martedì 15 marzo 2016

pc 15 marzo - SOLIDARIETA' ALLE OPERAIE E OPERAI FIOM DELLA FCA

Solidarietà a Pina Imbrenda, Stefania Fantauzzi, Mimmo Destratis, Antonio Lamorte e a tutte e tutti i delegati, iscritti Fiom della Fca Sata, di Termoli, degli altri stabilimenti ex Fiat, colpiti vergognosamente dalla Cgil/Fiom. per la loro attività sindacale.

Questa azione, che ne chiede l'espulsione dalla Fiom, era già prevedibile nei mesi precedenti.
I nostri interventi alla Fca Sata di Melfi, le discussioni avute con operaie e operai, delegati e iscritti Fiom nei mesi passati fino alla “marcia delle donne” dell'11 dicembre scorso, alla iniziativa per l'8 marzo di proposta di piattaforma delle operaie, avevano già evidenziato come il problema che dava fastidio alla Direzione Fiom/Cgil era soprattutto l'attività che Pina e gli altri operai/Rsa stavano portando avanti tra le operaie e gli operai alla Sata.

La Fiom nazionale già da questa estate aveva assunto un atteggiamento all'interno della Sata e dato indicazione ai suoi Rsa e iscritti di “stare fermi”, evidentemente per non ostacolare la linea di unità con Fim, Uilm e il tentativo di rilegittimarsi verso Marchionne.
Sembrava che gli operai non si accorgessero neanche che c'era la Fiom in fabbrica. E questo in una situazione in cui era passato già di tutto tra gli operai, la riduzione delle pause, l'aumento dei ritmi e dei carichi di lavoro, gli straordinari obbligatori...
La Fiom nazionale ha, quindi, costantemente messo i bastoni tra le ruote ai pochi delegati, iscritti che invece cercavano di fare, e li hanno fatti, scioperi contro gli straordinari, contro le condizioni di insicurezza, ecc. 

In questa situazione la questione tuta, al di là del merito, è andata a scoprire anche un “nervo scoperto” della Fiom: la non attenzione verso la condizione generale delle operaie; al di là di questionari e inchieste, che però non si trasformavano mai né in indicazioni di lotta né in organizzazione delle donne (anche la Fiom ha nominato solo una operaia RSA alla Sata).
Qui la Fiom regionale e nazionale, Landini, prima hanno risposto col silenzio, poi vedendo che la raccolta firme si allargava ad altri stabilimenti, se n'è appropriata ipocritamente, ma per affossarla, cercando di chiuderla con una inaccettabile mediazione con l'azienda.
Alla Fiom nazionale non andava bene il protagonismo delle operaie, l'iniziativa indipendente.

La battaglia, quindi, andava necessariamente portata avanti oltre e contro la Fiom, portando avanti e rafforzando l'azione in fabbrica con le operaie e gli operai.
Che la Fiom sia “staccata dai lavoratori”, come ha detto qualche lavoratrice, non è affatto una novità e le operaie e gli operai lo sanno fin troppo bene.

Per questo, anche l'attacco attuale, pensiamo, che non debba essere gestito come uno scontro all'interno della Fiom su una questione di “democrazia” che ogni operaio/a che ha la testa sulle spalle sa bene che non esiste quando si abbandonano gli interessi e la lotta in fabbrica e fuori.
Pensiamo che occorre ripartire da dove si è cominciati: la battaglia sulle pause, contro i carichi e ritmi di lavoro, per la sicurezza, e, perchè no, per il cambio della tuta (visto che la nuova tuta grigio chiaro ha tutta l'aria di una presa in giro).
NOI SU QUESTE BATTAGLIE, COME ABBIAMO FATTO FINORA, CI SAREMO E LE FAREMO, CHE CI SIANO O NO ALTRE FORZE, via via che è possibile e per tutto il tempo necessario.

Riportiamo la proposta di piattaforma diffusa alle portinerie Fca Sata per l'8 marzo:

- le pause devono tornare ad essere di 20 minuti l'una
- i bagni delle operaie devono essere di più e più vicini alle postazione di lavoro
- riduzione dei carichi e ritmi di lavoro – No all'Ergo Uas
- riduzione velocità delle linee per ridurre tempi e ripetitività dei movimenti
- riposi nei giorni di sabato e domenica, senza riduzione del salario
- tutela della salute delle donne, miglioramento dei sistemi di sicurezza, a partire dai reparti nocivi (fumo, rumore, ecc); richiesta agli Enti ispettivi di una verifica generale, sotto il nostro controllo!
- ridurre la concentrazione di lavoratori su alcune linee, perchè anche questo ha a che fare con la dignità delle donne
- rappresentanti donne dappertutto, Rsu, Rls, decise dalle operaie
- Assemblee sindacali retribuite delle operaie in più rispetto a quelle stabilite
 
Infine, sulla tuta, non ci rassegniamo. La Fca deve rispettare la nostra dignità!


UN FORTE SALUTO!
Lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe
Movimento femminista proletario rivoluzionario

TA. 15.3.16

Nessun commento:

Posta un commento