venerdì 20 novembre 2015

pc 20 novembre - Milano demolizione expo: i lavoratori sono a rischio

EXPO / "Il cantiere non è sicuro", l' L’Asl denuncia i pericoli del sito
La lettera: serve il programma dei lavori, lo chiediamo dall’estate. Già bloccate le demolizioni di Russia e Corea
di LUCA ZORLONI 
Milano, 19 novembre 2015 - Autogru non autorizzate, rischio di cadute dall’alto, segnaletica assente, pozzetti aperti senza essere delimitati, cavi elettrici manomessi senza essere stati prima disattivati. L’elenco dei pericoli per chi lavora nel cantiere di demolizione dell’Expo è lungo e l’Asl di Milano ieri l’ha messo nero su bianco in una lettera di denuncia spedita ai vertici dell’organizzazione dell’evento, dopo tre settimane di ricognizioni e interventi dentro il recinto del sito di Rho. L’azienda sanitaria ha già dovuto bloccare alcuni cantieri non autorizzati, come quelli di Russia e Corea, perciò vuole vederci chiaro nella gestione delle operazioni di smontaggio. A partire da quel piano di cantiere che reclama da quest’estate. Senza successo, tuttavia. «Non è ancora arrivato, la situazione è preoccupante», puntualizza Susanna Cantoni, direttore responsabile dell’ufficio prevenzione di Asl Milano. Lo smantellamento dell’Esposizione universale è partito senza un programma dei lavori sottoposto al vaglio dell’azienda sanitaria locale. Nei primi giorni gli staff dei padiglioni hanno traslocato la parte leggera: arredi, cucine, allestimenti delle mostre. I primi giorni a mano, perché si è creato un ingorgo al ritiro delle autorizzazioni negli uffici di Expo spa a Pero, poi con furgoni e mezzi leggeri. Da ieri, tuttavia, è scattato il semaforo verde per i pachidermi: tir e bilici, che dovranno trasportare fuori dal parco espositivo la parte pesante degli interni dei padiglioni. Un traffico che si aggiunge a quello dei 300-400 operai che al momento circolano dentro a Expo. L’Asl tiene gli occhi aperti.
Ha rispedito in cantiere la trentina di tecnici che avevano già sorvegliato la costruzione dell’evento universale. L’organizzazione dell’ufficio sanitario ha passato l’esame dell’edificazione. A dispetto delle fosche previsioni di un rapporto Inail, che calcolava un rischio di 40 morti sul sito di Expo sulla base delle statistiche sulla sicurezza dei cantieri italiani, i lavori sul sito hanno registrato 89 infortuni, tutti sotto i 20 giorni di prognosi. Tuttavia, la demolizione si preannuncia più rischiosa, a cominciare dai tempi stretti. Otto mesi, fino a giugno 2016, per riconsegnare le aree pulite. Ma i segnali che capta l’Asl non sono positivi. «Sappiamo di padiglioni che portano via le cose essenziali e rimandano lo smontaggio molto in là, anche negli ultimi mesi utili», avverte Cantoni. Con il rischio che ripeta la corsa a perdifiato delle settimane precedenti all’inaugurazione. Lo scenario che l’Asl vuole evitare. Lo stallo dei lavori va in tandem con il braccio di ferro tra imprese costruttrici e Paesi per lavori non pagati e contestati. Il messaggio ai vertici di Expo spa è chiaro: c’è un vuoto di nomi, ruoli, incarichi nel programma di un cantiere composto da circa 200 lotti che Asl vuole riempire. Le situazioni di pericolo, d’altronde, stanno venendo a galla. È successo anche al padiglione della Bielorussia: «rischio di caduta dall’alto», recita il rapporto dei tecnici. E l’Asl è dovuta intervenire.
luca.zorloni@ilgiorno.net

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