lunedì 29 febbraio 2016

pc 29 febbraio - Fincantieri Palermo ancora cassa integrazione, mentre si gonfia di miliardi il portafoglio ordini di navi da costruire!

Il fatto che la Fincantieri a Palermo, dal 19 febbraio, ha prorogato la cassa integrazione per 130 operai a rotazione per 13 settimane, in accordo con i sindacati tranne la Fiom, è assurdo. E la Cisl difende come sempre l’azienda dicendo che sta “rispettando i patti”!!! E’ assurdo, sia perché con la cassa integrazione gli operai perdono salario, ma, come abbiamo detto in passato, perché il lavoro di costruzione delle navi c’è, ed è pure sovrabbondante.

A Genova, infatti, in maniera addirittura pomposa, la Fincantieri annuncia lavori per 7-8 anni,
“Rilancia sulla Liguria” come riporta un articolo del Sole 24 Ore del 23 febbraio, con la costruzione di navi da crociera e navi militari. “Già oggi, comunque, – riporta il quotidiano – le risorse dirette in Liguria ‘dovrebbero attivare in regione complessivamente circa 14.300 unità di lavoro in ambito industriale, considerando l’indotto di Fincantieri e dei suoi fornitori”. 

Le navi da costruire, eccetto quelle militari per la marina italiana, che, come si vede si prepara bene alla guerra (2 sommergibili classe todaro; 6 fregate Fremm; 7 pattugliatori polivalenti d’altura; una unità di supporto logistico e una anfibia multiruolo); quelle destinate all’estero: “una nave oceanografica per il norvegese Institute of marine research e una piattaforma galleggiante semisommergibile per il trattamento dei rifiuti radioattivi russi”, ci sono le navi da crociera: “una nave luxury per Regent seven sea cruise e una, sempre di lusso, per Silversea cruises. Fincantieri ha inoltre firmato un memorandum d’intesa per tre navi della Virgin…” Le navi da crociera di norma la Fincantieri le fa costruire a Genova ma soprattutto a Monfalcone, dove la condizione degli operai dell’indotto è a dir poco bestiale.

Di fatto si tratta di un carico di lavoro eccezionale che la stessa Fincantieri ha calcolato in circa 26 miliardi. Lavori che dovrebbero essere distribuiti tra tutti gli 8 cantieri senza lo sfruttamento selvaggio degli operai dell’indotto che la Fiom calcola in 15.000 “arrivando a punte di 18.000” cioè più del doppio degli operai Fincantieri che sempre secondo la Fiom sono in Italia adesso “7.760 – di cui 3.501 operai”!
I sindacati, però, davanti a tutto questo passano da un incontro all’altro (la Fiom ne annuncia uno per il 10 marzo sull’integrativo, ancora in alto mare) senza che la situazione faccia davvero passi avanti! Ancora una volta è chiaro che la lotta possibile e necessaria non può essere delegata, ma è nelle mani degli operai!

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