venerdì 10 giugno 2016

pc 10 giugno - Mentre scaricano sui proletari e masse popolari la crisi economica, nella Nato a guida imperialismo Usa, i governi e stati dei paesi imperialisti europei aumentano le spese militari

    La crisi dei migranti e le tensioni interimperialiste dentro la nuova tendenza alla guerra vengono ad alimentare le spese militari

    dal Sole 24 ore - 31 maggio
    La spesa militare dei Paesi europei che fanno parte della Nato aumenterà quest’anno per la prima volta dopo quasi un decennio. Non sono stati diffusi dati ufficiali ma è certo - come ha affermato il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg - che le tensioni, non solo economiche, con la Russia di Vladimir Putin e la crisi dei migranti stanno facendo aumentare i problemi di sicurezza in tutto il continente. «Le previsioni per il 2016, sulla base dei dati preliminari che ci hanno fornito le Nazioni alleate, mostrano che ci sarà per la prima
    volta, dopo molti, molti anni, un incremento delle spese tra i Paesi europei», ha detto Stoltenberg in un’intervista al Financial Times. Una svolta ancora più significativa in vista del vertice che si terrà a luglio in Polonia per decidere i movimenti delle truppe Nato ai confini con la Russia.
    Il budget della Nato in crescita
    Nel 2015 gli alleati europei nella Nato hanno speso per la difesa 253 miliardi di dollari contro i 618 miliardi spesi dagli Stati Uniti. Per rispettare l’accordo che prevede una spesa minima pari al 2% del Pil, i Paesi europei dovrebbero aumentare di 100 miliardi il loro budget militare annuale. Il loro contributo attuale si ferma infatti all’1,43% del prodotto interno lordo.

    I PRIMI DIECI PAESI NATO PER SPESA MILITARE
    Dati in miliardi di dollari. (Fonte: Nato e governi nazionali)
    urchia
    OlandaPoloniaSpagnaTurchiaCanadaItaliaGermaniaFranceRegno UnitoUsa
    Il contributo complessivo dell’Europa al budget della Nato è sceso costantemente a partire dal 2008: in quell’anno raggiungeva l’1,7% del Pil per un valore di 288 miliardi di dollari. Ma il trend di lungo periodo era già evidente rispetto agli anni Ottanta quando la spesa militare dei membri europei della Nato superava il 3% del Pil: la fine della Guerra Fredda modificò infatti alla radice il senso stesso dell’Alleanza.
    La Nato non diffonderà alcun dato prima di averlo discusso con i singoli Stati ma alcuni membri dell’Alleanza - segnatamente quelli che confinano con la Russia - hanno già annunciato ufficialmente l’inversione di tendenza per il budget di quest’anno.
      • l'avamposto militare
      • Dai cieli al cyberspazio: così l’«e-Estonia» si difende dall’Orso russo
    Il cambiamento maggiore si segnala per i Paesi baltici: il budget della lettonia aumenterà del 60% nel corso del 2016; quello della Lituania del 35% e quello dell’Estonia del 9 per cento. Anche la Polonia, il Paese militarmente più forte nell’Est Europa, ha previsto, sotto la della destra ultraconsevatrice di Jaroslaw Kaczynski, un incremento delle spese militari del 9 per cento nel 2016.

    I rischi di Brexit e le incognite sulla strategia Usa 

    Anche la spesa militare del Regno Unito crescerà per allinearsi al limite minimo del 2% del Pil. Ma il voto del Regno Unito sulla permanenza nell’Unione potrebbe indebolire la stessa Nato: Brexit è un rischio da non sottovalutare anche per la difesa. «Ci dobbiamo confrontare con scenari incerti, con minacce più numerose, con sfide per la sicurezza che nell’ultima generazione non si erano mai viste. Per questo abbiamo bisogno di unità, di forza e di stabilità», ha aggiunto Stoltenberg spiegando che «il Regno Unito è il primo Paese europeo per potenziale militare, è il maggiore finanziatore dell’Alleanza, ha i più consistenti investimenti militari. È secondo solo agli Stati Uniti come peso nella Nato: per noi, un Regno Unito forte in un’Europa forte è importante per l’unità e la stabilità».
    Mentre il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump ha già fatto sapere di considerare la Nato «troppo costosa e obsoleta» accusando i Paesi europei di «aver approfittato troppo a lungo della generosità americana».

    Nuovi scenari di Guerra Fredda 

    Il segretario generale Stoltenberg si è mostrato soddisfatto dell’aumento del budget della Nato. Ma è evidente che l’aumento dei rischi geopolitici e delle tensioni miliari, che hanno convinto i Paesi membri a spingere sulla spesa militare, non possono essere una buona notizia per l’Europa.
    Mentre nel prossimo mese il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker dovrebbe incontrare Vladimir Putin a San Pietroburgo per cercare di allentare le tensioni tra Bruxelles e Mosca, la Nato sembra aver già saltato la fase diplomatica.
    Stoltenberg, due giorni fa a Varsavia, ha assicurato che ulteriori truppe della Nato saranno dispiegate in Polonia per proteggere i Paesi dell’Est che si sentono minacciati dalla Russia. «Sia chiaro ci saranno più truppe - ha affermato Stoltenberg - per inviare un chiaro segnale che un attacco contro la Polonia sarà considerato un attacco contro l’intera Alleanza». Il segretario generale ha spiegato che il rafforzamento sarà multinazionale e di rotazione. E il presidente polacco Andrzej Duda si è detto entusiasta: «Vogliamo fare in modo che la Polonia non sia solo un membro della Nato, ma vogliamo avere la Nato qui in Polonia, avere le truppe degli alleati qui».

    La risposta Nato alla «minaccia in arrivo dalla Russia»
     
    Riunita a Tirana, in Albania, lunedì scorso, l’Assemblea parlamentare della Nato ha invitato gli alleati a prepararsi a una risposta alla «potenziale minaccia» della Russia nei confronti di uno dei Paesi membri. «La sfida della Russia è reale e grave», ha detto l’americano Michael Turner, presidente della riunione che ha radunato circa 250 parlamentari dei 28 Paesi membri dell’Alleanza. La dichiarazione adottata all’unanimità deplora «l’uso della forza da parte della Russia contro i suoi vicini e le intimidazioni agli alleati» della Nato. In queste circostanze, si aggiunge nel comunicato, la Nato «non ha altra scelta che prendere in considerazione la possibilità di azioni aggressive della Russia contro un membro dell’Alleanza come una potenziale minaccia e adottare risposte adeguate e proporzionate».
    La Nato ha sospeso tutti gli aspetti operativi della sua cooperazione con Mosca dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia, e a seguito del sostegno russo ai separatisti dell’Est Ucraina. Nello scorso aprile, il Consiglio Nato-Russia ha tenuto la sua prima riunione dal giugno del 2014, ma i colloqui hanno provocato «una serie di divergenze» riguardanti l’Ucraina ed altri dossier, anche se Stoltenberg, ha assicurato che i colloqui sono stati «fruttuosi». L’Alleanza ha annunciato comunque che ci saranno dei colloqui con la Russia prima del summit della Nato in programma l’8 e il 9 luglio a Varsavia.   

Nessun commento:

Posta un commento