domenica 11 ottobre 2015

pc 11 ottobre - CONTRO LA MARCIA OSCURANTISTA/FASCISTA DEGLI ANTIABORTISTI A MILANO


IL DIRITTO D’ABORTO NON SI TOCCA! CONTRO IL MODERNO MEDIOEVO! SCATENIAMO LA FURIA DELLE DONNE! - Dal MFPR Milano

Questo lo striscione portato per contrastare la marcia dei NO 194, ieri a Milano, con cui abbiamo voluto denunciare  l’humus oscurantista e reazionario che vuole riportare le donne a un Moderno Medioevo.

Una lunga, bella, articolata giornata di lotta e di contrasto sul campo del corteo del comitato NO 194, che con le sue macabre marce e le preghiere “in riparazione di eutanasia ed aborto” davanti agli ospedali si pone su un terreno militante, di aperta criminalizzazione delle donne che abortiscono, per cui la vita delle donne vale meno di un embrione.
Il secondo corteo in un anno a Milano dei NO 194, reso ancora più inaccettabile, soprattutto perché ha visto  Forza Nuova - tutti in camicia bianca e con lo striscione sangue innocente politica colpevole - ancora una volta, nel ruolo di “servizio d’ordine” a difesa della marcia oscurantista, che chiarisce bene i “valori” che, con queste marce, si intendono affermare, un’ulteriore onta per la città  Medaglia d’Oro alla Resistenza, nel 70° della Liberazione. Resistenza che ha visto le donne in prima fila contro l’oppressione del fascismo.
Già, in occasione della macabra marcia dell’11 aprile scorso: ”..La scorta di Forza Nuova è stata gradita dai promotori della giornata: ” Anche loro sono a difesa della vita e sono contro l’omicidio di Stato – ha spiegato Guerini - non ho nulla in contrario al fatto che manifestino insieme a noi. Sono filofascisti. Sarebbe peggio se fossero filocomunisti”.

Il contropresidio in piazza Cadorna. Il concentramento del corteo, animato da giovani ribelli, femministe e lavoratrici, una significativa delegazione delle lavoratrici della scuola del Coordinamento 3 ottobre che vengono da una lunga stagione di lotta contro gli attacchi del governo Renzi, le lavoratrici delle Poste che domani saranno in presidio contro la privatizzazione, ha
continuamente scandito slogan contro l’esplicito attacco al diritto d’aborto, ma anche di denuncia perché si permette a integralisti e neonazi di sfilare per la città, protetti da uno spiegamento di polizia, carabinieri, digos spropositato:

“Fascisti, reazionari passerete un guaio noi non torneremo a prezzemolo e cucchiaio”; “Patria, famiglia, religione: cattolici e fascisti un’unica oppressione”; "tremila anni di stupri ed oppressione è questa la vostra religione”; “de mi vida, de mi cuerpo la decision la tomo yo”, ”Sebben che siamo donne paura non abbiamo, abbiam delle belle e buone lingue e ben ci difendiamo, sebben che siamo donne paura non abbiamo abbiam delle belle e buone lingue l’aborto difendiam”; “Il diritto d’aborto non si tocca lo difenderemo con la lotta”; “Ma quale difesa della vita la vostra cultura è morte garantita”; “Le donne di ieri ce l’hanno insegnato, combatti il fascismo, combatti il patriarcato, le donne di oggi hanno memoria, fuori il fascismo  dalla storia!”; “Aborto clandestino, profitti di milioni è questa la morale dei preti e dei padroni”, ”Ma quale Stato ma quale Dio sul mio corpo decido io”...
Non sono mancati  prezzemolo e aghi da calza a ricordare cosa ha significato, per le donne, l’aborto clandestino: orrende mutilazioni, morte, galera, oppressione.

Con gli interventi si è denunciato il ruolo delle campagne ideologiche, come queste marce, di criminalizzazione del diritto di scelta delle donne, del progressivo aumento degli obiettori di coscienza che, in diverse province rendono impossibile il ricorso all’IVG; che gli attacchi al diritto d'aborto contribuiscono a spianare la strada agli attacchi su tutti gli aspetti della vita, in primis delle donne…
Un contropresidio in cui ciascuna delle partecipanti ha portato il suo contributo, arricchendo, integrando, dimostrando, in embrione, l’importanza e la necessità di fare rete in questa città, per dare la necessaria continuità.

Una integralista, a un certo punto, in maniera surreale, ha rivolto verso il presidio di contestazione un crocifisso come a voler benedire o ammonire ”pentitevi peccatrici”.
Un altro vivace momento di contestazione al corteo si è fatto in prossimità di piazza Duomo con momenti di tensione con la polizia e, infine, in piazza Medaglie d’Oro, dove si è concluso.
Lungo tutto il percorso del corteo nella notte sono apparse numerosissime scritte di contrasto al corteo antiabortista, di denuncia e lotta: “Aborto libera tutte”; “Mio il corpo mia la scelta”; “Libera di scegliere”; “Aborto libero”; “Il corpo è mio, decido io”; “Non speculate sul mio utero!”; “L’aborto è sacro!”; “Abortisci il patriarcato”

Le concezioni oscurantiste e reazionarie sono profuse a piene mani, a diversi livelli, l’ultimo, in ordine di tempo è l’ennesimo “bonus bebè” di Renzi, una misera elemosina di stampo fascista, che si unisce all’insieme dei provvedimenti che questo governo sta prendendo e che colpiscono doppiamente le donne, le lavoratrici (Jobs Act, la cancellazione dell’ art.18, la “Buona scuola”, tagli ai servizi e alla sanità) e all'annuncio di oggi di interventi a favore dei bimbi poveri, con odioso paternalismo populista.
Anche la Regione Lombardia, negli anni, come in questi giorni, si è contraddistinta per le politiche familiste, gli attacchi pratici ed ideologici contro le donne, con un di più di razzismo verso le immigrate. Un ritorno a un moderno medioevo!

