sabato 2 luglio 2016

pc 2 luglio - Cosenza. Rifugiati sgomberati dalla tendopoli in centro


2016 06 30 cosenzaQuaranta persone, curdi e pakistani richiedenti asilo, che da tre mesi dormivano nei capannoni delle officine di manutenzione dei treni alla stazione di Vaglio Lise, senza acqua, luce, servizi igienici, con il sostegno del Comitato Prendocasa, due giorni fa si sono accampati in piazza XI settembre a Cosenza, nei pressi della Prefettura.
L'iniziativa, volta a trovare soluzioni adeguate e dignitose di accoglienza, ha da subito messo alle strette la nuova giunta cosentina appena insediatasi. I quaranta ragazzi alla stazione di Vaglio Lise quotidianamente erano oggetto di vessazione da parte delle forze di polizia perché occupano abusivamente con i loro materassi e le loro coperte un luogo pubblico, e spesso venivano identificati e portati in questura, perché scambiati per delinquenti e spacciatori.
Dopo l'occupazione della piazza nel pieno centro cittadino sono seguiti due sgomberi con l'intervento
delle forze dell'ordine che hanno sequestrato le tende. Al primo sgombero di mercoledì è seguito quello di ieri mattina, quando tutti gli occupanti sono stati tradotti in questura. Qui il nuovo assessore al Disagio, Padre Fedele ha incontrato i richiedenti asilo promettendo solo soluzioni provvisorie e non immediate.
“La situazione è paradossale – spiega un attivista del comitato Prendocasa – soprattutto in una città come Cosenza dove arrivano milioni di euro per il sociale. Il cosentino non fa la tendopoli perché si vergogna, però sono in tante le famiglie senza un tetto. Basterebbe requisire qualche stabile vuoto. Occupando l’ex istituto delle Canossiane e la scuola in disuso a Porta Piana abbiamo dato ospitalità ad oltre cento persone. Il problema è che sugli immigrati le politiche nella nostra città sono solo ed esclusivamente speculative. Ci si preoccupa solo di lucrare sull’emergenza migranti. Si preferisce fare aprire centri a cooperative amiche. Amiche degli ‘amici’ e amiche dei politici che lavorano creando i danni che hanno fatto, per esempio, le cooperative dei Morrone ad Aprigliano. Questa è l’accoglienza della nostra città”

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