sabato 21 febbraio 2015

pc 21 febbraio - NOTAV oltre 10.000 in piazza a Torino... e con i treni da Milano bloccati

Dopo le 18 arriva finalmente a Torino la combattiva presenza dei compagni di Milano - tra cui i compagni di proletari comunisti 

La manifestazione NoTav di Torino nella cronaca da infoaut

alt
h.16,47 Alberto Perino ringrazia la piazza #notav, ormai piena!
h.16,45 Guido Fissore interviene come imputato del maxi processo #notav
h.16,40 Prendono parola le mamme che hanno partorito all'ospedale di Susa, ora a rischio chiusura

h.16,35 Ancora tantissime persone stanno entrando in piazza Castello! In arrivo anche la delegazione di Milano bloccata a Novara
h.16,30 Dal palco la parola passa ai giovani e studenti #notav valligiani
h.16,25 Conclusi gli interventi degli amministratori della Valle, prendono parola i movimenti

h.16,15 La delibera #notav degli amministratori valsusini approvata all'unanimità!

h.16,05 Dal furgone i #notav di Roma ricordano anche l'appello #MaiConSalvini per il 28 Febbraio
h.16,00 Il corteo entra in piazza Castello! Oltre 15.000 #notav in marcia nonostante la pioggia!

alth.15,52 Dal corteo si leva un lungo applauso per tutt* i condannati o ancora privati della libertà per aver resistito: a sarà dura!
h.15,50 Il corteo entra in via Pietro Micca sulle note di Bella Ciao: siamo più di 10.000! In alto i cuori !
h.15,40 Alberto Perino dal corteo : chi pensava di fermarci con le sentenze si sbagliava di grosso! Andiamo avanti a lottare!
h.15,35 Sono almeno 10.000 i #notav in piazza a Torino quest'oggi! Fermarci è impossibile!
h.15,25 I di Milano ancora bloccati  alla stazione di Novara da Digos e polizia
h.15,15 Il corteo ha mosso i primi passi, siamo tantissimi/e: il popolo #notav c'è, eccome se c'è!
h.15,10 In attesa degli ultimi #notav in arrivo dal resto d'Italia,la pioggia nn ci ferma:scalda il cuore la piazza torinese!
alth.15,05 I treni coi #notav in arrivo da Milano nuovamente bloccati all'altezza di Novara
h.15,00 Il percorso della manifestazione piazza Statuto, corso san Martino, p.za XVIII dicembre,via Cernaia,via Micca, piazza Castello. 

pc 21 febbraio - Migliaia in piazza a Torino, mentre due treni provenienti da Milano bloccati ancora a Novara dalla polizia

pc 21 febbraio - Studentessa palestinese condannata dal tribunale militare sionista per una manifestazione

Il tribunale militare dell'occupazione sionista di Ofer ha condannato una studentessa dell'università di Bir Zeit, Lina Khattab, a sei mesi di reclusione, una multa di 6000 shekel e tre anni di libertà vigilata per aver partecipato ad una manifestazione di protesta davanti alla prigione di Ofer, chiedendo la liberazione dei prigionieri palestinesi.
Lina Khattab, 18 anni, ballerina, fu arrestata il 13 dicembre 2014 con l'accusa di aver lanciato pietre e di aver partecipato a una manifestazione illegale (nel 47 ° anniversario della fondazione del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina).

Nei due mesi di detenzione (le è stata rifiutata la cauzione), prima nella prigione di Ofer, poi nel carcere di HaSharon,  Lina Khattab è stata sottoposta a torture, interrogatori e condizioni detentive durissime. A sua madre Lina ha detto di essere stata oggetto di "percosse estreme" da parte dei soldati israeliani e tuttavia, nonostante la tortura, ha spiegato che si era rifiutata di piangere, facendo arrabbiare i soldati che l'hanno aggredita.
L'unica prova usata contro di lei in tribunale sono state infatti le testimonianze dei tre poliziotti israeliani che l'hanno arrestata. 

Alla fine del 2014 il governo israeliano ha varato una legge che prevede fino a 20 anni di carcere per chi - e sono soprattutto i bambini e gli adolescenti - lancia pietre contro i veicoli militari israeliani come atto simbolico di resistenza all'occupazione israeliana e indipendentemente dal fatto che ci siano stati effettivamente danni a persone o cose.

Oltre a Lina Khattab, più di 20 donne e bambine palestinesi sono attualmente rinchiuse nel carcere di HaSharon. Solo pochi giorni fà, è stata rilasciata la 14enne Malak al-Khatib, condannata a due mesi di prigione, una multa di $ 1.500, e tre anni di libertà vigilata per presunto lancio di sassi e il possesso di un coltello. 
Oltre il 20% della popolazione palestinese è sottoposta a detenzione e tortura nelle carceri dello stato sionista; più di 160 sono minorenni con età compresa fra i 12 e i 17 anni.
Adalah, il Centro Legale per i Diritti della Minoranza Araba in Israele, ha dettagliato la tortura sistematica di Israele nei confronti dei bambini palestinesi detenuti: insulti, umiliazioni, percosse, minacce di morte e tortura anche ai famigliari, incappucciamento della testa, elettroshock, isolamento, violenza sessuale anche nei confronti delle loro madri e sorelle. Ai bambini vengono inoltre negati il cibo, l'acqua e l'accesso ai servizi igienici per decine di ore, a meno che non confessano le accuse contro di loro.

pc 21 febbraio - USB ILVA Taranto patetici sponsor critici del DECRETO RENZI e galoppini elettorali del candidato PD alle elezioni - Una vergogna!