Con tenacia e determinazione abbiamo, da subito e in maniera costante, contrastato le preghiere e le marce degli integralisti. Ancora poco. La marcia di ieri ha trovato, nei giorni precedenti, ampia risonanza su giornali nazionali - come mai si stigmatizza l’integralismo altrui ma si tace sull’integralismo nostrano? Per non parlare dei neonazi?

Occorre maggiore profondità ed estensione nella partecipazione  per impedire che integralisti e neonazi vengano tranquillamente fatti sfilare, ma occorre che le lavoratrici, le donne prendano fermamente nelle loro mani la necessaria lotta contro gli attacchi a 360° che sono attacchi all’idea stessa di libertà di scelta delle donne in tema di maternità, che assumano la difesa del diritto d’aborto a partire dalla cancellazione della L.40 che ha introdotto  il riconoscimento giuridico dell’embrione e dell’obiezione di coscienza dalla L.194; contro gli attacchi in tutti gli ambiti della loro vita. 
Ricordiamo che questa città il 14 gennaio 2006 ha visto un corteo di 200.000 donne. Non basta la manifestazione una tantum, ma è una lotta quotidiana e su tutti gli aspetti pratici, ideologici, politici, altrimenti si torna indietro, si perdono diritti conquistati con dure lotte. Si torna, appunto, a un moderno medioevo 
Scrivevamo nel volantino per contrastare la macabra  marcia del 25 ottobre 2014, ancora attuale:
"Questa marcia avviene in una regione che già negli anni delle giunte Formigoni, si è particolarmente distinta per gli attacchi ideologici, pratici contro le donne: ricordiamo, qui: il seppellimento dei feti abortiti, il permesso di ingresso del CAV negli ospedali, le moderne ruote degli esposti, il tentativo di ridisegnare la legislazione nazionale in tema di IVG. Contribuendo a spandere a piene mani un humus maschilista, pregno di concezioni reazionarie verso le donne...".

Oggi la "tradizione" continua con la giunta Maroni, con un di più di razzismo verso le donne immigrate nei “provvedimenti” legislativi; oltre ai tagli ai parti indolori, sui fondi Nasko, fondi per il “sostegno” alla maternità, puro strumento ideologico al servizio della centralità della famiglia, del ruolo in essa delle donne, potranno accedere le donne da anni residenti in Lombardia; il “diritto alla vita” delle donne non conta, la condizione reale fatta di precarietà, non lavoro, peggioramento delle condizioni di lavoro, tagli di servizi scaricati sulle donne…Ma, soprattutto, la giunta Maroni si è adoperata per  la trasformazione dei Consultori in “Centri di supporto alle famiglie", invece di aumentarne il numero – per legge dovrebbe esserci un consultorio ogni 20.000 abitanti, attualmente sono 1 ogni 60.000. Si tratta di un attacco ideologico e pratico contro le donne, che pone al centro la famiglia con il ruolo subordinato in essa delle donne e le priva di una delle poche strutture di riferimento per l’autodeterminazione in tema di maternità.
Queste marce  avvengono in un Paese in cui l’aumento crescente degli  obiettori di coscienza  limita sempre più il diritto d’aborto e quindi la libera scelta delle donne in tema di maternità, ma, soprattutto, mette a repentaglio la vita stessa delle donne costrette a pendolarismo nelle regioni in cui il tasso di obiettori è minore, al ricorso a pratiche abortive “fai da te”, all’aborto clandestino soprattutto tra le immigrate. 
In una fase di crisi, in cui per prime le donne vengono ricacciate a casa, sia perché sono le prime ad essere licenziate, sia perché si scarica su di esse il ruolo di “supplente” dei servizi di cura sempre più carenti, queste manifestazioni sono parte delle campagne che servono a giustificare e rendere “normale” una condizione delle donne difficile, di subalternità, sottomissione, queste marce contribuiscono a diffondere una concezione delle donne oscurantista e reazionaria. Noi riteniamo ci sia un nesso stretto tra l’humus oscurantista e reazionario e l’aumento delle violenze contro le donne, sino alle uccisioni. L’abbiamo fortemente affermato nello storico sciopero delle donne del 25 novembre 2013 e nell’ 8 marzo Giornata internazionale di lotta delle donne. Per ciò riteniamo che questo corteo, le preghiere in “riparazione di aborto ed eutanasia” siano parte della guerra di bassa intensità contro le donne. Anche l’attuale Papa incontrando di recente gli esponenti del movimento per la vita ha dichiarato: "L'aborto e l'infanticidio sono delitti abominevoli", concezione ribadita nel Sinodo in corso in questi giorni (e non certo di meri dibattiti religiosi si tratta, ma di indicazioni pratiche…). E domenica scorsa si è aperto  il Sinodo dei vescovi sulla famiglia…non certo per amene conversazioni…

Continueremo nei prossimi giorni con l’assemblea che, partendo dal bellissimo seminario che si è svolto a Palermo in occasione del 20° Anniversario del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario, ha affermato la necessità di un nuovo sciopero delle donne, dopo lo storico ed entusiasmante sciopero del 25 novembre 2013.

Le lavoratrici aderenti al Movimento femminista proletario rivoluzionario
Milano, 11.10.2015

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