domenica 8 novembre 2015

pc 8 novembre - L'imperialismo americano in Afghanistan messo sotto accusa per la strage di Kunduz

Medici senza frontiere presenta il suo rapporto sul bombardamento del suo ospedale, costato la vita ad almeno 30 persone. L’edificio colpito per un’ora: «Un raid condotto con lo scopo di uccidere e distruggere». Sono le parole contenute nel rapporto di Médecins Sans Frontières (Msf) che ha presentato le conclusioni dell’inchiesta interna sull‘attacco aereo americano all’ospedale di Kunduz, in Afghanistan, da parte dell’aviazione americana il 3 ottobre. A presentare la relazione è stato Christopher Stokes, direttore generale della Ong «Non sappiamo il perché, non sappiamo che è accaduto nella catena di comando tra Stati Uniti e Afghanistan».


Né uomini armati, né combattimenti nei pressi
L’analisi cronologica degli eventi, nei giorni prima, durante e immediatamente dopo gli attacchi aerei, – si legge nel rapporto – non mostra alcuna ragione per la quale l’ospedale, un centro traumatologico avanzato, dovesse essere colpito. Non c’erano infatti né uomini armati, né combattimenti vicini, in quella zona. Secondo tutti i resoconti, gli attacchi aerei statunitensi sono iniziati intorno alle 02:00-02:08 del mattino del 3 ottobre. Il raid è andato avanti per un’ora, «con attacchi multipli, precisi, sostenuti e hanno preso di mira l’edificio principale dell’ospedale». E ancora: «I servizi di terapia intensiva, l’archivio, il laboratorio, il pronto soccorso, la radiologia, l’ambulatorio, il reparto di salute mentale, la fisioterapia e le sale operatorie sono stati distrutti dalla successiva ondata di attacchi».
  • Afghanistan, l'ospedale di Kunduz prima e dopo il bombardamento Usa nelle foto di Msf
    Afghanistan, l’ospedale di Kunduz prima e dopo il bombardamento Usa nelle foto di Msf
  • Afghanistan, l'ospedale di Kunduz prima e dopo il bombardamento Usa nelle foto di Msf
  • Afghanistan, l'ospedale di Kunduz prima e dopo il bombardamento Usa nelle foto di Msf
  • Afghanistan, l'ospedale di Kunduz prima e dopo il bombardamento Usa nelle foto di Msf
  • «I pazienti bruciavano, i medici venivano colpiti dall’elicottero mentre fuggivano»

  • Il rapporto interno di Msf descrive pazienti che bruciano nei loro letti, componenti del personale medico decapitati e amputati, e altri colpiti dai proiettili di un elicottero Ac130 mentre fuggivano dall’edificio in fiamme. Almeno una trentina di persone sono state uccise, tra cui 13 membri del personale, 10 pazienti e 7 corpi irriconoscibili, tuttora ancora da identificare. Al momento della strage, ricorda il rapporto, nell’ospedale c’erano 105 pazienti, tutti combattenti feriti di ambedue le parti in guerra a Kunduz, comprese donne e bambini. Nel rapporto si legge: «(…) Molte persone dello staff raccontano di aver visto persone prese di mira, probabilmente dall’aereo, mentre cercavano di fuggire dall’edificio principale dell’ospedale (…). Alcuni riportano di spari che seguivano i movimenti delle persone in fuga. Alcuni medici di MSF e altro personale medico sono stati uccisi mentre cercavano di raggiungere un’altra zona del compound nel tentativo di mettersi in salvo». Un’operazione condotta dunque per uccidere con la chiara intenzione di colpire proprio l’ospedale, stando alla relazione della ong fondata in Francia nel 1971 e tra le più note in tutto il mondo. «Secondo alcune relazioni che sono in circolazione – ha attaccato Stokes – l’attacco potrebbe essere giustificato dal fatto che stavamo curando dei talebani. Ricordo che i combattenti feriti sono pazienti ai sensi del diritto internazionale, e devono essere protetti da attacchi e trattati senza discriminazioni. Il personale medico non dovrebbe essere mai punito o compito perché fornisce cure ai combattenti feriti».

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