sabato 28 maggio 2016

pc 28 maggio - Venti di guerra: Obama a Hiroshima commemora i morti della guerra nucleare mentre sgancia bombe in giro per il mondo!

La commemorazione dei morti di Hiroshima fatta da Obama in questi giorni è l’ennesima dimostrazione di una ipocrisia, oramai anche questa, immensamente globale.


Come si possono ricordare le vittime delle bombe nucleari sganciate dagli Stati Uniti nella II Guerra Mondiale in Giappone, e cioè “piangere” i morti per la guerra, mentre negli stessi giorni “Gli Stati Uniti rientrano con forza nella guerra in Afghanistan”, come dice un articolo di america.24.com, confermato dal Washington post. Con un attacco aereo infatti è stato ucciso il leader talebano Mansour (e non si conoscono i dati su possibili morti tra i civili). Ma è ancora poco secondo l’ex comandante americano Petraeus che ha sottolineato che nei primi tre mesi di quest’anno, gli USA e i suoi alleati hanno sganciato 7.000 bombe in Iraq e Siria, ma solo 300 in Afghanistan!!!

Continua l’articolo di america.24: “Il raid aereo con il quale gli Stati Uniti hanno ucciso il leader talebano, Akhtar Mohammad Mansour, rappresenta un importante ritorno di Washington all'interno della guerra in Afghanistan, ma soprattutto dell'azione più importante nella regione da quella del maggio 2011 che portò alla morte di Osama bin Laden”.
Questo ennesimo attacco dimostra ancora una volta che questi paesi, “stati falliti” oramai li chiamano in gergo, vengono trattati dagli Stati Uniti e dagli altri paesi imperialisti come e peggio del “giardino di casa propria” per dirla con una vecchia frase americana riferita ai paesi dell’America Latina, visto che “Si tratta inoltre del secondo grande raid (sempre dopo quella contro bin Laden) sul territorio del Pakistan al confine con l'Afghanistan...” Afghanistan, Pakistan, Iraq, Siria… tutti paesi dove gli imperialisti, a cominciare dagli Stati Uniti, possono fare quello che vogliono! Tant’è che le “giustificazioni” del governo degli Stati Uniti, diretto da Obama, sono a dir poco ridicole: “Per Washington il bombardamento è giustificato dal fatto che Mansour, il comandante che un anno fa ha preso il posto del Mullah Omar dopo la sua morte, aveva rifiutato di dialogare con i leader afghani e che voleva attaccare l'esercito americano in Afghanistan.” Una menzogna, tra l’altro, smentita dallo stesso Pakistan: “Nessun attacco diretto agli Stati Uniti,” e “un portavoce del ministro degli Esteri del Paese ha detto che ‘le azioni militari non sono la soluzione e che i talebani stavano trattando con il governo afghano.’” Gli Stati Uniti non possono tollerare che ci siano “trattative” tra i vari governi dell’area! E, quindi, altro che ritiro, o riduzione di uomini! Obama ha deciso di continuare mantenere i circa 10.000 soldati americani presenti sul territorio!

Ma le menzogne non finiscono qui, e a proposito delle armi nucleari Obama ha detto ad Hiroshima: “Continuo a sognare un mondo denuclearizzato, anche se temo che non lo vedrò nel corso della mia esistenza”. (La Repubblica 28 maggio). 

Come si fa a dire di sognare un mondo denuclearizzato quando si prevede una spesa da mille miliardi di dollari in trent’anni come dice in una intervista al GdS di oggi il generale Carlo Jean: “Gli Stati Uniti stanno rimodernando tutto il loro arsenale. Hanno approvato un bilancio da mille miliardi di dollari in trent’anni per rimettere in sesto la loro industria nucleare militare. Semmai c’è una corsa alla proliferazione. Si stanno producendo nuove testate, sempre più specializzate, miniaturizzate”.
E ancora: “Un mondo senza armi atomiche è un’aspirazione, ma che non trova una corrispondenza nella realtà. Oggi nel mondo ci sono ancora quasi ventimila testate nucleari. Stati Uniti e Russia hanno circa 8 mila testate ciascuna, tra quelle previste dagli accordi e quelle in deposito di cui alcune obsolete e alcune disattivate. La Cina ormai ne ha circa 400, la Francia 300, la Gran Bretagna 160, India e Pakistan circa 100 a testa. C’è poi Israele, che ufficialmente non ammette di avere armi nucleari, ma è ritenuto essere in possesso di circa 80 testate. Infine c’è la Corea del Nord, la quale è accreditata di una decina di ordigni. Tutti hanno interesse a mantenere un loro arsenale. Ad esempio la Russia senza le armi nucleari non può garantire la propria sicurezza e il proprio status per cui non intende rinunciarci. Di conseguenza neanche gli altri lo faranno mai.” E alla domanda del giornalista: “Almeno in teoria, se gli altri lo facessero, Washington potrebbe rinunciare alle sue bombe atomiche?” La risposta è chiarissima: “Obama a Hiroshima ha ripreso il suo discorso di Praga 2009 su un mondo senza armi nucleari, che aveva suscitato tanti applausi. Ma poi non è successo niente.”
Succede invece che: “L'imperialismo, principalmente yankee, sviluppa le sue guerre di rapina e saccheggio contro i paesi dominati, principalmente in Medio Oriente: Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Iran, che sono la parte principale del bottino nell'attuale spartizione imperialista. Per approfondire e consolidare la sua condizione di unica superpotenza egemone l’imperialismo yankee lotta e collude con l'imperialismo russo che cerca di mantenere la sua sfera di influenza e il suo status di superpotenza nucleare. Allo stesso modo, la Cina imperialista si sta impegnando fortemente e in contraddizione crescente con la potenza egemonica USA. Tra i paesi imperialisti europei in lotta per l’egemonia - principalmente tra Germania e Francia – questa contesa non è ancora decisa, e questo alimenta le tensioni con gli altri imperialisti.” come viene detto nella dichiarazione congiunta per il 1° maggio (http://proletaricomunisti.blogspot.it/2016/05/pc-1-maggio-viva-il-primo-maggio.html).
E succede, anche, che è proprio questa corsa agli armamenti (all’interno delle altre guerre valutarie e commerciali), con i suoi investimenti miliardari, che spiega il trucco usato dagli imperialisti quando parlano di “ripresina economica” degli Stati Uniti, in particolare in alcuni settori ad altissima tecnologia che, di per sé, seppur arrancando pesantemente, ne trascina altri.

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