Taranto. L'Ilva? Nazionalizziamola davvero!

pc 21 febbraio - 25° anniversario della morte di Valerio Verbano - non dimenticare mai - ora e sempre resistenza!

pc 21 febbraio - Perù - i veri crimini contro l'umanità sono da sempre impuniti - mentre i dirigenti del PCP e della guerra popolare di quegli anni sono seppelliti in carcere o muoiono in carcere come Margi Clavo la camarada Nancy

Circa 300 mila donne e 22 mila uomini peruviani sterilizzati con la forza

altIn Perù durante il governo del presidente Alberto Fujimori, condannato a 25 anni di carcere per crimini di lesa umanità, furono sterilizzati con la forza almeno 300 mila donne e 22 mila uomini. Vittime e organizzazioni sociali mettono in dubbio l’imparzialità della giustizia durante i 18 anni di questo caso.
Da un anno, le indagini sulla sterilizzazione che si incominciò a praticare tra il 1988 ed il 2001 sono archiviate, in questo modo si esclude la responsabilità di Fujimori e dei suoi Ministri della Sanità di allora. I casi non sono stati portati in giudizio al di là dell’imputazione per delitti minori.

pc 21 febbraio - Il governo moderno fascista Renzi blocca i treni dei manifestanti NOTAV di Milano - questo governo semina vento deve raccogliere tempesta!

pc 21 febbraio - COME STA INIZIANDO PER LA POLIZIA LA MANIFESTAZIONE NOTAV - FOTO DALLA STAZIONE DI MILANO


pc 21 febbraio - L'APPROVAZIONE DEL JOBS ACT UNISCE AL VIA LIBERA AI LICENZIAMENTI, AL PESANTE ATTACCO ALLE CONDIZIONI DI LAVORO, AI DIRITTI, UN ATTACCO IDEOLOGICO

Come era prevedibile il testo del Jobs act come era stato fatto e voluto da Renzi-Poletti così è sostanzialmente rimasto, neanche il timido tentativo di togliere l'estensione della cancellazione dell'art. 18 anche ai licenziamenti collettivi è passato. 

I padroni sono soddisfatti. Il Jobs act pone i rapporti tra capitale e lavoro, tra capitalisti e lavoratori nella loro forma pura e dura, senza lacci e lacciuoli. I lavoratori sono una merce che i padroni possono usare come e per quanto vogliono, possono quindi liberarsene in ogni momento e per qualsiasi motivo (ora non devono neanche più fare tutta la lungaggine della procedura dei licenziamenti collettivi, con fastidiosi incontri sindacali... - certo, poi, "fammi causa", ma male che vada ti devo dare un risarcimento di qualche mensilità...). Inoltre questa questione dell'art. 18 funziona bene per tutti come ricatto e minaccia. 

I lavoratori per tre anni non hanno diritti, ma per far capire subito cosa ai giovani significa, i padroni tolgono i diritti già ai "vecchi", con un metodo da "tutela decrescenti". Chi ha ancora dubbi, guardi alla Fiat di Marchionne: per poche centinaia attualmente di giovani assunti alla Sata di Melfi, presi da "agenzie interinali" e poi per altri 3 anni a "contratto a tutele crescenti", i 5mila operai e operaie non ce la fanno più per i ritmi, i carichi di lavoro, per la riduzione delle pause, gli straordinari imposti (e concordati con i sindacati filopadronali o padronali direttamente). 

Le lamentele della Cgil erano e sono fiato sprecato, così come non è certo con una raccolta di firme che si può conquistare un nuovo Statuto dei Lavoratori.

pc 21 febbraio - ...ED ALLA FINE GIUNSERO I DECRETI ATTUATIVI

Si potrebbe limitarsi a commentare così l'ennesima vigliaccata di un Governo illegittimo che sta traghettando ogni giorno di più l'Italia dentro il moderno fascismo, con il beneplacito della stampa borghese; radio, televisioni, giornali: tutti a magnificare le gesta di uno dei peggiori esecutivi della storia della Repubblica Italiana.
Nel giorno in cui l'Autocrate Fiorentino dimostra definitivamente di essere come - e persino, per molti versi, peggio - il Delinquente di Arcore, porgendo ai padroni la testa del trofeo (l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori) su un piatto d'argento, si trova anche chi ha il coraggio di scrivere che le cose vanno bene, perché "sono stati cancellati i precari, sono stati rottamati i co.co.pro.".
Tecnicamente è vero che alcune figure di contratto atipico sono state eliminate; questo permette a Don Matteo Renzi di affermare, senza alcuna vergogna: "stimiamo (lui e chi altri non è dato sapere, n.d.r.) che saranno 200mila i lavoratori a progetto che passeranno a tempo indeterminato".
Qualunque persona di buon senso sa benissimo che i lavoratori 'non tutelati', in Italia, sono molti di più di quel misero numero di cui blatera l'Ebetino Toscano: ma, se corrispondesse a verità quanto da lui dichiarato, sarebbe già qualcosa.
Il problema è l'altra faccia della medaglia; mentre si fa finta di aiutare i soli produttori della ricchezza nazionale ad avere un posto fisso, si tolgono loro tutte le tutele contro l'arroganza e lo strapotere dei padroni: questo inevitabilmente produrrà l'effetto di far tornare indietro di cento anni i rapporti tra il datore di lavoro ed il richiedente di manodopera.
Quest'ultimo avrà mano libera nel licenziare chiunque a suo piacimento, persino lavoratori di interi comparti produttivi, senza dover incappare in provvedimenti giudiziari che lo obblighino a rispettare la dignità di coloro che, spezzandosi la schiena, gli permettono di continuare la sua vita da parassita della società.
Bosio (Al), 21 febbraio 2015

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com

pc 21 febbraio - TURCHIA, PRESIDE PROPONE GRUPPO DI MOLESTATORI CONTRO LE STUDENTESSE IN MINIGONNA - DOPO LO STUPRO E UCCISIONE DI OZGECAN ASLAN

(da Tavolo 4) 

Choc in un liceo di Antalya: le 'ronde' saranno effettuate da studenti maschi





pc 21 febbraio - RENZI E IL GENERALE GOLPISTA EGIZIANO, RESPONSABILE DELLA REPRESSIONE DI DECINE DI MIGLIAIA DI PERSONE E MASSACRO DI MANIFESTANTI, SI STRINGONO LA MANO CONTRO LA LIBIA

Renzi ha scritto ad Al Sisi per creare un alleanza. 
E' "mano libera" alla continuazione dell'uso della forza da parte dell'Egitto contro la Libia, come utile avamposto del ruolo (anche militare) che non vede l'ora di svolgere l'imperialismo italiano, per far crescere il suo peso politico ed economico nella zona e in Europa

pc 21 febbraio - Il partito necessario dentro l'Europa imperialista

pc 21 febbraio - Sostenere la guerra popolare in India - conoscere e approfondire la teoria e l'opera del Partito Comunista dell'India (Maoista) è dovere di ogni comunista e internazionalista che si possa dire tale anche nel nostro paese!

