lunedì 19 ottobre 2015

pc 19 ottobre - La "parentopoli" e "clientopoli" deI sindaci a "5 stelle" del duo Grillo e Casaleggio in Sicilia

Che cos’è il movimento 5 stelle lo abbiamo detto più volte, e tra l’altro, con questo editoriale http://proletaricomunisti.blogspot.it/2015/08/pc-10-agosto-il-fascismo-razzismo-del.html

Qui facciamo una puntatina di attualità che riguarda i sindaci 5 stelle in Sicilia seguendo un dossier di repubblica Palermo che riportiamo sotto.

Dunque mentre Grillo e Casaleggio passeggiano tra gli stand della loro “kermesse” nazionale a Imola sparando fesserie reazionarie sui temi più disparati, gli “amministratori locali” a “cinque stelle” si sono già fatti conoscere per le loro qualità: quelle appunto di sindaci da “parentopoli” e “clientopoli”, insomma da “Prima Repubblica”, come dice il dossier che riproduciamo sotto.

C’è un certo Piccitto, per esempio, sindaco di Ragusa, di cui sono state chieste le dimissioni dagli stessi grillini perché dall’“ambientalismo” è passato a dar via libera alle trivelle per la ricerca del petrolio… con questa interessante e illuminante motivazione: nella sostanza non si poteva opporre perché anche i grillini devono capire “cosa significa governare, dover fare compromessi, raggiungere gli obiettivi promessi un passo alla volta…” e in questo i sindaci si sentono soli(!) e chiedono “copertura politica” ai vertici nazionali come Di Maio il quale “era intervenuto a frenare la rabbia dei “talebani”. (dalla Repubblica di oggi)

Nei confronti di questi “sindaci”, ma degli “adepti” del “guru” in generale, lo stesso Grillo esprime un bel disprezzo, anche se fa finta di scherzare, quando dice “Eravate nessuno e grazie a me guadagnate stipendi meravigliosi”…

