lunedì 14 marzo 2016

pc 14 marzo - Giulio Regeni - speciale 1 - I servizi segreti italiani, quindi lo Stato imperialista italiano, in azione per coprire il regime di al-Sisi, assassino di Giulio

Il regime di al-Sisi ha visto cadere uno per uno le altrettanto orribile scuse e pretesti infami per nascondere il crimine di Stato, e, quindi, anche la grande stampa internazionale ha dovuto svelare i fatti; da giorni sono entrati in campo i Servizi segreti italiani che vogliono servire gli interessi di al-Sisi, quelli dei padroni italiani e offrire la via d'uscita al governo complice Renzi e ai suoi ministri valletti, Gentiloni, Pinotti e Alfano.
La velina pubblicata da tutti i giornali il 3 marzo scorso, pretende di dire che l'obiettivo dell'omicidio di Giulio era colpire gli affari italiani, guastare i rapporti tra le imprese e la presidenza egiziana. Gli ultimi contratti stipulati dalle aziende italiane in Egitto, messi ora in piazza, e mostrato di che pasta effettiva sono fatti i rapporti tra Italia ed Egitto, stavano per chiudersi e, quindi, l'omicidio di Giulio sarebbe stato una zeppa messa per ostacolare questa chiusura. Si dice che non è un caso che Giulio sia stato ucciso durante il meeting con la imprese italiane e che sia stato fatto trovare dopo l'incontro tra la Guidi e al-Sisi.
Non ci vuole molto a capire che tutti i fatti vanno in una direzione  differente e hanno una spiegazione che è diametralmente opposta.
Primo, Giulio svolgeva, in maniera onesta e coraggiosa il suo lavoro di ricerca, in
particolare nell'ambito dei sindacati di lotta dei lavoratori egiziani, che era il terreno esplicito e conosciuto della sua ricerca.
Secondo, tutte le testimonianze dicono che proprio per questo era entrato nel mirino delle forze repressive dello Stato golpista di al-Sisi che lo controllava e che voleva mettere fine alla sua attività e, anzi, cercare di usarlo per colpire operai, lavoratori e attivisti sindacali che avevano “osato” parlare con lui. Ed è abbastanza chiaro che il suo arresto, le brutali torture e l'uccisione, avevano lo scopo di ottenere da lui nomi e contatti per poter fare ai suo interlocutori la stessa fine di Giulio Regeni. Uno stile dei Servizi segreti egiziani perfettamente simile a quello utilizzato dalle forze repressive golpiste delle peggiori dittature militari, dal Cile all'Argentina, ecc.; per altro, stile e comportamento simili perchè provenienti tutti dalla scuola criminale americana che ha sempre istruito e modellato i regimi di dittatura militare.
Terzo, sono proprio i rapporti economici, intensi, tra Egitto e imprese italiane la base d'appoggio dei legami stretti e anche personali tra il dittatore al-Sisi, il suo regime e l'ignobile governo di Renzi e Renzi stesso. Proprio questi rapporti hanno potuto, invece, far credere ad al-Sisi e al suo regime e ai suoi torturatori di poter fare tutto quello che volevano di Giulio e del suo corpo, perchè, figuriamoci se Renzi e i padroni avrebbero messo in discussioni relazioni e business di miliardi per la morte di un “povero ragazzo”.
Per questo, la versione dei Servizi segreti è un altro depistaggio, questa volta fatto direttamente dai Servizi segreti italiani e dal loro capo reale Renzi. La verità  che traspare anche dalla stampa borghese è un'altra“Giulio era un ottimo ricercatore. Parlava arabo... Scriveva report duri ma molto efficaci sulle condizioni di vita al Cairo e quelle dei lavoratori in particolare, e sulla possibilità di organizzare proteste, non su temi umanitari che vengono ritenuti poco preoccupanti, ma su quelli del lavoro...”. 

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