pc 21 febbraio - Borghesia e proletariato - da Pillole comuniste

Borghesia e proletariato sono termini in disuso nelle file della classe operaia, dei giovani, delle donne, ma sono concetti scientifici che spiegano la lotta di classe e la politica di classe da riaffermare attraverso la spiegazione anche quando è più facile l'utilizzo di termini più comprensibili

da Pillole comuniste - 2
8-12-2013

pc 21 febbraio - Leggi Maoistroad - il blog internazionalista in lingua originale

http://maoistroad.blogspot.com
     February (122)
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pc 21 febbraio - PROCESSO ILVA - I PM DENUNCIANO I RESPONSABILI AZIENDALI, ISTITUZIONALI, FORZE DELL'ORDINE, PRELATI DELLA CHIESA LOCALE. "SE OGGI SI FACESSE UN SOPRALLUOGO IN ILVA SI VEDREBBE CHE NULLA E' CAMBIATO SULL'INQUINAMENTO" - MA RESTA LA VERGOGNOSA ESCLUSIONE DELLE 3 SOCIETA' DAI RISARCIMENTI CHE NON PUO' ESSERE ACCETTATA!

Nell'udienza del 19 febbraio, hanno cominciato a parlare i Pubblici Ministeri, puntando il dito soprattutto su amministratori, politici, funzionari ministeriali, enti pubblici, dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (ipotesi di reato, concussione aggravata), al sindaco di Taranto, Ippazio Stefano (abuso d'ufficio e omissione in atti d'ufficio), dall'ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido (concussione), all'assessore regionale alla Qualità dell'Ambiente, Nicastro, per il quale si ipotizza il favoreggiamento personale a Vendola. Si sono sentiti i nomi dei "servi" del potere, di funzionari della questura, ufficiali di polizia giudiziaria; come i nomi di alti prelati della Chiesa locale che, incassando periodicamente soldi da Riva, gli accordavano la "benedizione" per i suoi morti. 

La Procura ha depositato altri documenti, tra cui una consulenza commissionata da Nicola Riva (imputato nel processo) dalla quale emergere che i cosiddetti 'fiduciari' a libro paga di Riva Fire erano funzionali alle direttive impartite dalla dirigenza Ilva.
Il pm Cannarile ha rimarcato il ruolo di questi 'fiduciari' del gruppo Riva nell'eseguire le direttive della proprietà a scapito del rispetto delle norme ambientali; denunciando i danni ambientali causati dall'inquinamento dell'Ilva agli abitanti del quartiere Tamburi, a ridosso del Siderurgico.

Un altro pm del 'pool' della Procura, Buccoliero, ha detto: "se oggi si decidesse di eseguire un sopralluogo nell'area delle batterie delle cokerie Ilva per verificare se ci siano stati interventi per far diminuire l'inquinamento ambientale, potrebbe emergere che nulla o quasi è cambiato rispetto al 26 luglio 2012, quando gli impianti a caldo vennero posti sotto sequestro su disposizione della magistratura".

Il procuratore aggiunto Pietro Argentino, ha documentato come il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, sia venuto meno al suo ruolo di vigilanza e prevenzione dell'inquinamento ambientale causato dall'Ilva, nè - ha detto - lo 'assolverebberò lettere o ordinanze ritenute, dall'accusa, quanto meno tardive, mentre nulla ha fatto per porre in atto misure cautelari.

Nella prossima udienza del 6 marzo gli altri due PM esamineranno il ruolo di complicità con Riva di alcuni politici, tra cui Vendola; le responsabilità della dirigenza Ilva in infortuni/omicidi di due operai dell'Ilva e uno dell'appalto (Claudio Marsella, Francesco Zaccaria e Ciro Moccia); e la posizione delle 3 società.

Ed è proprio la questione delle tre società, escluse nella precedente udienza dalle responsabilità dei risarcimenti, che è vergognosa e inaccettabile. Su questo è il governo Renzi che, con il suo decreto, dichiarando sostanzialmente il fallimento di Ilva spa, ha messo al riparo le società, facendo un grosso regalo ancora una volta ai Riva. Il governo ha affermato il principio dei padroni che chi "inquina NON paga", e ha dato un ulteriore pesante "schiaffo" a tutti i lavoratori, gli abitanti dei quartieri inquinati,i familiari degli operai uccisi, ai bambini ammalati e morti, ecc. 
A questo si è aggiunta un'applicazione del decreto da parte del GUP oltre misura, che pone pesanti dubbi: ancora il decreto era in discussione nella commissioni per gli emendamenti; si è estesa l'esclusione anche alle due società Riva Fire e Riva Forni Elettrici che non rientrano nel decreto, ecc. 

QUESTA "GIUSTIZIA" OSSEQUIOSA E DI MERA APPLICAZIONE DELLE LEGGI DEL GOVERNO DEI PADRONI, NON PUO' NE' DEVE ESSERE QUELLA DEGLI OPERAI E DELLE MASSE POPOLARI.
E QUESTA ALTRA VERA GIUSTIZIA SI DEVE VEDERE E SENTIRE NEL PROCESSO! 

La responsabilità dell'Ilva anche nei risarcimenti resta, quindi, una battaglia in corso. La partecipazione organizzata dallo Slai cobas sc di parti civili a questo processo è proprio per non accettare le sue regole, per fare del processo un terreno di lotta e di mobilitazione dei lavoratori e delle masse, di giustizia e risarcimenti veri. 

venerdì 20 febbraio 2015

pc 20 febbraio - Proletari Comunisti domani alla manifestazione NoTav a Torino


pc 20 febbraio - NOTAV mentre i tribunali da santa inquisizione continuano nelle condanne - il movimento domani in piazza a Torino contro ogni repressione!

