martedì 27 ottobre 2015

pc 27 ottobre - Gianfelice Rocca (Assolombarda) detta il programma dei padroni al governo e allo Stato borghese

RIFORMA DEL LAVORO E REVISIONE DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI ("IL NOSTRO GIUDIZIO SULL'AZIONE DEL GOVERNO E' POSITIVO DAL JOBSACT ALLA LEGGE DI STABILITA')


CONTRATTO NAZIONALE COME PURA CORNICE NORMATIVA

AUMENTARE IL PESO DELLA CONTRATTAZIONE AZIENDALE: PIU' PRODUTTIVITA' DA SPREMERE IN AZIENDA


RIFORMA DELLO STATO SUBORDINANDO L'AMBIENTE (MAI PIU' UN CASO ILVA) ALL'INTERESSE NAZIONALE 
AZZERAMENTO DEL SINDACATO: «alcuni sindacati irrealisti rischiano di diventare nemici dei loro stessi iscritti e dei lavoratori».

Sergio Mattarella: "L'Italia si sta riprendendo e Milano è quella che è sempre stata, una testa di questo percorso. Ma è indispensabile fare squadra". Il presidente degli industriali lombardi Assolombarda: "Dobbiamo dunque insieme conquistare produttività e reddito. Chiediamo alla politica le condizioni abilitanti"

Martedí 27 Ottobre 2015

Rocca: «Il dopo-Expo hub dell’innovazione»

di Luca Orlando

La matematica è lineare: perché l’Italia cresca a tassi annui del 2% Milano deve fare meglio. Questione di medie, che “costringono” il motore economico del Paese ad uno scatto in avanti ulteriore. Un salto culturale e progettuale che per Gianfelice Rocca deve tradursi anzitutto in una grande alleanza per l’innovazione. Un patto pubblico-privato auspicato dal presidente della “nuova” Assolombarda, ora integrata con Confindustria Monza e Brianza, area che vale il 12% del Pil nazionale, oltre la metà del valore aggiunto lombardo.
Ad ascoltare Rocca, in prima fila, una nutrita rappresentanza del Governo (i ministri Padoan, Martina, Poletti e Giannini) ma soprattutto il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Che proprio domenica, dalle colonne del Sole 24 Ore, aveva rilanciato con forza il ruolo di Milano e della Lombardia come motore economico, etico e morale, del Paese.
Un riscatto che trova in Expo, sito scelto per l’assemblea annuale dell’associazione, un punto di sintesi completo, luogo simbolo che incarna da un lato la ritrovata vitalità del Paese, dall’altro la sfida progettuale
maggiore per agganciare le altre grandi aree metropolitane europee. Un percorso che nell’analisi di Rocca è certamente accessibile, anche alla luce dell’inversione di rotta degli indicatori dell’economia, e che tuttavia richiede sforzi aggiuntivi a più livelli. Il giudizio sull’operato del Governo è positivo, con la condivisione della strategia di «sostenere la fiducia di imprese e cittadini in un contesto di risorse scarse», un mix di interventi, quello della Legge di Stabilità, ritenuto «sufficientemente equilibrato per questo specifico momento socio economico», nei limiti posti dal debito pubblico. Strategia che si deve però completare con tagli di spesa più incisivi e riforme di struttura.
«In un mondo volatile e imprevedibile – spiega Rocca – tutto questo passa per la riforma del lavoro e la revisione delle relazioni industriali», area in cui deve crescere il peso della contrattazione aziendale lasciando al contratto nazionale la cornice puramente normativa. Un quadro dove occorre «conquistare insieme produttività e reddito», in un contesto però in cui «alcuni sindacati irrealisti rischiano di diventare nemici dei loro stessi iscritti e dei lavoratori».
Altro cantiere da completare è la riforma dello Stato, subordinando alcune materie, tra cui l’Ambiente («mai più altri casi Ilva», scandisce Rocca) all’interesse nazionale; rilanciando invece le autonomie là dove funzionano.
Se il «grande compito a casa» del Paese è dunque quello di riportare le nostre aziende e il nostro territorio nelle posizioni di testa europee, occorre agire di conseguenza, accelerando sul fronte dell’innovazione. Perché è qui, nella difficoltà italiana nel trasformare scienza in tecnologia, ricerca in brevetti, che si concentra uno dei gap principali dell’Italia, limite su cui Rocca prova ad “ingaggiare” la politica. Lo schema è quello di una grande alleanza pubblico-privato, che facendo leva sui tanti punti di forza del territorio sviluppi un piano strategico che metta al centro proprio l’innovazione. Un piano dunque. Sulla scorta di quanto fatto dalla Catalogna o dalla Baviera, aree che si sono date una missione e che hanno impostato gli strumenti per realizzarla. Ed è qui che entra in gioco Expo, area che per Rocca può diventare la piazza universale dei saperi del futuro, un hub scientifico-tecnologico che integri Università, start-up,alto artigianato, multinazionali.
Quel mix di saperi “Steam” (Science, Technology, Engineering, Art, Manufacturing) su cui Milano può contare per giocare un ruolo da leader, aree che se valorizzate potrebbero offrire fino a 24 miliardi di valore aggiunto in più. Il post Expo per Rocca rappresenta un primo banco di prova di questa alleanza per l’innovazione, con la necessità di definire al più presto un business plan (entro metà 2016) per consentire a tutti i soggetti di poter fare le proprie scelte in termini di localizzazione.
«Noi – spiega – lavoreremo per catalizzare questa domanda, ma ora occorre uno sforzo congiunto di Regione, Comune e Governo, un dialogo trasparente per definire una governance, un management e un business plan con un preciso cronoprogramma, in modo da fare di Expo un successo permanente». Rotta e obiettivi condivisi da Pisapia e Maroni, con lo stesso ministro dell’Economia Padoan a rassicurare: «Tutto questo - spiega dall’auditorium di Expo - non andrà perduto».

Martedí 27 Ottobre 2015

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