venerdì 22 aprile 2016

pc 22 aprile - Raffineria di Gela, molte parole pochi fatti e ancora niente cassa integrazione


I vari incontri al Mise in queste settimane non portano nulla di buono agli operai delle mille vertenze dall’Eni di Gela, alla ex Fiat di Termini Imerese, all’Almaviva…
Per Gela facciamo parlare il più “arrabbiato” attualmente, e cioè, il presidente della Regione Crocetta che a Gela, la sua città, si gioca sempre buona parte della campagna elettorale, e infatti, come dicono i giornali, “è polemico” con l’Eni, perché durante l’incontro che si è svolto il 19 scorso a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, l’Eni da un lato ha confermato che il Programma di rilancio delle attività industriali in Sicilia prosegue come previsto e che gli impegni assunti continuano a essere rispettati.” Mentre gli operai sono di fatto fermi e in attesa della riconversione. Ma l’Eni le ha sparate ancora più grosse: "Per quanto concerne la situazione occupazionale complessiva dell'indotto - continua Eni - per il 2016 si prevede un impiego
medio di 1.255 risorse, con un picco di 1.400 unità, rispetto alle 1.200 previste nel Protocollo. Gli studi di fattibilità nei settori della chimica verde e del gas naturale (GNL/CNG) sono stati completati…” già che c’era l’Eni ha fatto la sua parte nel sostenere il governo sull’Alternanza Scuola/Lavoro: “…Eni sta collaborando con l'Amministrazione Comunale di Gela e con gli Istituti scolastici superiori locali per un progetto pilota volto ad arricchire la formazione degli studenti, nell'ambito dell'iniziativa Alternanza Scuola/Lavoro, che sarà avviato nel mese di maggio.” Terminando questo panegirico con affermazioni trionfalistiche: “In conclusione, gli impegni e le ulteriori iniziative del Protocollo già intraprese o in corso di elaborazione sottolineano l'attenzione di Eni nel considerare Gela al centro del sistema industriale della Sicilia". (Quale sarebbe il “sistema industriale della Sicilia”?)

Abbiamo detto che a parte qualche centinaio di operai, gli altri di fatto sono ancora fermi, e non solo quelli dell’indotto industriale Eni, ma adesso anche quelli della mensa e delle pulizie. Quanto ci sia di chiacchiera in tutto questo lo spiega lo stesso Crocetta: "occorre cominciare subito, il progetto di riconversione e di investimenti è già in ritardo ed è inaccettabile per una città, Gela, che si trova in una condizione di disperazione sociale". "L'Eni è stata troppo frettolosa ad abbandonare il territorio - sostiene il governatore - sapeva bene che il processo di riconversione sarebbe stato lento e doveva operare in modo diverso".
A portare l’Eni a questi atteggiamenti anche da ricatto, è il fatto che il prossimo 9 giugno il Consiglio di Stato dovrà esprimersi su un ricorso presentato da una serie di associazioni ambientaliste e da alcune amministrazioni comunali, soprattutto del ragusano, contro il progetto “Off-shore ibleo, un programma d’investimenti in mare che ricomprende anche la piattaforma Prezioso K.”. Così dice Crocetta: "L'Eni non può assolutamente legare gli investimenti per la riconversione green della raffineria di Gela agli esiti dei ricorsi al Consiglio di Stato presentati dai comuni di Scicli, Licata, Palma di Montechiaro e Sciacca…” Ai dirigenti dell’Eni non piacciono i controlli! È per questo che erano stracontenti quando il loro piano di nuovi investimenti nella raffineria “verde” non è stato sottoposto all’autorizzazione sull’impatto ambientale! E adesso ribadiscono “niente piattaforma senza un verdetto definitivo dal Consiglio di stato.”
Nel frattempo per gli operai non ci sono nemmeno i fondi per la cassa integrazione…

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