Processo Geovalsusa: il Tribunale condanna tutti i 19 No Tav

Si è concluso questa mattina al Tribunale di Torino il primo grado di giudizio del processo che vede coinvolti 19 No Tav per l'iniziativa di lotta svoltasi alla sede della Geovalsusa nell'agosto del 2012.
La scorsa settimana il pubblico ministero Manuela Pedrotta (che assieme ai più - tristemente - noti colleghi Padalino e Rinaudo porta avanti la crociata contro i No Tav nelle aule di Tribunale) aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati, con pene comprese tra 1 anno e 4 mesi e 2 anni e 2 mesi, il tutto per una semplice iniziativa informativa che si inseriva all'interno della campagna "C'è lavoro e lavoro" lanciata dal movimento, per svelare il ruolo e i trascorsi poco limpidi delle ditte coinvolte nei lavori dell'alta velocità.
Quest'oggi il Tribunale ha sostanzialmente confermato il delirante impianto accusatorio messo in piedi dalla Procura, confermando la condanna per tutti e 19 i No Tav ma ridimensionando in maniera abbastanza significativa le pene, che vanno ora dagli 8 ai 5 mesi di reclusione. Cadono i reati di resistenza a pubblico ufficiale, di ingiuria nei confronti dei rappresentanti della ditta Geovalsusa e quello di aver staccato la corrente elettrica all'interno della sede. Resta invece in piedi il concorso di reato per le restanti accuse, che fa sì che anche i No Tav rimasti all'esterno della ditta a distribuire un volantino (per i quali gli avvocati della difesa avevano chiesto l'assoluzione) siano stati oggi compresi tra le condanne. Confermato anche il ridicolo reato di danneggiamento informatico aggiunto in corso di processo, secondo cui i No Tav entrati nella ditta avrebbero manomesso alcuni pc per poterne poi prendere il controllo da remoto...
Ancora una volta, non saranno le sentenze di Tribunale a cancellare o intimidire la storia ventennale di resistenza e dignità del popolo No Tav: la sentenza di oggi è una ragione in più per essere in piazza domani a Torino, per ribadire il no ad un'opera inutile e dannosa e per sostenere i tanti No Tav condannati, indagati o tuttora sottoposti a restrizioni della propria libertà per aver lottato e resistito.
A sarà dura!

da notav.info

pc 20 febbraio - TSIPRAS INCAMERA SEMPRE A DESTRA

Pavlopoulos, presidente della Repubblica di destra eletto per volere di Tsipras 
Il nuovo presidente della Repubblica greca è Prokopios Pavlopoulos, esponente centrale della destra greca sin dalla caduta dei colonnelli. Porta nel suo curriculum la morte nel 2008 di Alexandros Grigoropoulos, il ragazzo di 15 anni, ucciso da parte della polizia. Era Pavlopoulos, all'epoca, ministro degli interni.  
Durante la guida di due dicasteri è statoaccusato di aver assegnato migliaia di posti nell'amministrazione ad amici, famigliari e sostenitori del suo partito.

pc 20 febbraio - Alba dorada appoggia Tsipras... Ogni politica contro la trojka contro l'euro e non contro il capitalismo e contro il proprio capitalismo si tinge sempre di rossobruno, in Grecia come in Italia, come ovunque

altCon i loro interventi durante il dibattito di tre giorni sulle dichiarazioni programmatiche, i deputati di Alba Dorata, in carcere o a piede libero, hanno reso pubblica la nuova linea dell’organizzazione. Mentre fino alla vigilia delle elezioni i rappresentanti del partito neonazista chiedevano il voto dei cittadini di destra, sostenendo che solo Alba Dorata è in grado di ostacolare la strada di Syriza, adesso si presentano come sostenitori del nuovo governo e ammiratori maturi di Syriza e di Alexis Tsipras.
Il primo esempio della nuova linea è stato il discorso di Ilias Kasidiàris, una recita sulla legalità e il rispetto delle istituzioni: “Alba Dorata, rispettando completamente il suo ruolo istituzionale e il mandato del popolo, in quanto terza forza politica ha dimostrato in questi pochi giorni di non voler fare un’opposizione sterile”.
Sulla stessa linea anche il neo-eletto Giorgos Galèos, che non ha esitato a lusingare il ministro delle Finanze (“stimo il professor Varoufakis, il ministro, che ha studiato all’estero come me”) e a dichiarare di identificarsi con le proposte del governo (“queste misure sono giuste e devono essere implementate”).
Il “macho” Giannis Lagòs ha espresso il suo messaggio di sostegno al governo: “Noi siamo qui e aspettiamo che venga implementato quanto ha dichiarato il primo ministro e aspettiamo la punizione esemplare di tutti. Quindi, iniziamo a controllare tutti i grandi debitori. Anche noi siamo insieme a lui in questa lotta contro i proprietari dei canali televisivi, contro tutti coloro che hanno imposto dei mutui impossibili e sfruttato il popolo greco”.
Anche Giorgos Germanis, detto “Keàdas” (baratro, n.d.t), è stato tutto parole dolci: “Voglio credere che il governo attuale di Syriza e Greci Indipendenti possa restaurare la legalità e l’ordine nel parlamento greco, verso il suo normale funzionamento “.
Ilias Panagiotaros è arrivato al punto di dire “date la nazionalità, non la cittadinanza” ai migranti. Nikos Michos ha accusato Nea Dimokratia di aver “terrorizzato il popolo greco e di aver preso i voti dai vecchi e da alcuni cani del partito” mentre ha denunciato tutti coloro che si affrettano a criticare il nuovo governo: “Non li avete ancora visti, stiamo a sentire delle opinioni diverse, sentiamo quello che hanno da dire e quello che hanno da fare”.

In realtà, la nuova linea politica dell’organizzazione ha un obiettivo diverso: che venga accolta di fatto la sua partecipazione al “blocco anti-memorandum”, anche se sotto l’egemonia dell’ “anti-nazionalista” Syriza. Lo ha dichiarato apertamente Pappàs: “Il primo ministro Tsipras ha molte armi nella sua faretra politica, se vuole veramente realizzare i desideri del popolo. Non ha solo i voti di Syriza, il 36,34%, ha anche il 6,28% di Alba Dorata, il 5,47% del Partito Comunista, il 4,75 di ANEL, ha il 52,84% e una maggioranza anti-memorandum di 194 deputati”.
(stralci da infoaut)

pc 20 febbraio - La giunta di Cremona vuole completare l'opera dei fascisti di Casapound - Emilio resisti!

