martedì 15 marzo 2016

pc 15 marzo - Giulio Regeni - speciale 4 - Ma quale verità cercate? Era tutto chiaro sin dal primo giorno. Chi dice il contrario o chi crede al contrario, mente sapendo di mentire

Già il 6 febbraio il quadro era già chiaro ed era contenuto nell'ampia pagina 2 del Corriere della Sera, che, come anche il Sole 24 Ore hanno tenuto nei primi giorni della vicenda un atteggiamento da informazione corretta. In esso già si scriveva che Regeni sparisce il 25 gennaio, la notizia viene tenuta riservata fino al 31 gennaio, nonostante i suoi amici l'avessero denunciata immediatamente, il suo cadavere viene ritrovato il 3 febbraio, orribilmente torturato.
I medici evidenziano le prolungate torture che fanno intendere che il giovane è rimasto diversi giorni nelle mani dei suoi agiuzzini. Le ragioni di questo vengono esposti in maniera lineare e semplice: Gulio aveva incontrato attivisti sindacali, partecipato a riunioni e assemblee di lavoratori; aveva resocontato nel quadro della sua ricerca tutto questo; aveva scritto articoli, sotto falso nome, per Il Manifesto; era stato individuato e sequestrato con l'obiettivo principale di ottenere attraverso la tortura la confessione e i nomi delle sue fonti per poterle perseguire e l'obiettivo secondario di impedire che poitesse continuare a pubblicare articoli, comunque ritenuti dannosi per il regime.
C'era in questo articolo, e successivamente in altri, già tutto.

Ora, quali siano state le fonti del CdS, è possibile che l'intero apparato dei Servizi e poliziesco non sapesse nulla e brancolasse nel buio?  
E' possibile vedere Renzi tacere e i suoi Ministri blatelare sempre le stesse frasi fino ad oggi?
Su questo abbiamo letto una montagna di articoli e giornali, ma nessuno di essi, come pure varie realtà politiche e sociali che si sono mosse, hanno fatto il necessario per imporre questa verità e le necessarie conseguenze di essa.
Per molto meno, per vicenduole interne, abbiamo trovato grandi giornali condurre per mesi campagne intorno alle “dieci domande” a cui bisognava rispondere. Mentre abbiamo assistito, dopo i primi giorni, alle contro campagne che hanno dato spazio agli insulti e alla denigrazione di Giulio, parlando di “spia, di stupido che se l'è andata a cercare, “di “drogato”, “omosessuale” 
Articoli anche lunghi e una montagna di particolari volti ad intorbidire più che a illuminare quello che è avvenuto.
Le uniche cose vere che abbiamo letto nei giorni successivi sono stati gli interessi economici dell'Italia in Egitto, il ruolo dell'Eni, i legami politici e militari tra Italia ed Egitto, il sostegno alla dittatura di al-Sisi e alla sua repressione di massa, compresa la sua guerra di classe nei confronti delle lotte operaie e dei sindacati indipendenti, che Giulio con la sua onesta ricerca aveva cercato di far conoscere.
Ebbene, sono queste seconde verità che hanno ucciso Giulio. E a queste ci dobbiamo attenere per pretendere che questa questione non cada nel dimenticatoio e che sia ben presente nella lotta contro l'imperialismo italiano, contro il regime del boia al-Sisi, contro il governo Renzi.
Ma serve anche comprendere che gli interessi e le logiche che sono dietro l'uccisione di Giulio sono le stesse dell'incendio che divampa in tutto il Medio Oriente e il Mediterraneo, sono le stesse che ci sono nella guerra di Siria, come nella guerra di Libia in corso e nell'intervento imperialista su larga scala che si prepara. E sono questi interessi, queste logiche che dobbiamo combattere e rovesciare.

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