Incarichi a parenti e spese allegre
I sindaci grillini finiscono sotto tiro
Incarichi e spese allegre bocciate dai revisori dei conti, nomine in famiglia, abbracci affettuosi con
odiati (si fa per dire) avversari politici, retromarce ideologiche e spaccature interne. L’avventura amministrativa dei sindaci grillini, nella regione dove cominciò l’invasione di M5S, sta vivendo il suo momento più basso. In qualche caso, si è già trasformato in un calvario.
Da un capo all’altro della Sicilia, dal primo all’ultimo dei quattro grossi Comuni amministrati da 5stelle, risuona l’eco delle polemiche. Le ultime, rumorose, sono esplose a Gela, dove Domenico Messinese a giugno aveva ottenuto una vittoria simbolica nella patria di Crocetta e dove, meno di 4 mesi dopo, è costretto a subire l’attacco frontale del locale meet-up. Che, in lungo documento, ha “sfiduciato” il vicesindaco Simone Siciliano, fedelissimo di Messinese che ha la delega all’Ambiente reo di aver messo in dubbio “il nesso di causalità fra l’inquinamento e le malformazioni genetiche” e di sposare una politica un po’ troppo favorevole ai petrolieri. Il meet-up ha sentenziato, il sindaco resiste. D’altronde, gli attivisti grillini di gela avevano criticato Messinese subito dopo l’elezione, quando il primo cittadino come aveva assunto subito la sua assistente Rita Scicolone nell’organico del Comune, con la qualifica di istruttrice amministrativa. “Molti di noi hanno cercato di far capire a Messinese che non era il caso”, scrisse a caldo Fabio Leopardi, uno dei fondatori del meet-up gelese. Rimarcando che quell’atto ha premiato “una delle migliori amiche della moglie del sindaco”. Ma la gratitudine è evidentemente sentimento imprescindibile per Messinese. Che non ha perso tempo neppure per assegnare un incarico legale da 11.593 euro all’avvocato Lucio Greco, ovvero il candidato sindaco dell’Ncd che, al ballottaggio, lo aiutò a battere il rivale angelo Fasulo. La foto dell’abbraccio fra Messinese e Greco, al termine di un comizio a pochi giorni dal voto, fece il giro del web.
Da Gela a Bagheria, dove a mettere nel mirino il sindaco Patrizio Cinque sono i revisori dei conti, pronti a censurare una gestione pentastellata non proprio lontana da quelle spendaccione del passato. “Il sindaco ha continuato a dare incarichi su incarichi ad avvocati esterni, non economizzando il servizio, malgrado il nostro ente sia in dissesto finanziario”. Cinque viene accusato dai revisori di “impegnare fondi comunali per la costituzione di parte civile nei processi penali” quando il comune, per questo servizio, “ha in essere una convenzione gratuita con il centro Pio La Torre”.
I revisori dei conti strigliano cinque anche sul ricorso ad altri professionisti interni, segnalando che non “è riscontrabile una riduzione delle spese per incarichi e consulenze” e prospettando il danno erariale. E chi c’è fra i prescelti da Cinque? L’avvocato Vincenza Scardina, la cognata dell’assessore a 5 stelle §Alessandro Tomasello, ha avuto affidati due ricorsi per 14.173 euro. Un altro, Vittorio Fiasconaro, è un attivista di un locale meet-up e ha avuto mandati per 26 mila euro. Giorgio Castelli, padre di Filippo, consigliere comunale pure lui fedele a Grillo, è stato nominato da Cinque nel comitato dei garanti (ha rifiutato il compenso). Abbastanza per far urlare l’opposizione a “parentopoli”, anzi a “clientopoli”. Addirittura a un clima da regime, perché quando Filippo Tripoli, consigliere vicino a Salvini, ha chiesto al Comune di poter affiggere dei manifesti in città per denunciare il fatto (pagando anche una tassa da 121 euro…) una solerte funzionaria si è opposta: con quei cartelli sui muri si lederebbe l’immagine dei professionisti citati. “Le nomine? Tutta gente qualificata. Sì, c’è anche un militante. Ma ormai sono milioni gli attivisti di 5stelle”, è stata la difesa del sindaco Cinque. Non la pensa così il Pd: “Oggi Bagheria è esempio nazionale di confusione amministrativa e di ripristino di pratiche da Prima Repubblica”, dice Daniele Vella, componente della direzione regionale e presidente dell’associazione “Sarà migliore”.
Il viaggio prosegue ad Augusta, dove il neo-sindaco grillino Cettina Di Pietro ha affidato una consulenza ambientale a un ingegnere siracusano, Giuseppe Raimondi, che incidentalmente è i l referente del meet-up locale per il gruppo di lavoro sull’energia e candidato di 5stelle alla presidenza di una circoscrizione. Spesa: 4 mila euro. “Nell’organico comunale o fra gli ambientalisti di Augusta c’è chi lo faceva gratis”, ha fatto notare Peppe di Mare, un consigliere d’opposizione.
Fino a Ragusa, la prima città conquistata dai discepoli di Grillo. Nel programma di Federico Piccitto, come da manuale pentastellato, c’era il bando sul web per scegliere gli assessori in base al curriculum. Ma dopo meno di un anno Piccitto ha mandato a casa tre dei sei selezionati su Internet. Designando fra i sostituti Antonio Zanotto, un trevigiano che è stato, guarda caso, candidato da M5S alle Europee. Finito nel mirino dell’opposizione per una raffica di servizi prorogati senza bando (l’agguerrita consigliera Udc Sonia Migliore ne ha contati 120), l’amministrazione Piccitto deve anche rispondere dell’appalto per la proroga del canile, si cui è a un passo dalla chiusura è aperta un’inchiesta giudiziaria. Chi c’era a capo dell’associazione che ha beneficiato del contratto da 60 mila euro annui? Biagio Battaglia, esponente di spicco del meet-up ibleo che a inizio mandato ha fatto parte dello staffi di Piccitto. Nella Sicilia diventata roccaforte, i grillini ora puntano alla Regione. Ma si rispecchiano nei mali del passato.
La Repubblica Palermo

18/10/15

Nessun commento:

Posta un commento