Nella seduta di ieri la giunta comunale di Cremona ha ufficializzato l'ordine del giorno già approvato a inizio febbraio, che dichiarava guerra agli spazi sociali in città decidendo di non rinnovare le concessioni dei locali ai centri sociali Dordoni e Kavarna, paventando così la minaccia di uno sgombero. Una richiesta che si era già levata dalla giunta (in maniera sostanzialmente bipartisan) all'indomani della grande manifestazione antifascista del 24 gennaio, che ha portato nelle strade di Cremona la rabbia per l'infame agguato fascista contro il centro sociale Dordoni avvenuto pochi giorni prima, in seguito al quale Emilio venne mandato in coma.
Quello deliberato ieri dal consiglio comunale è un attacco politico grave agli spazi sociali ma al tempo stesso rivela una giunta in difficoltà, stretta tra le pressioni di una parte di elettorato e di Questura e Prefettura e spinta a fare proclami di guerra che, se messi realmente in pratica, avrebbero conseguenze rilevanti sul territorio cittadino.
Nel frattempo le condizioni di Emilio restano gravi ma in continuo, seppur lieve e lento, miglioramento. Nei prossimi giorni il personale medico dell'ospedale inizierà a informarlo di quanto accaduto durante l'assalto fascista di domenica 18 gennaio: Emilio infatti non ha problemi di memoria ma non è al momento al corrente delle ragioni e degli avvenimenti che l'hanno portato in coma per settimane.

pc 20 febbraio - Manifestazioni in Turchia e in Europa per lo stupro e l'uccisione di Ozgecan Aslan

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BURSA (17-02-2015)-

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pc 20 febbraio - DECRETO ILVA: LA MONTAGNA DEGLI EMENDAMENTI HA PARTORITO UN TOPOLINO - INTANTO, ALTRI 1000 OPERAI IN CONTRATTO DI SOLIDARIETA'

RESTA UN DECRETO SOLO SALVA ILVA PER GLI INTERESSI DEI PADRONI FUTURI, MENTRE NON SALVA AFFATTO LAVORO E BONIFICHE.

La montagna degli “emendamenti” ha partorito un topolino, imponendolo anche con la "fiducia", e lasciando come prima tutti i problemi, dai fondi totalmente inadeguati, all'incertezza sul pagamento dei salari, dalla garanzia dei posti di lavoro per gli operai dell'Ilva e dell'appalto ai problemi di bonifiche e salute.
Le modifiche non fanno che confermare che i crediti pregressi al 20 gennaio da parte dell'indotto vanno nella massa passiva, unico miglioramento è la prededucibilità di questi crediti ma soltanto per le imprese strategiche cioè quelle che hanno fatto interventi di risanamento ambientale.
Quindi fermo restando, come abbiamo già scritto, la lungaggine di anni per l'effettiva esigibilità di questi crediti, tutte le ditte dell'appalto che hanno operato in attività ordinarie vengono di fatto escluse.
Alle piccole e medie imprese, compreso gli autotrasportatori, si dà il contentino della sospensione del pagamento di rate di mutui, di tributi.

Non si fa che ribadire i tempi e l'entità dell'attuazione degli interventi Aia (l'80% di quelli in scadenza a luglio 2015), lasciando al commissario straordinario la scelta di quali debbano essere questi interventi (per cui quelli più grossi e più onerosi, ma più essenziali per abbattere l'inquinamento – vedi copertura Parchi minerali, ecc. - saranno proprio quelli rinviati).
Per il commissario straordinario resta lo scandalo dell'immunità penale e amministrativa.

I fondi destinati alle bonifiche restano sempre quelli previsti, che sono totalmente insufficienti; come resta la tragicommedia del trasferimento delle somme sequestrate ai Riva che ora dovrebbero andare al risanamento ambientale dello stabilimento, il decreto emendato prevede un meccanismo farraginoso, con cui l'Ilva in amministrazione straordinaria si fa garante con la sottoscrizione di obbligazioni emesse dalla stessa Ilva in amministrazione straordinaria e intestate al Fondo unico giustizia.

Resta tutta la vaghezza sul programma di interventi e quindi sui tempi per la bonifica dell'area di Taranto, lasciata alla pianificazione del commissario straordinario.

Il governo infine ha cercato di mettersi al riparo da sanzione della Comunità europea (per gli aiuti di Stato che pongono una concorrenza sleale tra le siderurgie europee) prevedendo da dove prendere le somme.

(dalla stampa) - L’aula del Senato ha approvato il decreto sull’Ilva votando con 151 voti

pc 20 febbraio - Salvare la Grecia? No! Il Capitale salva i profitti delle banche private...

La lunga telenovela sulla crisi del debito della Grecia si dovrebbe concludere oggi. Che la Germania della Merkel, la più ostile ad una soluzione che dia “più tempo” alla Grecia, mantenga questa “fermezza”, o che tutti i paesi europei coinvolti più la famigerata troika – Fondo Monetario Internazionale, Banca Europea e Unione Europea – dimostrino di essere più condiscendenti con le richieste del governo Tsipras, quello che rimane sul tappeto è che le masse greche di fatto si ritrovano con diritti dimezzati e condizioni di vita molto peggiori.

La domanda, quindi, “salvare la Grecia”? è puramente retorica, perché le masse popolari, qualunque sia la “soluzione” avranno ancora davanti anni di sacrifici. E la retorica di questi giorni copre anche come un grande polverone quello che davvero è successo e chi in questo affare ha davvero guadagnato!
In questi anni, infatti, la crisi economica è stata scaricata tutta sulle spalle delle masse popolari, anche di quelle europee, che come riportano le statistiche di questi giorni hanno visto aumentare poveri, disoccupati e disagiati in generale! E il salvataggio delle banche di fatto fallite, con nazionalizzazioni più o  meno nascoste, anche dei paesi più industrializzati come la Germania è passato dal “travaso” di miliardi di soldi pubblici alle banche private come spiega bene questo articolo che riportiamo del Sole 24 Ore del 18 febbraio che si incarica di smascherare l’“innocenza” della Germania in tutta l’operazione… insomma quando i ladroni litigano si scopre dove si trova il bottino.

pc 20 febbraio - Renzi minaccia "pronti a tutto" se il 1° maggio non si lavora... la sfida va raccolta!

Lo ha giurato Renzi per nome dei padroni, lo ha fatto Mussolini per conto dei padroni, lo ha dimostrato Scelba per mano dei padroni e della mafia. "Pronti a tutto" è la risposta necessaria che i lavoratori devono opporre al fascismo padronale, al jobs act, al decreto salva-Riva, alla guerra imperialista, a questo stato/governo moderno fascista. "Pronti a tutto!", a cominciare dallo SCIOPERO GENERALE. Cos'altro abbiamo da perdere se non le nostre catene?

