domenica 10 gennaio 2016

pc 10 gennaio - Dal meeting internazionale del 21 novembre a Parigi - 2

Comité Anti‐Impérialiste – Francia
Ribelliamoci contro i crimini della polizia!

Prima di tutto, ringraziamo i compagni che organizzano questo meeting per averci invitato, ma anche per averlo mantenuto, nonostante le difficoltà incontrate a causa del difficile contesto.
Ribellarsi alla brutalità della polizia faccia è il minimo. È giusto ribellarsi contro la repressione poliziesca e tutti crimini commessi in diverse forme. Hanno tutti la stessa faccia di un capitalismo feroce che tenta di imporre il suo ordine, di controllare e contrastare la crescita delle rivolte dei giovani in generale, e dei “classi pericolose” in particolare.
La forma più comune è quello dell’irregimentazione quotidiana, controllo a vista, vessazioni nei quartieri popolari, nei ghetti dei poveri, nelle stazioni, contro tutte le “facce scure”, i sans-papier e i Rom.
Vessazioni che hanno provocato la morte di decine di giovani. È stato il caso di Zyed Benna e Bouna Traore nel 2005, poi Moushin Sbhouli e Laramy Samoura nel novembre 2007, di Akim Ajimi a Grasse, di Wissam a Clermont-Ferrand, di Lamine Dieng ancora a Parigi. Per molti altri.
Crimini intrisi di razzismo quotidiano, legittimato di fatto dal sospetto contro i soggetti presunti “pericolosi”. Le rivolte che ne seguirono nel 2005 e nel 2007 furono marchiate come atti di barbarie, i ribelli incarcerati e abbandonati al loro destino. Delazioni anonime sono state sufficienti per condanne esemplari di oltre 10 anni, come per i fratelli Kamara.
La seconda forma è quella che attacca le lotte che non sono sotto il controllo delle dirigenze sindacali, co-gestori del sistema. Nel silenzio generale, la polizia e lo Stato borghese continuano a processare, caricare, accerchiare e, a volte, imprigionare e uccidere. Questo è il caso di Rémy Fraisse e Ali El Anziz uccisi nel 2011 dalle cosiddette”forze di sicurezza” nel territorio di Mayotte mentre protestavano contro il carovita. Lo stato borghese attacca le lotte che non controlla, ultimamente quella dei lavoratori di Air France, puniti per il reato di “strappo di una camicia”…
L’ultima forma sono le misure “anti-terrorismo” adottate agitando in tutta la Francia la paura dei “jihadisti”. Queste consentono di arrestare chiunque sospettato di minacciare all’ordine costituito, senza passare per un procedimento giudiziario. Possono interrogare chiunque sia sospettato, anche solo sostenere una presunta organizzazione terroristica. Queste misure permettono di comminare lunghe condanne ai rivoluzionari che osano affrontare l'ordine imperialista. È il caso di Georges Ibrahim Abdallah.
Tutti questi crimini e misure repressive sono correlati. Mirano a gestire la crisi generale del capitalismo e la crescita delle rivolte. Mirano a schiacciare chiunque sfidi il sistema più criminale e disumano, il capitalismo. L’imperialismo francese, che sta nella sua “guerra al terrorismo” sta usando ogni mezzo contro-rivoluzionari a sua disposizione per evitare il suo rovesciamento.

Basta impunità dei crimini di polizia!
Unità della gioventù di fronte alla repressione!
Costruiamo un collettivo contro la repressione delle lotte della classe e per la liberazione dei rivoluzionari prigionieri!

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