mercoledì 13 luglio 2016

pc 13 luglio - Sfruttamento e sgomberi per i migranti della frutta

Sgomberato capannone “occupato” dai migranti della frutta

Una fase dello sgombero
andrea garassino
saluzzo
Per alcune settimane è stato il loro riparo per la notte. E’ un capannone in costruzione (da anni) all’angolo tra via Propanotto e via Bertoni, nella periferia di Saluzzo. Ieri mattina (mercoledì 13 luglio) 45 migranti della frutta hanno lasciato la struttura durante un controllo delle forze dell’ordine. I braccanti sono risultati tutti regolari, in Italia da tempo. Alcuni erano già stati a Saluzzo in passato.
All’operazione hanno partecipato una quindicina tra poliziotti, carabinieri e vigili urbani con sette mezzi.
«La situazione era monitorata da tempo – dice Walter De Meo, dirigente della questura – e se n’è
parlato più volte in riunioni in prefettura. Il proprietario ha chiesto di riavere il capannone e così siamo intervenuti per chiedere ai migranti di andarsene e non ci sono stati problemi di alcun tipo. Eravamo già stati qui e tutti i ragazzi erano stati informati dell’impossibilità di restare. Tutti hanno compreso la situazione».
I braccianti hanno raccolto gli effetti personali: una valigia, uno zaino, un sacchetto, un materasso di recupero o dei cartoni, delle coperte, bottiglie d’acqua. Alcuni sono partiti intorno alle 5,30 per andare al lavoro e i loro bagagli sono stati spostati da altri. «Il controllo è stato programmato all’alba – aggiunge De Meo - proprio per poter controllare tutti all’interno».
«Sono stato qui circa un mese – dice Didier, 23 anni, dal Burkina Faso – perché non ho trovato posti differenti. La polizia e i carabinieri ci hanno chiesto di andarcene e così abbiamo fatto. Non vorrei dover dormire in queste condizioni, ma non posso permettermi un affitto. Sono già stato in città in passato. Ora non lavoro, ma gli anni scorsi si. Conosco dei padroni e spero mi chiamino nei prossimi giorni per la raccolta. Sono arrivato in Italia sei anni fa e fino ad oggi sono riuscito a trovare occupazione solo come bracciante in agricoltura. Il resto dell’anno sto vicino a Lecco».
Il gruppo di braccianti si è spostato al campo solidale della Caritas dal Foro boario, poco distante. La tendopoli da 270 persone ha esaurito i posti da giorni. Sono circa 450 persone, con l’arrivo dell’ultimo contingente, che trovano riparo nella struttura gestita dai volontari.
«Non c’è più disponibilità di spazio nelle tende – dicono dalla Caritas – e abbiamo chiesto ai ragazzi di trovare un riparo provvisorio sotto le tettoie. Intanto, la raccolta nei campi sta iniziando e speriamo che si liberino posti qui da noi, perché stiamo cercando con le istituzioni altre sistemazioni per chi lavora ed ha un contratto. Ad esempio nelle aziende, nei container della Coldiretti e negli altri Comuni della frutta, se ci sarà la disponibilità delle Amministrazioni locali».

Il capannone era già stato usato come rifugio dai migranti negli anni scorsi. Anche in passato, veniva individuato come «base» all’inizio dell’estate e poi lasciato libero quando venivano messi a disposizione altri posti letto in strutture diverse. Il proprietario ha mandato degli operai per chiudere l’ingresso con una rete. Il passaggio resta agevole da altri accessi.

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