domenica 17 luglio 2016

pc 17 luglio - NO TAV: NOTTE CALDA A CHIOMONTE - E UN GIUDICE CHE DOVREBBE ANDARE ANCORA A SCUOLA...

(Da Repubblica) Notte di disordini al cantiere Tav, i petardi innescano incendi nei boschi
Notte di disordini al cantiere Tav,    i petardi innescano incendi nei boschi

La polizia usa gli idranti per allontanare i manifestanti


Seconda notte consecutiva di disordini a Chiomonte. Questa notte centocinquanta attivisti No Tav sono tornati sui sentieri che portano al cantiere del tunnel geognostico della Torino-Lione. Come era già successo ieri notte è iniziato un lancio di fuochi d’artificio in direzione delle reti dell’area presidiata dalle forze dell’ordine. Polizia e carabinieri hanno risposto con lacrimogeni e idranti per disperdere i manifestanti che sono rimasti a ridosso del cantiere.
Nel corso della “battaglia” alcuni fuochi d’artificio caduti nel bosco hanno provocato piccoli incendi. Un rogo di copertoni vicino alla galleria Giaglione ha costretto l’autostrada A32 a chiudere per circa mezz’ora per colpa del fumo denso che si è alzato dall’incendio.
I No Tav sono partiti intorno alle 21 proprio da Giaglione, in direzione del cantiere. Solo in tarda nottata si sono dispersi.Le iniziative di questi giorni vengono lanciate dal campeggio No Tav di Venaus in  programma fino al 31 luglio.

Il giudice  sulla condanna della laureanda "No Tav": "Nelle tesi frasi autoaccusatorie"

Il giudice sulla condanna della laureanda "No Tav": Nella tesi frasi autoaccusatorie"
"Ci sono espressioni di tono autocaccusatorio" alle quali "non è stata fornita alcuna spiegazione alternativa" nella tesi di laurea scritta da Roberta C., 29 anni, la studentessa universitaria della Cà Foscari condannata a due mesi di reclusione, a Torino, per una dimostrazione No Tav. Lo scrive il giudice Roberto Ruscello nelle motivazioni della sentenza. La laureanda è stata considerata "responsabile sotto il profilo morale" di due dei reati commessi il 14 giugno 2013 da un gruppo di giovanissimi No Tav a Salbertrand, in Valle di Susa, e in particolare la violenza privata e l'invasione di edificio. Roberta C., che stava svolgendo una ricerca sul movimento, si era mescolata ai manifestanti che avevano dato vita a un blocco stradale e all'irruzione nel cortile di un'azienda. La tesi venne poi scritta in prima persona, ma quello che per la difesa era solo un espediente narrativo è stato considerato dal giudice in modo diverso: la studentessa, essendo anche presente alla riunione in cui i No Tav avevano preparato la dimostrazione, ha attribuito "a sé un ruolo attivo e non certo di mera osservatrice". "Sono dunque indiscutibili - afferma - la coscienza e la volontà di aderire in via preventiva alla commissione dei reati. Restando sul posto ha integrato un contributo apprezzabile quanto meno rafforzando le determinazioni degli altri".

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