Renzi, capo del governo davanti a 500 esponenti della ricca società milanese, minaccia misure normative usando l’arma della precettazione per costringere i lavoratori della scala di Milano a lavorare il Primo Maggio.
Ma il primo maggio è il giorno di apertura dell’EXPO, è il giorno della Turandot alla Scala, la scelta dei lavoratori metterebbe in discussione l’evento. A nulla è valsa la proposta di spostare l’evento al 2 di maggio. Renzi vuol dimostrare ai suoi sostenitori dell’industria e della finanza di poter comandare a bacchetta i lavoratori. “Se c’è una qualche minoranza che pensa di poter bloccare …..sappia che siamo pronti a tutto”.  Il 1 maggio per noi è e rimane una giornata  di lotta e di rivendicazione conquistata a duro prezzo, costata enormi sacrifici alla classe lavoratrice, le 8 ore per tutti i lavoratori nel mondo. Ricordiamo che il 1 maggio venne abolito per legge nel Gennaio del 1922 ma c’era un altro che garantiva agli industriali la sottomissione degli operai, era Mussolini.

pc 20 febbraio - FORMAZIONE OPERAIA e "FORMAZIONE DEI PADRONI"... L'altalena dei prezzi...

Da giovedì 12 il quotidiano dei padroni, Il Sole 24 Ore, ha cominciato a pubblicare una serie di dossier intitolati “Il giornale della famiglia” con l’intento dichiarato di spiegare in maniera semplice come funziona l’economia, per così dire alla portata della famiglia, appunto, (naturalmente quella famiglia che hanno in testa i padroni, e cioè la famiglia “media” capace di “spendere” perché ha un “reddito” annuo significativo). Premettiamo che da anni oramai i padroni accusano i loro economisti, i loro “scienziati” (e questi a loro volta si accusano tra di loro!) di non saper prevedere e non saper dare soluzioni, insomma di non capire quello che succede e quindi ammettono tranquillamente che la loro non è una scienza, stiamo parlando di quella “scienza economica” che viene “insegnata” nelle università e dispensa nobel! Non è una scienza perché non riesce a spiegare i processi di fondo dell’economia, ma si limita di fatto a registrarne gli effetti, i fenomeni superficiali, quelli che tutti vedono e che quindi non hanno bisogno di scienza. E infatti a questo proposito dice Marx: i borghesi si fermano alla forma fenomenica, i proletari coscienti vanno all’essenza della cosa.
Questo tentativo dei padroni ne segue altri già fatti fin dall’inizio della crisi del 2007. Seguiamo questo primo articolo introduttivo della “nuova serie” intitolato “L’altalena dei prezzi” con il quale ci confermano tra l’altro che la crisi economica è globale ed è in atto nonostante le chiacchiere “fiduciose” di Renzi e compagnia che continua a dire che l’Italia è ripartita. (Le sottolineature sono nostre)

pc 20 febbraio - Contro il fascismo padronale di Marchionne e contro il jobs act del fascista Renzi scendiamo nelle piazze, blocchiamo le fabbriche, uniti con tutta la nostra rabbia, ribelliamoci alla schiavitù, alla miseria con la forza!

Operai Fiat stremati: “Ci stanno schiattando il fegato”. La nuova linea (Renegade+500) corre a ritmi impossibili. Cosa dicono i sindacati.

Alla Fiat-Sata di S.Nicola di Melfi le linee da un paio di mesi viaggiano all'impazzata. Come un treno ad alta velocità che non conosce fermate.
Gli operai appaiono come automi stanchi e stremati. Dal 'montaggio', sotto voce, arrivano notizie che lasciano basiti. “La velocità della linea è aumentata, non riesco più a stare al passo”. Tradotto vuol dire che “solo il tempo di montare una vite o un bullone e girarmi e mi trovo fuori postazione”. Turno su turno, settimana su settimana (compresa la domenica), il treno corre in fretta. In particolare la nuova linea, quella che sforna Jeep Renegade e 500 x neanche fossero merendine. In un solo turno si producono oltre 500 auto. “Ci stanno schiattando il fegato”, si dispera, senza andare troppo per il sottile, un altro lavoratore, che aggiunge. “L'altro giorno sentivo un team leader parlare al telefono con un suo collega dicendo che qui si va troppo di corsa, gli operai non ce la fanno”. E a lamentarsi non sono neanche i lavoratori più riluttanti ai ritmi, ma quelli che sono conosciuti come i più efficienti e veloci. Le lamentele, però, a quanto pare, devono rimanere sotto traccia. Si soffre in silenzio. Come nel film 'Tempi moderni' di Charlie Chaplin. Prevale un mix di paura, silenzio e alienazione. Le tutele sono decrescenti. Qualche giorno fa, i 5900 operai hanno votato per eleggere i rappresentanti sindacali in azienda. In testa c'è la Uilm. Poi a seguire tutti gli altri. Tranne Fiom (Cgil), che non ha sottoscritto il contratto nazionale e non ha rappresentanti in azienda. Se però chiedi ad un operaio come mai non si rivolga ai neoeletti 'rappresentanti' per denunciare i nuovi ritmi 'impazziti' di lavoro, ti risponde laconico: “E dove sono i nostri rappresentanti?”. Già, dove sono? Di sicuro conoscono il problema. Ma di certo non osano ribellarsi ai diktat di Sergio Marchionne. Produrre, produrre, accelerare.

Melfi modello esemplare. Sono queste le parole d'ordine. E con la Fiom fuori gioco, controllare il dissenso operaio è un 'gioco' da ragazzi. L'esperimento Melfi funziona. I titoli Fca (Fiat Chrisler Automobiles) volano in Borsa. Nella piana di S.Nicola di Melfi si attende solo l'arrivo di Matteo Renzi che saluterà, con sorriso sardonico, vertici aziendali e maestranze. Nel frattempo Renegade e 500 corrono veloci. Troppo veloci. Dietro, in affanno, gli operai. Con la lingua a terra e neanche 'il diritto' dilamentarsi
(Dal Corriere Basilicata).

pc 20 febbraio - La borghesia crea la paura . . .

