venerdì 26 febbraio 2016

pc 26 febbraio - La crisi dell’economia mondiale si approfondisce, il Fondo Monetario Internazionale conferma... lo sbocco sono le guerre di ogni genere

Tutte le “ricette” usate fino ad ora dai paesi imperialisti non sono servite a niente, anzi, la crisi da sovrapproduzione, che è scoppiata agli inizi del 2008 a livello mondiale, si acuisce. E questo acuirsi lo vediamo già in atto come “guerra delle valute”, guerra commerciale” e guerra guerreggiata…
Il FMI non può che certificare questa situazione mettendo in risalto, secondo questo organismo internazionale nelle mani dei paesi imperialisti, innanzi tutto gli USA, quali sono gli elementi principali della crisi, che noi abbiamo messo in neretto nell’articolo riportato, il quale si può “leggere” con gli strumenti dell’analisi che stiamo pubblicando sul blog come Formazione Operaia, sia sull’Imperialismo di Lenin che quella già pubblicata sul Capitale di Marx.

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Fmi: ripresa globale più debole, il G-20 agisca «in modo deciso»
25 febbraio 2016
Era inevitabile che il corto circuito avvenisse e il Fondo monetario, alla vigilia del primo G20 cinese, non ha potuto che lanciare l’allarme. Le turbolenze sui mercati e il calo del prezzo del petrolio iniziano a farsi sentire sull’economia reale, con la ripresa globale che si indebolisce ulteriormente e il mondo più vulnerabile a shock avversi. 

In altre parole il rallentamento degli emergenti [per “emergenti” gli economisti e i loro padroni intendono alcuni paesi come Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica…] ha colpito le Borse (e le banche) la cui volatilità sta ora intaccando a sua volta le prospettive dell’economia reale. A mettere in guardia sui maggiori rischi al ribasso per la crescita è un rapporto preparato dagli sherpa del Fmi per il G20 dei ministri  

A smorzare i toni dell’allarme è Jack Lew, segretario al Tesoro americano, secondo cui «non c’è una crisi» e quindi dal G20 «non c’è da attendersi una risposta d’emergenza». Lew ribadisce che gli Stati Uniti da soli però non possono risolvere il problema della debole crescita globale. Premendo sulla necessità che ognuno (la Germania in primo luogo) faccia la sua parte per stimolare la crescita, però, Lew ha sottolineato come le svalutazioni competitive siano da evitare. 

Il rallentamento economico (ma l’Italia crescerà dello 1,3% e 1,2% rispettivamente nel 2016 e 2017) e le turbolenze dei mercati hanno spinto molti a parlare di una possibile guerra delle valute
A fronte di una situazione economica globale che sembra deteriorarsi, e che lascia intravedere la possibilità di una revisione al ribasso delle stime, il Fmi invita i leader del G20 a «un’azione forte a sostegno della crescita e per contenere i rischi», anche tramite la creazione di un nuovo meccanismo che contenga i rischi legati a shock non economici, quali la crisi dei rifugiati, terrorismo e le epidemie. Fra i rischi ci sono le turbolenze finanziarie e la Cina. «Il G20 deve prevedere un sostegno coordinato alla domanda usando lo spazio di bilancio disponibile per spingere gli investimenti pubblici e le riforme strutturali» ha affermato il Fondo, sottolineando che la politica monetaria deve restare accomodante. Il Fmi promuove il Qe della Bce, ma «con un’inflazione bassa, la Bce dovrà continuare a segnalare la forte volontà di usare tutti gli strumenti disponibili fino a che centrerà l’obiettivo della stabilità dei prezzi».

La Ue infine deve agire sul fronte dei migranti, con azioni a sostegno della loro integrazione nella forza lavoro.
http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-02-25/fmi-ripresa-globale-piu-debole-g-20-agisca-in-modo-deciso-063604.shtml

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