mercoledì 27 aprile 2016

pc 27 aprile - LIBIA: STANNO PER PARTIRE... NE USCIRANNO CON LE OSSA ROTTE - DALL'ULTIMO NUMERO DEL GIORNALE PROLETARI COMUNISTI

"...L'Italia dovrà fornire il suo contributo di uomini e mezzi, partecipare alle operazioni di combattimento – questo prevede il dispiegamento dei caccia Amx a Trapani, coinvolgimento di non meno di mille uomini, con tutte le forze armate e i carabinieri, con componenti terrestri, navali e aerei; dovrebbe mettere in campo aerei da ricognizione, compreso droni, militari per l'addestramento delle forze di sicurezza locali e la vigilanza di obiettivi sensibili, con rafforzato controllo delle coste in chiave antimmigrazione.
Un intervento, quindi, esteso, costoso, con i soldati italiani che devono andare materialmente sul terreno.
In Libia gli italiani non troveranno l'appoggio di nessuno e, come abbiamo già detto, lo stesso sostegno della coalizione imperialista, Usa, Francia, Nato, è un sostegno infido e condizionato.
I soldati italiani sono lì non per combattere il “terrorismo”, ma per difendere gli interessi economici dell'Eni e di tutta la cordata di padroni italiani che ci sono o che già c'erano in Libia ai tempi di Gheddafi. Sono “carne da cannone” dell'imperialismo straccione, come prima linea degli Usa e delle altre potenze imperialiste europee.
L'intervento italiano è per bloccare l'immigrazione nell'unico modo possibile, sparando sui barconi, con la scusa degli scafisti, occupando porti e coste da cui avviene il flusso.
La guerra imperialista in Libia è entrata in una nuova fase, quella dell'intervento diretto delle potenze imperialiste che comprende l'occupazione della Libia, la sua divisione in tre, comprensiva di una spartizione sia territoriale che degli affari. 
Le masse libiche, a fronte di questo, hanno una sola strada, costruire l'unità nazionale liberandosi dei “signori della guerra”, difendere l'integrità e la indipendenza del paese, costruire un nuovo Stato di Nuova democrazia, simil Gheddafi, ma effettivamente nelle mani del popolo.
L'imperialismo affonda in tutto l'arco che va dalla Siria alla Libia. L'imperialismo non spegne ma alimenta i focolai di guerra. L'aggressione imperialista è la vera causa dei disastri che originano la gigantesca ondata di migranti.
Per fermare tutto questo, bisogna combattere l'imperialismo, sostenere la ribellione dei popoli, contribuire affinchè essa sia autonoma dalla contesa interimperialista; combattere, per noi, innanzitutto il nostro imperialismo..."

"...Le truppe italiane hanno un solo obiettivo per l'imperialismo americano, quello di attuare l'intervento di terra, occupare coste e territorio e garantire i piani di spartizione che risulteranno dalla forza reale degli imperialisti in campo e delle bande ad essi legati.
In tutto questo c'è poi il pennacchio affidato all'Italia come comando per gli imperialisti americani e per gli imperialisti in genere, a chi è affidato il comando, in generale, sono quelli che comandano l'azione delle truppe. Nel caso dell'Italia questo comando coincide, invece, in una sorta di fanteria di prima fila per conto di chi ha l'effettivo comando, l'imperialismo Usa e, a seguire, francesi e britannici che questo comando all'Italia lo hanno strappato nella sciagurata imprese del rovesciamento di Gheddafi.
Dal punto di vista di noi comunisti questo scenario ci sta bene. L'imperialismo italiano straccione che si butta in avventure militari da cui ne esce con le ossa rotte e con soldati morti è una condizione favorevole allo smascheramento di padroni, governo e Stato, è un indebolimento interno che i comunisti, espressione d'avanguardia della lotta del proletariato, auspicano per condurre la proprio “guerra interna”... 

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