Vogliono crearvi 1000 paure . . . l'Isis che è a 2 passi da Roma e che con un paio di missili distrugge mezza Sicilia . . .

A parte le evidenti forzature di ciò che dicono, è evidente che il mostro isis è stato creato da loro e da loro viene gestito per distogliere le masse dalla politica repressiva e moderno fascista che con la forza sta facendo l'Europa.

E' vero . . . l'isis rappresenta un pericolo per i paesi nei quali si è installata ma è certamente anch'essa una "tigre di carta" . . . mi perdoni il grande Mao se uso un suo detto! (Mao Tze Tung, dichiarava in un'intervista del 1956 che "tutti i reazionari sono tigri di carta - apparentemente terribili ma in realtà non sono poi tanto potenti").

L'isis fuori dal suo territorio sembra men che niente . . . anche Kobane in un certo senso ne è la testimonianza!


A ME FA PIU' PAURA QUESTO SORRISO


E' certo che in qualche modo la situazione sia sfuggita di mano ai suoi creatori (USA) e agli alleati fedeli (Italia e Francia) che inventando armi chimiche e arsenali atomici (mai trovati) uccisero Hussein prima e Gheddafi dopo, che "dittatori" per quanto fossero definiti dall'occidente, mantenevano un certo equilibrio in quella zona con il solo torto di non essere "allineati" a quella democrazia che l'imperialismo USA voleva loro vendere a caro prezzo. 

E' sicuramente il caso di "avere paura", purchè questa venga chiamata con i suoi veri nomi: Renzi - Jobs act - Moderno fascismo - Salvini - Alfano - Mattarella - e pure il Nano . . . la stessa costituzione borghese si sta depauperando di ogni "cenno di democrazia"  . . . la repressione aumenta in maniera direttamente proporzionale alla disoccupazione . . . nell'aria c'è più che odore di una dittatura di tipo nuovo.

VOLETE AVERE PAURA ? 
ABBIATELA PER QUESTO!

giovedì 19 febbraio 2015

pc 19 febbraio - Salute, sicurezza, retribuzioni e condizioni di lavoro delle lavoratrici della scuola in italia. A breve un lavoro di inchiesta

Le lavoratrici della scuola aderenti allo Slai COBAS per il sindacato di classe stanno approntando un questionario rivolto alle lavoratrici della scuola.
In continuità con un lavoro di inchiesta che, in passato, abbiamo realizzato in altri settori, oggi riteniamo importante fare inchiesta tra le lavoratrici della scuola che rappresentano la stragrande maggioranza degli occupati del comparto-circa l’80% di insegnanti; ma anche tra il personale ATA e degli appalti la stragrande maggioranza sono lavoratrici.

Mandateci pure contributi e suggerimenti utili alla redazione del questionario!

Le lavoratrici della scuola dello Slai COBAS per il sindacato di classe 
Per info e contatti: cobasdiclasse.mi@gmail.com

pc 19 Febbraio - Palermo in piazza contro le stragi dei migranti e le aspirazioni neo-coloniali italiane

Sabato 21 Febbraio il circolo di proletari comunisti sarà in centro città a Palermo, di fronte il Teatro Massimo alle 16:30 per un volantinaggio-sit-in di controinformazione:

NO ALL'INTERVENTO MILITARE IN LIBIA!


Da qualche giorno i media nazionali stanno amplificando il cosiddetto “pericolo ISIS” in Libia facendo eco alla propaganda del gruppo islamista che proclama di “essere alle porte di Roma”.
Ma è davvero così?
La Libia post-Gheddafi è un paese caotico dove milizie islamiste, capi tribali e il governo “legittimo” si contendono il potere in una guerra civile in cui vige la regola del tutti contro tutti. Anche i gruppi islamisti si combattono tra di loro. Quindi è necessario approfondire la questione e sfatare alcuni miti:
  •        l’ISIS non ha il controllo della Libia come vorrebbero fare credere i media, anzi con i pochi uomini che ha è impegnato a lottare contro le fazioni libiche rivali.
  •       l’ISIS non ha la capacità militare di colpire la Sicilia con i missili scud in proprio possesso che hanno una gittata di 280 km ben al di sotto di quella necessaria per raggiungere le nostre coste, non ha aviazione, non ha imbarcazioni adeguate per raggiungere il nostro paese.
Quindi perché il ministro Gentiloni dice con arroganza che “siamo pronti a combattere”? Per cosa?
Con la scusa della “lotta al terrorismo” questo  governo con i suoi improbabili ministri  Gentiloni e Pinotti vorrebbe trascinarci in una guerra imperialista e neocoloniale in Libia, per gli interessi dell'ENI, del petrolio, dei mercanti d'armi ..

l'Italia andrebbe in Libia a parteggiare nella guerra tra bande in corso creata dall'intervento precedente delle potenze occidentali, Italia compresa, contro Gheddafi. Questo governo, questo parlamento, non hanno nessun diritto di trascinarci in guerra in spregio dell'art.11 della Costituzione. L’ipocrisia del governo italiano dovrebbe essere abbastanza chiara se si considera il fatto che la soluzione per indebolire queste organizzazioni sarebbe altra come spiegano alcuni analisti, ovvero interrompere immediatamente il commercio d’armi verso quelle parti del mondo e rompere qualsiasi rapporto commerciale e diplomatico con i paesi dell’area che finanziano questi gruppi (in particolare Arabia Saudita e Qatar) in realtà questo governo e tutti i governi al soldo dei padroni in particolare di chi produce armi come l’italianissima Beretta non farà mai questo passo; al contrario un intervento militare va incontro agli interessi di questi industriali che lucrano sulla vita dei popoli del mondo. Inoltre come dimostrano i bombardamenti della coalizione internazionale contro l’ISIS in Siria e Iraq, con mezzi ben superiori da quanto previsto dal governo italiano, essi non sono per niente efficaci. Gli unici risultati li ha ottenuti il popolo curdo che si è armato e sta riuscendo a respingere le forze neo-medievali e fasciste dell’ISIS. Non possono essere gli eserciti occidentali invasori la soluzione del problema al contrario essi alimentano e danno linfa vitale al fondamentalismo islamico che ha una giustificazione per una lotta contro i “crociati” come già è stato definito il nostro governo dalla sezione libica dell’ISIS. Inoltre il popolo libico si ricorda ancora la criminale colonizzazione italiana, un’eventuale invasione del nostro paese avrà come effetto quello di favorire il proselitismo delle formazioni islamiste, ISIS compreso, rafforzandole. Sul “fronte interno” il governo non fa altro che tagliare la spesa sociale che grava sempre di più sui cittadini, i lavoratori e le masse popolari!

