mercoledì 27 aprile 2016

pc 27 aprile - Almaviva: firmata l’ipotesi di accordo. Padrone e sindacati prendono tempo, mentre per i lavoratori è già un peggioramento di fatto

… e un ricatto implicito: o i lavoratori accettano la “ nuova flessibilità” e il governo mantiene le promesse nei confronti dell’azienda, o non se ne fa niente!
Le assemblee e le proteste in questi giorni non si sono fermate e c’è stata anche la partecipazione di un piccolo gruppo delle lavoratrici e dei lavoratori allo sciopero indetto dal cobas a livello nazionale (senza purtroppo efficacia reale, anche se ha scatenato la rabbia dell’azienda che ha provato a intimidire).
Ancora oggi a Palermo ci sono stati sit-in e altre iniziative in attesa che nei prossimi giorni i lavoratori decidano nelle assemblee preparate dai sindacati confederali coinvolti, prima del 5 maggio, giorno del prossimo incontro, se dire sì o no allo schema di accordo. Alcuni lavoratori hanno già parlato oggi di “agonia per altri sei mesi”, di accordo inaccettabile per il peggioramento delle condizioni”. 
Che cosa prevede, dunque, questa ipotesi di accordo?

1.      La continuazione dei contratti di solidarietà difensivi per sei mesi, fino a novembre.
2.      Applicazione in tutte le sedi Almaviva in Italia con differenti punte massime di taglio dello stipendio: a Palermo e Roma sarà al 45%, Napoli 35%, Milano 13% e Rende 3%. “In media, il valore medio si attesterà al 25%, con la possibilità che l’azienda integri la differenza una volta superata la soglia. Almaviva anticiperà le quote Inps del 25% dei contatti di solidarietà, ma attenderà i rimborsi al massimo entro 60/90 giorni.” Dal GdS di oggi.
3.      “Flessibilità: il part time a quattro ore rimane verticale (prestazione a tempo pieno solo in alcuni giorni durante la settimana), mentre cambiano le cose per quello a cinque e sei ore, che sarà verticale e orizzontale (misto), ciò significa che in alcuni giorni gli operatori presteranno la loro opera a tempo pieno e in altri con la riduzione dell’orario, fino a compensazione delle ore mensili. Niente orario spezzato per i lavoratori full time a otto ore.”
Anche se con giri di parole la posizione dell’azienda con la sua nota ufficiale è chiara "Nel corso dell’incontro con le Organizzazioni sindacali presso Unindustria a Roma - annuncia una nota - AlmavivA Contact ha avanzato una proposta, pienamente coerente con le linee guida definite dal Governo e contenute nel Verbale di incontro al Mise del 20 aprile, che accoglie la richiesta sindacale diretta all’attivazione nei prossimi mesi di un nuovo contratto di solidarietà, per dar tempo alle istituzioni di realizzare gli annunciati interventi strutturali del settore. Si tratta di un’ipotesi che raccoglie l’appello alla responsabilità del Governo sulla quale Almaviva Contact ritiene che, a fronte della gravità della situazione e dei ripetuti incontri svolti nel corso di queste settimane a diversi livelli, sia necessario analogo senso di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti, e siano difficilmente comprensibili risposte condizionate da immotivate tattiche dilatorie e da continui rinvii a tavoli successivi. L’ipotesi eventualmente scaturita dall'accordo andrà necessariamente sottoposta alla valutazione e all’analisi del Consiglio di Amministrazione della Società".

E gli impegni del governo, già espressi dal viceministro Bellanova sono questi: “Entro novembre il governo nazionale dovrebbe portare a termine gli annunciati interventi strutturali per tutto il settore dei call center: premialità per le imprese committenti che si impegnano a restare sul territorio mantenendo gli stessi volumi delle commesse e la creazione di un fondo per l’innovazione. il viceministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova ha già detto a più riprese di aver cancellato il massimo ribasso nelle gare e che bisognerà legare nei bandi l’offerta economicamente più vantaggiosa al rispetto del contratto nazionale di settore. Contro le delocalizzazioni, invece, è previsto l’inasprimento delle sanzioni con un emendamento depositato al ddl Concorrenza.”
Queste battute del viceministro sembrano un vero salto mortale visto che proprio il decreto legge in via di approvazione sulla concorrenza apre ancora di più tutti i settori al “libero mercato” e quindi una limitazione ai movimenti di un settore come quello dei call center sarebbe una contraddizione…
Ai lavoratori, che in queste assemblee devono decidere, di non lasciarsi ingannare...

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