi scritti. Ma quando doveva fare polemica politica, la faceva subito – vedi “La sacra famiglia”.

Facendo poi un pò di storia, Musto ha ricordato come Marx a Parigi incontrò il mondo del lavoro e incontrò Engels che aveva scritto “La situazione della classe operaia in Inghilterra”. Marx se ne innamora, Scrive i “manoscritti economici filosofici”, dove parla per la prima volta di “alienazione”.
Scrive che il capitalismo è un modo di produzione storico, non “naturale”, e quindi può essere cambiato. Occorreva analizzare il capitalismo e sostituire a questo modo di produzione una società collettiva di liberi e uguali.
Ne “L'ideologia tedesca” per la prima volta vi è l'idea materialistica dialettica della storia.
In seguito Marx lavora sui “Grundrisse”, importanti per la direzione del suo lavoro (che poi si attuerà nella redazione de Il capitale) e per delineare la società futura.

Ma Marx è anche un militante politico; afferma che non ci sono idee se non ci sono organizzazioni che le fanno valere. Le idee di Marx erano incarnate dalla lotta dei lavoratori.
Il capitalismo per Marx è importante perchè “produce gli operai”. Effetti positivi del capitale che possono essere usati dal movimento operaio per passare a un nuovo modo di produzione:
- cooperazione lavorativa;
- l'apporto scientifico e tecnologico;
- l'appropriazione delle forze della natura;
- la creazione di grandi macchine:
- concentrazione dei mezzi di produzione;
- tendenza al mercato mondiale.
Gli operai lavorando insieme possono acquisire coscienza. Lo sviluppo del capitalismo dà maggiore possibilità di liberarsi dai legami feudali, patriarcali.

Nello stesso tempo in cui Marx analizza questi aspetti "positivi" del capitalismo, descrive in maniera puntuale e minuziosa lo spietato sfruttamento degli esseri umani attuato dal capitalismo.

Sulla Russia. Nel 1869 Marx cominciò a studiare il russo (Marx sapeva 8 lingue, Engels 13) perchè voleva capire i cambiamenti che vi erano stati in Russia dopo il 1861. Marx approfondisce la situazione in Russia e in particolare la “Comune rurale”, per rispondere a delle domande postegli dai rivoluzionari russi: il capitalismo è una legge da cui per forza tutti i paesi devono passare? In Russia per fare la rivoluzione socialista dobbiamo aspettare che passi il capitalismo? O possiamo partire da una forma di comunità che già esiste e passare al socialismo? Marx risponde che la sua analisi riguardava l'Europa occidentale. La Comune rurale russa può saltare il capitalismo e passare al socialismo. Non si tratta di un ritorno alla Comune precapitalista, ma di trasformare le forme comunitarie in senso socialista.
Marx è uno studioso scrupoloso ma anche un curioso. Marx vuole capire i cambiamenti in India, in Cina, in Indonesia, in Sud America, ecc.
Si avvicina a nuova discipline, come l'antropologia per approfondire le basi storiche della critica al capitalismo. Soprattutto gli ultimi manoscritti mostrano la multidirezionalità dei suoi interessi.
Sul colonialismo. Marx dice che la soppressione del suolo è un atto di vandalismo, di violenza. Non ha spinto il popolo indigeno avanti ma indietro.

Marx era un rivoluzionario, non solo uno studioso. Per 10 anni si impegnò nell'Associazione internazionale dei lavoratori, in cui si riunirono diversi nuclei di operai di tutto il mondo.
Marx ad una domanda su qual'è l'elemento vitale, risponde: la lotta!.

Marx è sempre un rivoluzionario. Anche quando scrive del suffragio universale.
Nell'appendice del libro "L'ultimo Marx", "per il pane e le rose", Musto riporta il “Programma elettorale dei lavoratori socialisti” scritto da Jules Guesde, Paul Lafargue, Karl Marx, in cui a premessa viene scritto:

“Considerando, che l'emancipazione della classe produttiva è quella di tutti gli esseri umani senza distinzione di sesso e di razza; che i produttori non potranno essere liberi finchè non saranno in possesso dei mezzi di produzione (terra, fabbriche, navi, banche, crediti, ecc.); che non vi sono che due forme sotto le quali i mezzi di produzione possano loro appartenere 1. la forma individuale che non è mai esistita allo stato dei fatti in modo generalizzato e che è diminuita sempre più a causa del progresso industriale; 2. La forma collettiva, i cui elementi materiali e intellettuali sono costituiti dallo sviluppo stesso della società capitalista.
Considerando, che questa appropriazione collettiva non può avvenire se non tramite l'azione rivoluzionaria della classe produttiva – o proletariato – organizzata in un proprio partito politico; che una simile organizzazione deve essere perseguita con tutti i mezzi di cui dispone il proletariato, compreso il suffragio universale, trasformato così da strumento di inganno, quale è stato fin qui, in strumento di emancipazione; i lavoratori socialisti francesi, assegnandosi come obiettivo dei loro sforzi l'espropriazione politica ed economica della classe capitalista e il ritorno alla collettività di tutti i mezzi di produzione, hanno deciso, come strumento di organizzazione e di lotta, di partecipare alle elezioni con le seguenti immediate rivendicazioni...”.
E' bene leggersi anche i punti del programma che bene esprimono la battaglia degli operai, niente affatto in contraddizione con la lotta rivoluzionaria.

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