Siamo in crisi, la gente non ha lavoro, ne soldi e loro ci trascinano in guerra mentre una massa di migranti sfugge da miseria, fame e guerre e approdano, se riescono a non morire annegati, sulle nostre coste e il governo va ad alimentare la spirale di queste guerre che ne alimenterà l'immane flusso.

Non un soldo, non un soldato per la loro sporca guerra!

Lavoro non guerra!

Diritto alla vita, salute non morte sotto le bombe!
Soldi per vivere e non per spese militari e armamenti!


Circolo proletari comunisti Palermo

pc 19 febbraio - FORMAZIONE OPERAIA - RISPOSTE SU IL CARATTERE DUPLICE DEL LAVORO - UTILIZZANDO ANCHE UN FUMETTO

Una lavoratrice scrive:

"Lo scoglio maggiore l'ho incontrato nella comprensione della dicotomia del lavoro in lavoro concreto e in lavoro astratto...quando si parla di lavoro "utile" (associandolo al valore d'uso) ci si riferisce al lavoro concreto?
In particolare, quando, si parla del duplice carattere del lavoro rappresentato nelle merci (http://proletaricomunisti.blogspot.it/searchq=il+duplice+carattere+del+lavoro+rappresentato+nelle+merci): "Quindi il lavoro utile diventa fonte più abbondante o più scarsa di prodotti in rapporto diretto con l'aumento o con la diminuzione della sua forza produttiva. Invece, un cambiamento della forza produttiva non tocca affatto il lavoro rappresentato nel valore preso in sé e per sé."A quale valore ci si riferisce?
Non credo si riferisca a quello di scambio della merce, né a quello d'uso, perchè se aumenta la forza produttiva, ad esempio con l'introduzione di un macchinario che la potenzia, più merci vengono prodotte nell'unità di tempo, quindi il valore d'uso aumenta quantitativamente e la grandezza di valore diminuisce.

PROVIAMO A RISPONDERE

Marx spiega che il lavoro ha un duplice carattere:
- è lavoro concreto, qualitativamente definito, volto a produrre questo o quel valore d’uso; e quindi quando si parla di "utilità" ci si riferisce effettivamente al lavoro concreto;
- è lavoro astratto, cioè pura estrinsecazione di lavoro umano, che prescinde da ciò che concretamente viene prodotto, quindi dagli aspetti qualitativi e dalle determinazioni specifiche riferite all’utilità dei singoli lavori, e la cui quantità determina il valore creato (quindi che l'operaio con il suo lavoro produca mobili o aerei è indifferente, ciò che conta è il lavoro umano impiegato per produrre quella merce).
La quantità di lavoro astratto per produrre una merce è data dal tempo di lavoro socialmente necessario, secondo l’intensità e la produttività prevalente in quel ramo produttivo, per produrre le merci.

Per meglio spiegare questa importante questione, riprendiamo proprio dal testo ricordato dalla lavoratrice, pubblicato nel blog il 4 dicembre 2014:
"DUPLICE CARATTERE DEL LAVORO RAPPRESENTATO NELLE MERCI"
"La merce è al contempo valore d'uso - e per fare questo serve lavoro concreto, specifico, lavoro utile (per es. falegnameria) - e dall'altro valore - e per fare questo basta il lavoro inteso in senso generale, astratto, dispendio di nervi, cervello, muscoli, forza lavoro umani, quel lavoro che permette lo scambio di cose di qualità differenti (dato che è assurdo scambiarsi la stessa cosa).
Prendiamo per esempio due merci: 1 abito e dieci braccia di tela.
Marx fa l'ipotesi che l'abito ha valore doppio della tela e cioè 1 abito = venti braccia di tela.
Di dove viene questa differenza fra le loro due grandezze di valore? Dal fatto che la tela contiene soltanto la metà del lavoro dell'abito, cosicché per la produzione di quest'ultimo la forza-lavoro deve essere spesa durante un tempo doppio di quello occorrente per la produzione della tela.

Sull'altra domanda che riguarda il rapporto tra cambiamento della forza produttiva e valore d'uso e valore, quello a cui si riferisce la frase "un cambiamento della forza produttiva non tocca affatto il lavoro rappresentato nel valore preso in sé e per sé" è il "valore", come dispendio di lavoro umano in senso astratto.  
Vediamo perchè:
Se la forza produttiva di tutti i lavori utili richiesti per la produzione di un abito, rimane immutata, la grandezza di valore degli abiti cresce col crescere della loro quantità. Se 1 abito rappresenta x giornate lavorative, 2 abiti rappresentano 2 x giornate lavorative, ecc. Ma ammettiamo che il lavoro necessario alla produzione di un abito cresca del doppio o diminuisca della metà. Nel primo caso un abito ha altrettanto valore quanto in precedenza ne avevano due, nel secondo caso due abiti hanno tanto valore quanto in precedenza ne aveva uno, benché nell'uno e nell'altro caso un abito renda prima e dopo gli stessi servizi e il lavoro utile contenuto in esso rimanga prima e dopo della stessa bontà. 
Una quantità maggiore di valore d'uso costituisce in sé e per sé una maggiore ricchezza materiale, due abiti sono più di uno. Con due abiti si possono vestire due uomini, con un abito se ne può vestire uno solo, ecc. 
Quindi il lavoro utile diventa fonte più abbondante o più scarso di prodotti in rapporto diretto con l'aumento o con la diminuzione della sua forza produttiva
Invece, un cambiamento della forza produttiva non tocca affatto il lavoro rappresentato nel valore preso in sé e per sé. E cioè, l'invenzione di un attrezzo, per esempio, agevola sì il lavoro per cui in meno tempo si fanno più cose, ma questo non cambia il fatto che un'ora di lavoro vale sempre un'ora di lavoro! E un oggetto che contiene un'ora di lavoro sarà valutato socialmente per un'ora di lavoro.