foto di Ex OPG Occupato - Je so' pazzo.

Napoli: 543 NO 95 SI'
Questa storia, parla di orgoglio e dignità.
Molti si lamentano sempre che in Italia non si lotta, che qui non siamo buoni a nulla, e che al Sud in particolare siamo schiavi, "non abbiamo le palle"...
Ovviamente spesso quelli che fanno questo discorso poi non fanno niente, si lamentano solo. Invece noi conosciamo ogni giorno gente che resiste, che combatte spesso in solitudine la legge del più forte, la legge del profitto...
Le lavoratrici e i lavoratori Almaviva, che abbiamo conosciuto poco più di un mese fa, sono fra questi. leggete qui!
Il 27 marzo ALMAVIVA, multinazionale delle telecomunicazioni con 8.000 dipendenti solo in Italia,
annuncia un piano da 3.000 licenziamenti.
Dopo aver fatto profitti a palate, grazie a sgravi e incentivi di stato e grazie al duro lavoro dei dipendenti, sostiene di dover per forza fare i tagli perché costretta dal mercato...
I lavoratori reagiscono subito: volantinaggi, presidi, picchetti, scioperi, video e mail bombing, striscionate per strada e allo stadio, persino interventi dal palco ai concerti...
Tutto il mese di aprile è costellato di azioni di lotta, che si sviluppano per canali "tradizionali" ma anche grazie all'inventiva di tante ragazze e ragazzi coscienti dei loro diritti!
Alla fine la lotta ottiene qualcosa, e l'azienda è costretta a trattare. solo che il 26 aprile presenta ai sindacati la sua "proposta", ritiro dei 3000 licenziamenti, ma proroga di 6 mesi dei contratti di "solidarietà" (ovvero si lavora - e si guadagna - tutti meno), maggiore flessibilità e inoltre non prospettando alcun futuro certo all’indomani della scadenza di questi ulteriori 6 mesi!
Una proposta così allettante che non si può proprio rifiutare!
Almeno così pensano molti dei sindacati, che tornano dai lavoratori e gli chiedono di accettare l'accordo... "magari in questi sei mesi il mercato si riprende", "magari lo Stato interviene" (così spera infatti ALMAVIVA che vuole lucrare un altro po' sulla collettività)...
In realtà se passa il SI i lavoratori dovranno tornare a lavorare per 3-400 euro al mese, rinunciando a qualche diritto, per poi comunque rischiare fra sei mesi di trovarsi in mezzo a una strada, più demoralizzati e incapaci di lottare...
Si va quindi al referendum, con l'azienda e i suoi lacché che invitano a votare SI, con quasi tutti i rappresentanti sindacali che invitano a votare sì, confondendo persino i lavoratori con vere e proprie menzogne, con i lavoratori stanchi dopo un mese di lotta...
Ma qui accade l'imprevedibile (almeno per chi pensa che il nostro paese e i nostri ragazzi non possano avere un sussulto di dignità!)... si inizia a votare nei vari siti. A Palermo i NO stravincono, così a Roma, a Catania, anche a Milano, sede non toccata dal piano dei licenziamenti...
e oggi il NO sembra vincere anche a Napoli dopo due giorni di assemblee di fuoco, dalla mattina alla sera, nelle quali i lavoratori hanno mostrato in massa la loro determinazione e la loro rabbia: è tutta l'Italia finalmente unita, da Sud a Nord, che dice NO al piano dei padroni!
Certo, la lotta non finisce qui... ora infatti i sindacati devono andare a trattare di nuovo con ALMAVIVA... il rischio però è che non lo facciano con la stessa determinazione con cui i lavoratori hanno rifiutato il piano... per questo bisogna stargli addosso, per questo bisogna continuare a portare avanti la lotta, farla diventare un caso nazionale, spingere Renzi ad assumersi le sue responsabilità, essere creativi e usare ogni mezzo per affermare i nostri diritti!
Di certo però oggi è stata scritta una grande pagina di coraggio nella storia del movimento dei lavoratori del nostro paese...